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Fed, Powell conferma taglio dei tassi Usa entro l’anno. Ma rimarca: “Senza i dazi lo avremmo già fatto”

Al Forum sulla politica monetaria di Sintra, in Portogallo, il presidente della Fed ha risposto indirettamente a Donald Trump, che lo aveva messo sotto pressione: “Proseguo nel lavoro, 2025 anno difficile”. Lagarde: “Inflazione Ue al 2%, obiettivo raggiunto ma restiamo vigilissimi”

Fed, Powell conferma taglio dei tassi Usa entro l’anno. Ma rimarca: “Senza i dazi lo avremmo già fatto”

Che i dazi stessero condizionando le politiche monetarie della Federal Reserve lo si era capito, ma lo ha confermato chiaramente il presidente della Fed Jerome Powell in occasione della tavola rotonda dei governatori sulla politica monetaria al Forum di Sintra, in Portogallo. In sostanza, Powell ha fatto intendere che senza i dazi imposti dal presidente Donald Trump, peraltro generando confusione perché sono stati posticipati e aumentati o ridotti ogni settimana, l’atteso taglio dei tassi di interesse ci sarebbe già stato: “L’inflazione negli Stati Uniti – ha detto il numero uno della Federal Reserve a Sintra – è calata al 2,3%, ma quando abbiamo visto le dimensioni dei dazi abbiamo optato per una posizione di attesa, considerato inoltre che nel frattempo tutte le proiezioni sull’inflazione sono salite”. Insomma: il taglio dei tassi lo vorremmo fare, sostanzialmente è colpa di Trump se non lo abbiamo già fatto.

Taglio tassi entro l’anno e la replica a Trump

Ma comunque, ha lasciato intendere Powell, in qualche modo si farà a breve: “Una solida maggioranza del Federal Open Market Committee è concorde sull’opportunità di tagliare i tassi di interesse nella seconda metà dell’anno. Dipenderà ovviamente dai dati e guarderemo in particolare cosa affiorerà rispetto all’andamento dell’inflazione e guarderemo a eventuali segnali di debolezza dal mercato del lavoro”. Lo scontro tra l’istituzione finanziaria e la Casa Bianca è notoriamente aspro da diverso tempo, ma negli ultimi giorni sono di nuovo aumentate le pressioni su Powell, dopo che Trump aveva formalmente sollecitato il presidente della Federal Reserve a lasciare l’incarico prima della scadenza del mandato, nel 2026. Il tycoon ha rimproverato Powell di fare degli Stati Uniti uno dei Paesi con tassi di interesse più alti nel mondo avanzato, con l’attuale 4,5%: “Dovrebbe vergognarsi”, aveva scritto il presidente americano sui social. Anche a questa provocazione ha dovuto in qualche modo rispondere Powell a Sintra: “Rimango concentrato sul mio lavoro”, ha detto. “L’importante è centrare i nostri obiettivi e il 2025 è un anno molto importante, in cui stanno succedendo tante cose”.

Le parole di Lagarde

A fare da sponda a Powell nel vertice portoghese c’era pure la presidente della Bce Christine Lagarde, che sulla postura anti-Trump ha confessato che lei “farebbe le stesse mosse” del collega. Lagarde ha anche commentato il momento di forza dell’euro rispetto al dollaro, dovuto secondo lei non solo alle condizioni del mercato ma soprattutto “alla forza dell’economia europea”. Nella giornata di lunedì la numero uno della Banca centrale europea aveva detto che la situazione globale di “incertezza probabilmente renderà l’inflazione più volatile. Durante la recente impennata dell’inflazione, gli shock hanno avuto un ruolo molto più importante nell’aumento dei prezzi rispetto ai due decenni precedenti. Ora stiamo attraversando un processo di disinflazione ma dobbiamo continuare a essere estremamente vigili. L’inflazione adesso è al 2% e questo è l’obiettivo che avevamo, e questa è la proiezione che il nostro staff indica per il medio termine, che è esattamente ciò che avevamo previsto. Quindi non dico missione compiuta, ma dico target raggiunto, e penso che dovremmo iniziare a riconoscerlo”.

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