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Dal 2015 cambia l’Isee: ecco il nuovo riccometro

Aumenta il numero delle prestazioni sociali per cui si tiene conto dell’indicatore (viene aggiunto, ad esempio, il nuovo bonus bebè), ma al contempo si punta a restringe la platea dei beneficiari, escludendo chi gode di agevolazioni senza averne diritto: il nuovo sistema dovrebbe impedire truffe su asili nido e conti correnti.

Dal 2015 cambia l’Isee: ecco il nuovo riccometro

Ormai ci siamo: dal primo gennaio entrerà in vigore il nuovo Isee, il riccometro contro i ladri del welfare. L’acronimo sta per “Indicatore della situazione economica equivalente” e indica lo strumento che misura il grado di benessere dei cittadini, determinando l’importo dovuto per servizi sociali di vario genere e tasse universitarie. 

Dal 2015 l’Isee cambia sotto due aspetti: aumenta il numero delle prestazioni sociali per cui si tiene conto dell’indicatore (viene aggiunto, ad esempio, il nuovo bonus bebè), ma al contempo si punta a restringe la platea dei beneficiari, escludendo chi gode di agevolazioni senza averne diritto.

Proprio per raggiungere questo obiettivo, da giovedì il calcolo dell’Isee diventerà più complicato: non si terrà più conto solamente di redditi e risparmi (mettendo tutto in relazione all’ampiezza del nucleo familiare), ma anche di depositi e conti bancari, Bot, obbligazioni, azioni e patrimoni dati in gestione. Gli immobili contribuiranno ad alzare il reddito, mentre si potrà portare in detrazione l’assegno al coniuge. Sarà necessario indicare anche i redditi esenti da Irpef, come la pensione d’invalidità o l’assegno sociale, oltre a quelli soggetti a imposte sostitutive, come la cedolare sugli affitti.

Rispetto al passato, governatori e sindaci avranno maggiore autonomia nella decisione dei limiti Isee sotto i quali si avrà diritto alle agevolazioni, ma l’efficacia generale del sistema sarà garantita da controlli incrociati fra i dati del Fisco e quelli dell’Inps (le autocertificazioni, infatti, diminuiranno non poco). 

Secondo alcune simulazioni del Servizio politiche fiscali della Uil, tuttavia, il nuovo sistema rischia di escludere insieme ai falsi poveri anche pensionati e dipendenti con redditi abbastanza modesti ma proprietari di immobili, dal momento che la casa è calcolata in base alle rendite catastali rivalutate del 60% dall’Imu. 

D’altra parte, diverse storture del passato sono state corrette. Ad esempio la questione degli asili nido: il caso di scuola vuole che i genitori non siano sposati e abbiano residenze diverse. Il padre guadagna, la madre no, e il bambino, risultando a carico della donna, entra al nido scavalcando i figli dei veri poveri. Per risolvere il problema, nel nuovo Isee bisognerà indicare il reddito di entrambi i genitori.

Diventerà impraticabile anche il vecchio trucco di togliere i soldi dal conto corrente, firmare l’Isee dichiarando di non avere risparmi e poi versare di nuovo tutto sullo stesso conto. Nel nuovo indicatore, infatti, sarà obbligatorio specificare la “giacenza media giornaliera dei conti correnti bancari”, non più il saldo relativo soltanto al periodo finale dell’anno. Il calcolo della giacenza media non è semplice, ma grazie a un accordo fra Abi, Poste Italiane e ministero del Lavoro sarà possibile richiedere il dato direttamente allo sportello bancario o all’ufficio postale. 

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