La ceo di Commerzbank, Bettina Orlopp, mantiene il pugno duro contro il grande azionista italiano Unicredit, una posizione ribadita con fermezza durante la presentazione dei risultati del secondo trimestre. “la situazione azionaria con Unicredit non è, per usare un eufemismo, ideale, in quanto non è solo un investitore, ma anche un concorrente”, ha spiegato, sottolineando come, finché l’istituto milanese si comporta da investitore passivo, “non fa differenza se qualcuno possiede il 5, il 10 o il 25%”. Piazza Gae Aulenti non ha ancora chiesto un seggio nel consiglio di sorveglianza. “Naturalmente – ha aggiunto – per noi è più semplice lavorare senza disturbi esterni. Ecco perché è importante che tutti gli investitori si comportino come tali. Vedremo nei prossimi trimestri come si evolverà la situazione”. Ha aggiunto: “è fondamentale che condividiamo gli stessi obiettivi, ovvero creare e massimizzare valore per Commerzbank”. Questo resta il focus della banca, ha concluso Orlopp, mandando un messaggio chiaro e fermo: con la soglia per un’Opa in Germania che si avvicina (30%), Commerz non intende cedere la propria autonomia senza combattere, forte anche del sostegno del governo tedesco.
Unicredit sale in Commerz, Orlopp avverte Orcel
Unicredit ha recentemente ripreso la scalata a Commerzbank, portando la propria quota oltre il 20% grazie alla conversione di derivati in azioni, con l’obiettivo di arrivare al 28%. Questa mossa punta a rafforzare la posizione negoziale di Unicredit senza però lanciare un’Opa (almeno per ora), mentre Berlino continua a mostrarsi contraria a una possibile acquisizione ostile.
Orlopp ha chiarito che “i colloqui con Unicredit sono solo quelli ordinari con gli investitori, che avvengono ogni trimestre. Altri contatti non ci sono stati”. Incalzata dai giornalisti tedeschi su un possibile tavolo di confronto, ha ribadito la disponibilità a “esaminare eventuali proposte in modo assolutamente aperto”, ma ha precisato di “non avere ancora nulla davanti”.
Sull’ipotesi che la banca milanese consolidi Commerz a bilancio, ha definito la questione “puramente tecnica, che non ha alcun impatto su ciò che facciamo. Naturalmente abbiamo preso atto che ora contribuiamo in modo significativo alla ‘storia di crescita’ di Unicredit per i prossimi anni”.
Durante la presentazione dei risultati non è mancata la polemica (mai sopita) con Andrea Orcel. Il ceo di Unicredit aveva definito i risultati di Commerzbank “gonfiati da effetti speciali”. In particolare, Orcel ha segnalato che – al netto dei benefici straordinari e delle ristrutturazioni – l’utile operativo sarebbe stato inferiore a quello dell’anno precedente.
La banca tedesca ribatte con i fatti: senza i costi una tantum, l’utile sarebbe stato più alto di circa 500 milioni di euro rispetto al 2024. E anche in uno scenario di tassi Bce in calo, la banca è riuscita a mantenere stabile il margine di interesse e a far crescere le commissioni.
Commerzbank: risultati superiori alle attese
Nel secondo trimestre del 2025, Commerzbank ha registrato risultati solidi, nonostante un impatto significativo dai costi di ristrutturazione. L’utile netto si è attestato a 462 milioni di euro, in calo del 14,1% su base annua, dopo l’inclusione di 493 milioni di euro di oneri straordinari, ma ben al di sopra delle attese, che si fermavano a 369 milioni.
I ricavi sono saliti del 13,2% superando i 3 miliardi di euro. Il margine di interesse si è ridotto di meno dell’1 %, attestandosi a circa 2,1 miliardi, mentre le commissioni sono aumentate del 10,3 %, superando 1 miliardo di euro. L’utile operativo è cresciuto del 34,3%, raggiungendo quota 1,169 miliardi. Orlopp non ha nascosto la soddisfazione: “Abbiamo registrato il miglior risultato operativo della nostra storia”.
Commerz alza le previsioni: attesi profitti 2025 per 2,5 miliardi
Sulla scia di questi risultati, la banca ha alzato le previsioni per l’intero 2025, puntando ora a un utile netto di circa 2,5 miliardi di euro, rispetto ai 2,4 miliardi previsti in precedenza. Prima dei costi di ristrutturazione, il target è stato rivisto a 2,9 miliardi.
Tra gli altri indicatori aggiornati:
- Margine di interesse netto previsto a circa 8 miliardi di euro (precedente: 7,8 miliardi)
- Commissioni previste: +7 %, a circa 3,9 miliardi di euro
- Fair value stimato a circa 0,3 miliardi
- Crescita del margine di commissione netto attesa al 7%
- Cost-income ratio confermato al 57%
- CET1 ratio atteso almeno al 14,5% entro fine anno
Buyback da 1 miliardo e dividendi più alti
La banca tedesca intende distribuire il 100% degli utili tra il 2026 e il 2028, al netto delle cedole su obbligazioni AT1. Solo nel 2024, ha già restituito 1,73 miliardi di euro agli azionisti tramite: un buyback da 1 miliardo, dividendi per 773 milioni.
Ora è pronta a fare di più. Orlopp ha annunciato: “Abbiamo già presentato alla Bce e all’Agenzia del Tesoro la richiesta per il nostro prossimo buyback, fino a 1 miliardo di euro” e ha anticipato una seconda tranche nel terzo trimestre.
Tagli al personale e piano di rilancio
Ma la crescita passa anche da scelte difficili. Commerz ha avviato un ambizioso piano di ristrutturazione, che prevede 3.900 tagli di posti di lavoro full-time entro il 2028, di cui 3.300 in Germania. Questo significa che l’organico globale stabile a circa 36.700 grazie a nuove assunzioni nella controllata polacca mBank e in hub asiatici a basso costo. L’obiettivo è chiaro: alleggerire i costi, aumentare la redditività e rendere la banca meno vulnerabile a tentativi di acquisizione.
Commerz sotto assedio: le contromosse contro l’avanzata di Unicredit
Mentre i numeri della banca continuano a superare le aspettative, cresce anche la pressione da parte del colosso bancario milanese. Ma Francoforte non ha ancora alzato bandiera bianca. Anzi, sul tavolo ci sono ancora alcune mosse difensive.
Evitare il confronto diretto. Orlopp continua a escludere ogni trattativa: niente fusione, nessun dialogo con Unicredit. Finché quest’ultima resta un investitore passivo, la linea regge. Ma oltre il 30%, lo scenario cambia: Unicredit entrerebbe nel consiglio di sorveglianza.
Contare sul governo tedesco. Berlino possiede ancora il 12% ed è contraria a una scalata italiana. Ma il margine d’azione è limitato: può rifiutarsi di vendere, non bloccare un’Opa sul mercato.
Tenere alto il valore del titolo. Il titolo Commerzbank ha registrato una crescita straordinaria nel 2025, più che raddoppiando il proprio valore (+102,06%), con una capitalizzazione di circa 35 miliardi di euro. Al 6 agosto, l’azione scambia a 31,40 euro, con un lieve ribasso (-0,14%) a Francoforte. Con un’azione forte, l’acquisizione diventa più costosa. Ma il taglio dei tassi e l’incertezza economica possono frenare la crescita nei prossimi trimestri.
Cercare alleati tra i partner. Coinvolgere clienti strategici o gruppi industriali come azionisti aiuterebbe a costruire una minoranza di blocco. Idea interessante, ma difficile da attuare con il titolo così caro.
Chiedere più Stato? Poco realistico. Un rafforzamento della quota pubblica è improbabile. Berlino ha già cominciato a vendere nel 2024, anche per motivi di bilancio.