Condividi

Borse 30 luglio: Milano regina d’Europa con le banche, svetta Intesa e crolla Amplifon

Piazza Affari domina le Borse europee, spinta dal rally di Intesa Sanpaolo che festeggia il “miglior semestre di sempre”. Amplifon crolla del 25% dopo i conti deludenti e taglio delle stime 2025. Wall Street resta cauta in attesa della Fed, nonostante un Pil Usa sopra il 3% e dati sul lavoro incoraggianti

Borse 30 luglio: Milano regina d’Europa con le banche, svetta Intesa e crolla Amplifon

Milano ha ballato praticamente da sola oggi, in un panorama finanziario attendista, in vista delle decisioni della Federal Reserve statunitense. Trimestrali, crescita economica, dazi e politica monetaria hanno fatto parte del ricco menù che ha orientato e sta orientando  l’appetito degli investitori, con l’Europa che è leggermente cresciuta con il passare delle ore, mentre Wall Street è cauta in avvio, dopo un balzo del pil del secondo trimestre (+3%) e numeri sul lavoro incoraggianti, ma nell’attesa che la Fed più tardi si pronunci sui tassi d’interesse e che colossi come Microsoft, Meta Platforms, Qualcomm e Arm Holdings presentino stasera la trimestrale.

LEGGI ANCHE Borsa oggi 30 luglio diretta

Piazza Affari svetta in Europa

Piazza Affari è di nuovo regina in Europa e chiude oggi gli scambi con un progresso dello 0,98% a 41.637 punti base, aggiornando i suoi massimi da metà 2007. A sostenere il listino sono le banche e soprattutto Intesa Sanpaolo (+4,39%) che ha messo in archivio il suo miglior semestre di sempre, sfondando il tetto di 5 miliardi di utili e annunciando un acconto sul dividendo pari a 3,2 miliardi. Sul fronte opposto invece sprofonda Amplifon (-25,46%), dopo conti deludenti e i tagli delle stime per l’anno in corso.  

Nel resto del continente il quadro è molto più sfumato: si apprezzano Francoforte +0,27% e Madrid +0,32%, mentre Parigi, Amsterdam e Londra sono piatte.

Wall Street attende Powell, mentre l’economia va (apparentemente) a gonfie vele

Oltreoceano Wall Street si muove con passo lieve in attesa delle decisioni della Fed, mentre la banca centrale del Canada, come previsto, non ha toccato il costo del denaro. Il mercato è convinto che anche i tassi d’interesse Usa resteranno fermi in questa occasione, nonostante l’ennesimo pressing del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Sarà interessante però capire quali sono le intenzioni per settembre del presidente della banca centrale Jerome Powell e quanto divisi sono i membri del board.

Ogni mossa per Trump sarà comunque “troppo tardi”. La crescita economica a stelle e strisce viaggia ancora forte, visto che il pil nel secondo trimestre dell’anno è cresciuto oltre le attese del 3%, dopo la contrazione dei primi tre mesi. Per gli economisti però il dato è parzialmente drogato dagli annunci sui dazi, che hanno fatto salire le importazioni prima della stangata delle imposte doganali, mentre la spesa dei consumatori è cresciuta moderatamente. 

Lo stato di salute dell’economia Usa trova poi riscontro negli occupati del mese di luglio, cresciuti più del previsto secondo i dati Adp, che anticipano il rapporto sul lavoro in uscita  nei prossimi giorni.     

Sul fronte dazi sembra che Stati Uniti e Cina si prenderanno ancora tempo per trattare, oltre il 12 agosto quando dovrebbero scattare le tariffe minacciate da Trump. Il tycoon oggi se la prende con l’India e annuncia dazi del 25% sulle merci indiane, nonché una multa per il petrolio che il paese acquista dalla Russia.

Il dollaro si rafforza

Il quadro complessivo alimenta ulteriori acquisti sul dollaro, che anche oggi si apprezza contro le principali valute. L’euro lascia sul campo un altro 0,6%, per un cross attualmente a 1,1473.

D’altra parte il quadro macro su questa sponda dell’Atlantico è molto diverso e il pil Ue mostra un tasso di crescita da prefisso telefonico (+0,1%, da +0,6% nel primo trimestre). È deludente tra l’altro l’andamento di due colonne portanti della zona euro come Italia (-0,1%) e Germania (-0,1%), anche se la Francia (+0,3%) va un po’ meglio del previsto.

La propensione al rischio e la vivace economia Usa hanno poi effetti opposti su oro e petrolio.

Lo spot gold cede lo 0,7%, per un prezzo di 3.300,42 dollari l’oncia, mentre il petrolio si rafforza. 

Il future Brent ottobre 2025 sale dello 0,66% a 72,15 dollari al barile, mentre il contratto di settembre del greggio texano si apprezza dello 0,71% a 69,70 dollari al barile.

Piazza Affari, banche in spolvero

Intesa svetta, ma la lista delle banche nella top ten del giorno è lunga.

Si parte con Bper +3,14%, che aggiorna i suoi massimi dal 2008 a 8,67 euro per azione. A seguire Mps +2,9%, Unicredit +1,84%, Mediobanca +1,78%, Popolare di Sondrio +1,72%, Banco Bpm +1,34%. 

Fanno capolino nella prima pagina del paniere principale inoltre Prysmian +2,51%, Finecobank +1,76%, Inwit +1,16%. 

A fare da zavorra è soprattutto Amplifon, che vede il valore delle sue azioni tornare indietro di sei anni. Mediobanca ha deciso di tagliare il giudizio a neutral da  overweight, poiché “gli utili sotto le attese e il colpo alla fiducia intaccano l’attrattività della storia azionaria”. Barclays d’altra parte definisce i risultati e la nuova guidance una “delusione nonostante le basse aspettative” e parla di “interrogativi sui tempi di ripresa”.

L’effetto conti pesa a scoppio anche su Recordati, -4,33% ed Hera -2,98% e a scoppio ritardato su Stellantis -4,51%, che ieri sera era riuscita a riprendersi in chiusura dopo le rassicurazioni dei vertici.

Spread poco mosso

Dopo un avvio negativo, si è acquietato lo spread tra carta italiana e tedesca, che chiude in leggero rialzo a 85 punti base, con tassi in crescita. Il Btp 10 anni è indicato a 3,55% contro il 2,71% del Bund di pari durata.

Commenta