Il tracollo delle big tech a stelle e strisce colpisce i mercati internazionali. Dopo la generale debolezza vista in Asia, anche le Borse europee, che martedì hanno chiuso la seduta in positivo in scia all’ottimismo sulla pace in Ucraina, viaggiano in calo in attesa di novità sul possibile bilaterale tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelenksy, ma soprattutto del simposio di Jackson Hole che si aprirà domani. Mentre spunta una lista di possibili candidati alla sua poltrona, l’attenzione è tutta sul presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che nel suo intervento di venerdì dovrebbe aprire la porta a un taglio dei tassi di interesse a settembre che ormai i trader di Cme FedWatch considerano possibile all’85%. Intanto, in serata (20 italiane) saranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione della banca centrale americana.
Dall’International Business Council del World Economic Forum di Ginevra arriva l’avvertimento della numero uno della Bce Christine Lagarde: l’economia dell’area euro, dopo la crescita robusta del primo trimestre 2025, presentava già segnali di rallentamento nel secondo destinati a consolidarsi ulteriormente: le aliquote tariffarie concordate con gli Usa sono “in qualche misura più alte” rispetto a quanto stimato dalla Bce di giugno, e andranno “messe in conto nelle nuove proiezioni di settembre che guideranno le nostre decisioni nei prossimi mesi”. Lagarde ha inoltre spiegato che, per anticipare i dazi di Trump annunciati in primavera, l’export verso gli Usa aveva visto un’accelerazione che ora si sta allentando. Sul fronte macroeconomico, a luglio nel Regno Unito l’inflazione ha registrato un aumento dello 0,1% mensile e del 3,8% annuo; in Germania i prezzi alla produzione sono diminuiti dello 0,1% mensile (-1,5% annuo).
Borsa oggi, 20 agosto: Europa negativa dopo il crollo delle big tech
Dopo i guadagni della vigilia, con Piazza Affari sopra i 43mila punti, ai massimi dal 2007, il Ftse Mib perde lo 0,35%. Il rosso domina (quasi) tutta Europa: Madrid segna -0,17%, Parigi -0,2%, Francoforte -0,4%. Londra perde lo -0,2%. Si salva solo Amsterdam, che per il momento resiste sopra la parità (+0,2%9.
Ha chiuso in netto calo anche la Borsa di Tokyo, con il Topix che ha ceduto lo 0,57% e il Nikkei che ha accusato una flessione dell’1,5%. Tra i titoli peggiori spicca Softbank, che dopo il -4% di ieri, oggi è crollato di oltre il 7%, mentre Advantest, produttore di apparecchiature per il test dei chip, ha perso il 6% circa.
Dall’Asia all’Europa, a zavorrare i listini è stato il crollo di diverse big tech (Nasdaq -1,46% nella seduta di ieri): Palantir, regina del rally tecnologico Usa, è stata la peggiore sullo S&P 500 con un calo del 9,35%, Oracle ha ceduto il 5,8%, Nvidia il 3,5% (il peggiore sul Dow), Meta Platforms il 2%, Amazon l’1,5%, Microsoft l’1,4%, Alphabet lo 0,9%. A salvarsi dal sell-off è stata solo Intel, miglior azione sullo S&P 500 con un rialzo di quasi il 7%, dopo l’annuncio che SoftBank effettuerà un investimento di circa 2 miliardi di dollari nella società di chip. La spinta al titolo è arrivata anche dalla notizia che il governo degli Stati Uniti starebbe valutando l’acquisizione di una partecipazione in Intel, pari a circa il 10%.
A Milano Leonardo tenta il rimbalzo
A Piazza Affari, tra i peggiori del listino ci sono Prysmian (-2%), Saipem (-1,55%) e Amplifon (-1,33%). Prese di beneficio sul lusso dopo gli acquisti della vigilia: Brunello Cucinelli (-1%), Moncler (-0,7%). Male anche Stellantis (-0,7%), debole il comparto bancario alla vigilia dell’assemblea di Mediobanca chiamata a decidere sull’ops lanciata su Banca Generali: Unicredit segna -0,7%, Bper -0,9%, si salva invece Mps (+0,25%). Secondo quanto riporta l’Ansa, che cita fonti finanziarie, Delfin potrebbe salire fino a ridosso del 20% di della banca senese. La Bce avrebbe infatti concesso alla holding della famiglia Del Vecchio l’autorizzazione, arrivata lo scorso 12 agosto, a detenere una quota in Mps fino al 19,99%dall’attuale 9,9% dell’istituto toscano. Nel frattempo, sempre grazie a Delfin, le adesioni all’ops di Mps su Mediobanca sono salite al 19,4%.
Tra gli altri titoli in evidenza sul Ftse Mib, dopo un avvio a -2% e il crollo della vigilia (-10%) in scia alla possibile de-escalation della guerra in Ucraina, Leonardo tenta un mini rimbalzo e sale dello 0,68%.
In territorio positivo le utility, a partire da Snam (+0,89%) e Italgas (+0,6%). Sale dello 0,26% Enel che va verso il rinnovo anticipato delle concessioni a Rio de Janeiro. Debole Iveco, che si muove sulla parità dopo che Tata Motors ha depositato il documento d’offerta in Consob.
Euro, petrolio, gas, spread: come vanno gli altri mercati
Sul valutario, si rafforza il biglietto verde: l’euro vale 1,63 dollari (da 1,1668 ieri in chiusura). Recupera il petrolio, dopo i cali della vigilia, con il Brent oltre i 66 dollari al barile (+1%). In cauto rialzo il gas a circa 32 euro al megawattora ad Amsterdam. In leggero rialzo – da 82 a 83 punti – lo spread, con il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato una prima posizione al 3,576%%, sostanzialmente invariato rispetto al riferimento della vigilia.