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Borsa, lusso a due velocità: Hermès cade dopo i conti, Kering corre nonostante Gucci

Nel primo semestre i ricavi di Hermèes sono saliti del 7,1% a 8 miliardi, mentre l’utile netto è sceso a 2,2 miliardi. L’utile netto di Kering crolla del 46%. Lusso sotto i riflettori in Borsa

Borsa, lusso a due velocità: Hermès cade dopo i conti, Kering corre nonostante Gucci

Lusso sotto i riflettori in Borsa dopo i conti delle big del settore. Gli occhi sono soprattutto su Parigi dove a poche ore di distanza l’una dall’altra sono arrivate le trimestrali di Hermès, che perde quasi il 4% a 2.283 euro per azione e Kering, che invece guadagna il 4,05% a 222,05 euro.

Hèrmes: l’utile cala del 5%, ma i ricavi salgono a 8 miliardi

Il colosso del lusso francese che produce la celeberrima borsa Birkin nel primo semestre del 2025 ha registrato utili pari a 2,2 miliardi di euro, in calo del 5% a causa del contributo eccezionale richiesto in Francia alle grandi aziende. Senza il contributo eccezionale, il risultato netto sarebbe stato di 2,5 miliardi di euro, in rialzo del 6% rispetto al primo semestre 2024. L’utile operativo ricorrente è stato di 3,3 miliardi di euro, in crescita del 6% su anno. Salgono i ricavi, arrivati a quota 8 miliardi (+7,1%), con il contributo positivo di tutte le aree geografiche. Nonostante l’effetto cambi negativo, il margine sull’utile operativo ricorrente è stato del 41,4%, contro il 42% di un anno prima. Il free cash flow è pari a 1,8 miliardi di euro.

Si tratta, scrivono gli esperti di Barclays, di una “performance complessiva superiore alle attese”, con il margine Ebit del primo semestre 2025 che “ha battuto il consenso, attestandosi al 41,4% rispetto al 40,4% atteso. Tuttavia, l’utile per azione del primo semestre è risultato in linea con il consenso, a causa di componenti straordinarie inferiori alle aspettative”. 

A livello geografico, Hermes ha registrato una crescita a doppia cifra in tutte le aree, eccetto Asia-Pacifico e Francia. “Secondo noi – scrive ancora Barclays – l’Apac risente ancora della debolezza del consumatore cinese, sebbene Hermes sia stato meno penalizzato dei concorrenti dall’assenza di turisti cinesi in Giappone, grazie alla sua forte esposizione alla clientela locale. 

Hermès, effetto dazi sui prezzi Usa

Hermès ha superato i competitor registrando nel secondo trimestre un aumento del 9% delle vendite a 3,9 miliardi, grazie al continuo appetito da parte degli acquirenti più abbienti per le ambite Birkin bag da 10.000 dollari dell’azienda francese. Il presidente esecutivo della società, Axel Dumas, ha detto che quest’anno non sono previsti ulteriori aumenti dei prezzi, dopo un aumento generale del 7% a livello globale e un ulteriore 5% negli Stati Uniti, dove l’azienda ha detto di voler trasferire del tutto l’impatto delle tariffe sui propri clienti. In una telefonata con i giornalisti, Dumas ha detto che gli aumenti dei prezzi saranno probabilmente sufficienti a compensare i dazi al 15% concordati tra l’amministrazione Trump e l’Ue.

Risultati in linea con le attese per Kering

Nei sei mesi chiusi al 30 giugno, Kering ha visto l’utile netto crollare del 46% a 474 milioni di euro. I ricavi sono invece scesi del 16% a 7,6 miliardi. Nel secondo trimestre del 2025, i ricavi si sono attestati a 3,7 miliardi, in diminuzione del 18%. Le vendite attraverso la rete retail diretta sono diminuite del 16%, in linea con l’andamento del primo trimestre 2025. Le tendenze in Nord America (-10%) e Asia-Pacifico (-19%) sono migliorate rispetto al primo trimestre, mentre l’Europa occidentale (-17%) e il Giappone (-29%) hanno registrato un rallentamento, “principalmente a causa di un forte calo del turismo”, sottolinea la società in una nota. Il margine operativo corrente è sceso al 12,8%, rispetto al 17,5% dello stesso periodo dell’anno precedente.

La sfida principale per Kering è quella di rilanciare le vendite di Gucci, il suo marchio italiano di punta che da solo rappresenta quasi il 50% del fatturato del gruppo e due terzi della redditività operativa: le vendite di Gucci sono diminuite del 26% nel semestre, a 3 miliardi, contro oltre 4 miliardi un anno prima. Nel secondo trimestre, Gucci ha registrato un calo del 27% delle vendite, fermandosi a 1,46 miliardi, in linea con le previsioni.

Gli analisti di Barclay sottolineando che “lEbit ha superato le aspettative del 4%, con un margine Ebit del 12,8%, rispetto al 12,2% previsto. Tutti i marchi e le divisioni hanno registrato risultati Ebit superiori alle attese, eccetto Gucci, che ha mancato il consenso del 4%”. Secondo gli esperti, “il superamento delle stime sull’Ebit da parte di Kering interrompe una lunga serie di delusioni rispetto al mercato. Tuttavia, è importante notare che il miglioramento è stato trainato dalle divisioni minori, mentre Gucci resta sotto pressione”.

Per Barclays “centrale sarà l’impatto che avrà il nuovo ceo Luca De Meo”, in carica ufficialmente dal 15 settembre. “Pensiamo che il titolo possa essere sostenuto nel breve dall’attesa per le nuove collezioni Gucci e l’arrivo del nuovo Ceo De Meo”, conferma Equita, riferendosi anche al fatto che il direttore creativi di Gucci, Demna, presenterà la nuova collezione completa a settembre, in arrivo nei negozi nel primo trimestre del 2026, mentre la sfilata sarò a marzo.

Il lusso in Borsa

Guardando agli altri titoli del settore, sempre a Parigi Lvmh guadagna oltre il 2%, mentre a Milano Moncler sale dell’1,2% e Brunello Cucinelli viaggia intorno alla parità. A Londra acquisti su Burberry (+1,42%) e a Zurigo Richemont recupera dopo le perdite della mattinata. A Hong Kong Prada ha chiuso in calo dell’1,47%.

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