È decollata questa mattina la seconda fase dell’iniziativa umanitaria “Solidarity Path Operation”, missione della Difesa italiana volta alla realizzazione di un ponte aereo tra la Giordania e la Striscia di Gaza con l’obiettivo di garantire la consegna di aiuti umanitari vitali per la popolazione civile. Il primo aviolancio è stato effettuato da velivoli militari italiani, carichi di generi di prima necessità destinati alle aree più isolate e difficilmente raggiungibili della Striscia. Nei prossimi giorni e per una settimana seguiranno altri aviolanci per la popolazione di Gaza, per un carico complessivo di cento tonnellate di derrate alimentari.
Aiuti umanitari su Gaza: l’Italia sgancia il primo carico
L’intera operazione è stata concepita dallo Stato Maggiore della Difesa che tramite il Comando operativo di vertice interforze (Covi), in stretta collaborazione con la Royal Air Force giordana e con l’impegno congiunto dell’Esercito italiano e dell’Aeronautica militare, ha coordinato e diretto l’operazione. Le missioni proseguiranno nei prossimi giorni con altri aviolanci, fino alla completa distribuzione degli aiuti forniti dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e da altri donatori italiani.
“L’Italia – sottolinea una nota – conferma la propria volontà di rispondere in modo concreto all’emergenza umanitaria in atto con un approccio integrato, interforze e interistituzionale”.
“L’Italia è sempre pronta e disponibile quando c’è da portare speranza e soccorrere chi ne ha più bisogno. Con questa operazione, la Difesa ribadisce il suo impegno a favore delle popolazioni civili colpite dalla guerra, contribuendo a ridurre le sofferenze e a salvare vite umane”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
“Il nostro obiettivo è duplice – ha aggiunto – intervenire con tempestività per alleviare l’emergenza e continuare a sostenere lo sforzo politico e diplomatico per un cessate il fuoco duraturo, condizione imprescindibile per l’unica pace possibile, nel rispetto del principio di due popoli, due Stati. Anche questo è il compito della Difesa: proteggere, curare, ricostruire, mettendo le proprie capacità e competenze al servizio dell’Italia e della comunità internazionale. È ciò che ogni giorno fanno, con dedizione e professionalità, le donne e gli uomini in uniforme, ovunque siano chiamati a operare”.
Aiuti su Gaza, cos’è l’operazione Solidarity Path Operation 2
“Solidarity Path Operation 2” si inserisce nel quadro della più ampia Operazione “Levante”, attivata dalla Difesa italiana sin dalle prime fasi della crisi umanitaria. Si tratta di un dispositivo complesso che ha visto il coinvolgimento di tutte le Forze armate: la nave ospedale Vulcano della Marina Militare ha fornito cure salvavita a numerosi feriti, operando per prima nelle acque internazionali al largo delle coste di Gaza; l’Esercito Italiano, con l’iniziativa “Air-Bridge for Gaza”, ha impiegato elicotteri per il trasporto diretto di farmaci e attrezzature sanitarie nelle aree più colpite e difficilmente accessibili; l’Aeronautica militare ha effettuato voli umanitari per il trasferimento in Italia di bambini feriti o gravemente malati, accompagnati dai loro familiari, affinché potessero ricevere le cure specialistiche necessarie; l’Arma dei Carabinieri partecipa alla missione europea Eubam Rafah, contribuendo alla all’apertura del valico di frontiera tra Egitto e Gaza, fondamentale per il transito della popolazione.
L’Italia condanna il piano di Israele: ecco chi l’ha firmata
Intanto, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha firmato una Dichiarazione congiunta con i ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia, Germania, Austria, Norvegia, Canada, Australia e Nuova Zelanda per respingere con forza la decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano dell’8 agosto di lanciare un’ulteriore operazione militare su larga scala sulla Striscia. Il ministro degli Esteri, insieme ai suoi omologhi, ribadisce la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta anche la fornitura di un’adeguata assistenza umanitaria. Nella dichiarazione si ribadisce altresì una visione comune “a favore dell’attuazione di una soluzione a due Stati negoziata, quale unico modo per garantire che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità”.
Inoltre, anche diversi Paesi arabi e musulmani hanno condannato – definendolo “pericolosa escalation” – il piano di Israele di prendere il controllo di Gaza City. Circa 20 Paesi, tra cui Egitto, Arabia Saudita e Turchia, hanno affermato che il piano costituisce “una flagrante violazione del diritto internazionale e un tentativo di consolidare l’occupazione illegale”.