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Tim semestrale: aumenta ricavi e Ebitda, riduce le perdite e conferma la guidance. Peluso nuovo Cfo

Tim chiude il primo semestre 2025 con ricavi a 6,6 miliardi di euro (+2,7%) ed Ebitda a 2,1 miliardi (+5,5%), riducendo le perdite nette a 132 milioni rispetto ai 646 milioni del 2024. Il cfo Calaza resterà in carica fino ai risultati del terzo trimestre

Tim semestrale: aumenta ricavi e Ebitda, riduce le perdite e conferma la guidance. Peluso nuovo Cfo

Tim archivia il primo semestre 2025 con segnali di netta ripresa: ricavi ed Ebitda in aumento, perdite in forte riduzione e conferma della guidance per l’anno. “Alla luce dell’andamento dei principali segmenti di business nei primi sei mesi del 2025, viene confermata la guidance già comunicata con l’approvazione del Piano industriale Tim 2025-2027,” si legge nella nota ufficiale del gruppo. Inoltre, il gruppo annuncia il ritorno di Piergiorgio Peluso come nuovo cfo a partire da ottobre.

Il titolo Tim ha chiuso la seduta di Piazza Affari a 0,41 euro, in rialzo dell’1,74%.

Tim: margini e ricavi in crescita nel primo semestre

I ricavi totali si attestano a 6,597 miliardi di euro, con una crescita del 2,7% a parità di perimetro. Di questi, 4,547 miliardi provengono dal mercato domestico: 2,974 miliardi dal segmento consumer e 1,573 miliardi da quello enterprise. Il fatturato da servizi raggiunge 6,2 miliardi (+3,3%), di cui 4,2 miliardi nel mercato domestico (+2,2%) e 2 miliardi in Brasile (+5,4%).

Il miglioramento si riflette anche nell’arpu (ricavo medio per utente), che sul fisso in Italia cresce da 29,8 a 31,5 euro al mese, mentre l’arpu mobile resta stabile a 10,6 euro.

Migliora anche la marginalità: l’Ebitda cresce del 5,5% a 2,1 miliardi di euro, grazie a un contributo equilibrato di circa 1 miliardo dall’Italia (+4,6%) e 1 miliardo dal Brasile (+6,5%). L’Ebitda after lease sale del 5% a 1,7 miliardi, di cui un miliardo in Italia (+4,2%).

Nel dettaglio delle business unit italiane, Tim Domestic Consumer registra ricavi stabili a 3 miliardi (+0,1%), con 2,7 miliardi provenienti dai servizi (+0,3%). Tim Enterprise si conferma motore di crescita con ricavi a 1,57 miliardi (+4,7%) e 1,46 miliardi da servizi (+6,2%).

Riduzione delle perdite e flussi di cassa positivi

Il risultato netto del semestre, sebbene ancora negativo, si riduce significativamente a 132 milioni di euro rispetto ai 646 milioni di perdita del primo semestre 2024. Nel solo secondo trimestre il bilancio si avvicina al pareggio, con una perdita contenuta a 8 milioni, in netto miglioramento rispetto ai -124 milioni del secondo trimestre 2024.

Il flusso di cassa operativo è positivo per 482 milioni di euro, anche se in calo rispetto agli 1,347 miliardi dello stesso periodo del 2024. L’indebitamento finanziario netto rettificato “After Lease” al 30 giugno 2025 è pari a 7,498 miliardi, in aumento di 232 milioni rispetto a fine dicembre 2024.

Gli investimenti si attestano a 0,8 miliardi, pari al 12,6% dei ricavi, con un equilibrio crescente tra Ebitda after lease e capex, che migliora di circa 100 milioni raggiungendo 901 milioni (+11,9%).

Operazioni finanziarie e ristrutturazione del debito

Nel corso del semestre Tim ha completato un’operazione di factoring su un credito relativo alla restituzione del canone concessorio del 1998, incassando 995 milioni da un pool di banche nazionali. Inoltre, a luglio ha ottenuto un prestito da 750 milioni garantito da Sace.

Management e novità importanti: torna Peluso

Il Cda ha preso atto delle dimissioni di Adrian Calaza e Eugenio Santagata, rispettivamente Chief Financial Officer e Chief Public Affairs, Security & International Business Officer. Calaza resterà in carica fino alla presentazione dei risultati del terzo trimestre, prevista per il 6 novembre, e garantirà supporto fino al 31 dicembre. Santagata lascia ufficialmente il 31 agosto.

Il grande ritorno è quello di Piergiorgio Peluso, che dal 1° ottobre entra in Tim come advisor dell’ad Pietro Labriola, per poi assumere il ruolo di cfo subito dopo la presentazione dei dati del terzo trimestre. Inoltre, dal 23 giugno Leonardo de Carvalho Capdeville è il nuovo Chief Technology Officer, con riporto diretto all’ad e qualificato come key manager.

Tim, cosa ha detto Labriola su M&A e Poste

Il consolidamento per le tlc non è più un tabù, “sta diventando una realtà per tutti, se in Spagna e in Francia succederà qualcosa segnerà il percorso per tutti anche in Italia, dove per il consumer servono sinergie”. Lo ha ribadito l’ad di Tim, Pietro Labriola, rispondendo alle domande degli analisti ma precisa che “il consolidamento si può avere sia con M&A siam con il consolidamento della rete“, ovvero spiega, con “sinergie industriali, riduzione di costi e maggior efficientamento”. Labriola invita a non guardare solo a possibili fusioni, “ci sono tante alternative a quelle della classica fusione su cui lavoriamo”.

Una fusione a cui gli analisti pensano perché potrebbe far scattare gli earn out contrattati in occasione della vendita di Netco è quella tra Fibercop e Open Fiber. “Stiamo alla finestra e cerchiamo di capire cosa succederà, le discussioni in corso, e le indiscrezioni di stampa, ci portano a pensare che qualcosa succederà, come si dice ‘tanto tuonò, che piovve'” aggiunge.

Quanto al capitolo Tim e Poste, Labriola ha sottolineato, parlando con gli analisti, che stanno “lavorando per finalizzare un accordo commerciale che nulla ha a che vedere con il fatto che siano azionisti”. E poi: “Per valutare ulteriori sinergie, prima attenderemo il sì dell’antitrust, abbiamo in mente quali opportunità ma vi daremo informazioni in seguito” aggiunge e conclude “vogliamo sorprendere tutti con risultati migliori”.

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