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Ue, all’Italia ben 4 nuove procedure. Il totale arriva così a 68. E il conto da pagare continua a salire

L’Italia nel decennio 2012-2021 ha dovuto pagare oltre 800 milioni di euro per il mancato adeguamento al diritto Ue. Nella nuova tornata c’è anche il mancato rispetto delle regole imprenditoriali e di tassazione. Le più numerose infrazione riguardano l’ambiente

Ue, all’Italia ben 4 nuove procedure. Il totale arriva così a 68. E il conto da pagare continua a salire

La libertà di stabilimento, nel contesto UE, è il diritto dei cittadini di uno Stato membro di stabilirsi e svolgere attività economica in un altro Stato membro, alle stesse condizioni dei cittadini di quest’ultimo. Ma l‘Italia– secondo la commissione europea- limita tale libertà ed ecco che scatta la procedura d’infrazione. Anzi, in un colpo solo sull’Italia piombano quattro nuove procedure d’infrazione, che portano il totale per il nostro Paese a ben 68.

La prima nuova infrazione è per tassazione discriminatoria dei redditi per persone fisiche che esercitano un’attività imprenditoriale, artistica o professionale: appunto una limitazione alla libertà di stabilimento , in violazione del trattato sul funzionamento Ue. E sempre in tema di fiscalità, e sempre con riferimento alla libertà di stabilimento, la seconda procedura riguarda le agevolazioni su Imu e Tari per i pensionati non residenti in Italia: ebbene, sarebbero in contrasto con le regole comuni.

Terza infrazione: violazione del regolamento sul metano. L’Italia non ha designato e notificato alla Commissione europea una autorità per monitorare e garantire il rispetto delle norme. Quarta infrazione, infine, per il mancato rispetto degli obblighi in materia di trasmissione dei dati doganali.

A giugno di quest’anno le infrazioni a carico dell’Italia erano 64 (cui ora si aggiungono queste 4, per un totale quindi di 68). Di queste, quasi un terzo– ben 23- riguardano violazioni ambientali. E questo dato può anche spiegare perchè in un recente sondaggio Eurobarometro 3 italiani su 4 si dichiarano insoddisfatti per come il nostro governo affronta il cambiamento climatico. Sette infrazioni riguardano il settore dei trasporti, poi 6 gli affari economici e finanziari, altrettante il lavoro e le politiche sociali, e via via a scendere l’energia, la giustizia, la libera prestazione dei servizi, la concorrenza e gli aiuti di Stato, la libera circolazione delle merci, e infine con una sola procedura d’infrazione l’agricoltura e gli appalti.
E ovviamente le procedure d’infrazione hanno un costo. Secondo Openpolis l’Italia nel decennio 2012-2021 ha dovuto pagare oltre 800 milioni di euro per il mancato adeguamento al diritto Ue.

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