Il problema non è solo la sconfitta contro la Norvegia, ma il modo in cui è arrivata. Un 3-0 che fa male, malissimo, e che rischia di far saltare il banco. Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha passato una notte agitata: più che la sconfitta in sé, a preoccuparlo è stato il crollo totale visto in campo, un blackout preoccupante che mette a rischio la qualificazione al Mondiale.
Gravina-Spalletti, alta tensione: confronto dopo Italia-Moldavia, Pioli e Ranieri le alternative
A Coverciano si comincia subito a fare i conti. Già oggi Gravina parlerà con i fedelissimi del clan azzurro (Buffon in testa), ma il confronto chiave, quello con Luciano Spalletti, è rinviato a dopo la sfida di lunedì con la Moldavia. Martedì il faccia a faccia sarà inevitabile, prima però il presidente vuole anche ascoltare la squadra, capire se esistono ancora i presupposti per andare avanti tutti insieme. Perché qui non si tratta solo di schemi: manca l’anima, mancano le idee, manca il gruppo. Insomma, manca tutto. E la domanda che aleggia è semplice quanto pesante: si può ancora cambiare marcia, oppure è finita? Non è la prima volta che si rompe qualcosa nel cammino azzurro. Anche dopo l’Europeo sembrava tutto perso, ma allora Gravina ci aveva creduto e aveva avuto ragione: vittoria con la Francia, buon percorso in Nations League, barlumi di speranza. Oggi però l’aria è diversa, i dubbi si sono moltiplicati, il tempo stringe e l’Italia è di nuovo con l’acqua alla gola. Gli italiani, giustamente preoccupati dal rischio di mancare il terzo Mondiale consecutivo, chiedono una scossa immediata. Forte, chiara, definitiva. E se il terremoto coinvolgesse anche il presidente? Difficile dirlo ora. Prima bisogna tentare di salvare il salvabile. Con Spalletti? Forse. Ma intanto iniziano a circolare già i nomi dei possibili successori. Il più caldo è Stefano Pioli, anche se vicino alla panchina della Fiorentina. Poi c’è la suggestione romantica: Claudio Ranieri. È legato alla Roma, sì, ma la chiamata della Nazionale potrebbe farlo vacillare. La partita con la Moldavia sarà lo spartiacque. Se Spalletti resterà, servirà una profonda riflessione per ricostruire un gruppo credibile e affamato. Se invece si opterà per il cambio, servirà un nuovo condottiero pronto a fare centro subito. Perché un altro Mondiale da spettatori non ce lo possiamo proprio permettere.
Inter, Chivu vuole un colpo per reparto: Hojlund e Leoni gli obiettivi, Paz il sogno
Marotta e Ausilio, in attesa di ufficializzare Chivu, hanno le idee chiare su cosa serve per alzare l’asticella. Ecco allora che prende forma un piano ambizioso con tre colpi di qualità, giovani con i numeri giusti per lasciare il segno fin da subito: Rasmus Hojlund per l’attacco, Nico Paz a centrocampo, Giovanni Leoni in difesa. Il danese del Manchester United piace da morire: giovane, esplosivo, già navigato in Serie A e con un ingaggio alla portata. Jonathan David è stato valutato, ma ora è Hojlund il nome in pole. Ausilio ci lavora da settimane, e il giocatore ha già fatto sapere di gradire la destinazione Milano. Non c’è ancora un accordo economico, ma l’Inter ha in mente la formula del prestito con diritto di riscatto, che potrebbe convincere anche lo United. Da non dimenticare, però, che in attacco i colpi saranno due: l’altro nome è Bonny, talento allenato da Chivu a Parma e da tenere d’occhio con attenzione. Il centrocampo resta un rebus, legato a doppio filo al futuro di Davide Frattesi. Se l’azzurro dovesse partire, l’Inter andrebbe dritta su un’altra mezzala. Il sogno si chiama Nico Paz, gioiellino del Real Madrid: non sarà al Mondiale per club, segnale che lascia aperto uno spiraglio. Gli spagnoli vogliono riflettere, ma Ausilio resta vigile e stavolta il finale potrebbe sorridere ai nerazzurri. In difesa? Si punta su Giovanni Leoni, già allenato da Chivu a Parma e seguito da tempo da Ausilio, che avrebbe voluto portarlo a Milano già quand’era alla Samp. Ora le condizioni sono cambiate, l’Inter ha più margine economico e vuole ringiovanire il reparto. Anche perché il futuro di Acerbi è tutto da scrivere: il contratto c’è, ma l’ingaggio basso previsto per il prossimo anno (grazie a una clausola) impone una riflessione. E senza Inzaghi, suo grande sponsor, chissà che anche la sua permanenza non venga messa in discussione… Nel frattempo è diventato ufficiale Luis Henrique, esterno appena acquistato dal Marsiglia (contratto fino al 2030) e già a disposizione per il Mondiale per Club.
La Juve cambia pelle: David primo obiettivo per l’attacco, Leoni e Comuzzo per la difesa
Il reparto offensivo bianconero, reduce da una stagione con più ombre che gol, è pronto a cambiare pelle. Dusan Vlahovic è in bilico, Milik ai saluti, e allora la nuova Juventus di Tudor vuole (ri)partire con attaccanti nuovi, affamati e soprattutto… prolifici. Primo indizio: Randal Kolo Muani. L’attaccante francese sarà a disposizione per il Mondiale per Club, ma il PSG ha aperto alla possibilità di rinnovare il prestito per un’altra stagione, e il feeling tra il giocatore, Comolli e il tecnico rende tutto molto più semplice. Il nome più caldo è però quello di Jonathan David, su cui la Juventus aveva già messo gli occhi con Giuntoli in regia. Offerta pronta: contratto quadriennale da 6 milioni a stagione più 2 di bonus. Il canadese piace anche a Napoli, Inter e diversi club esteri, ma alla Juve sanno che per uno così vale la pena insistere. Sarebbe un colpo top per Igor Tudor, che vuole un attacco dinamico, veloce, concreto, con ogni probabilità orfano di Vlahovic. Il serbo, in scadenza nel 2026, guadagnerà dal primo luglio 12 milioni netti a stagione. Non ha mai voluto discutere un rinnovo al ribasso, e la Juve non è intenzionata a tenere in rosa un attaccante così costoso senza garanzie di rendimento. Serve un club disposto a investire, e intanto a Torino si preparano a fargli spazio. Dall’attacco alla retroguardia, anche dietro si cambia. Dopo il riscatto di Pierre Kalulu dal Milan e il ritorno in gruppo di Bremer, pronto per il Mondiale per Club, la Juve lavora a un altro colpo per blindare la difesa del futuro: Leonardo Balerdi, leader e capitano del Marsiglia di De Zerbi. L’argentino classe ’99 è una vecchia conoscenza di Igor Tudor, che lo ha allenato proprio all’OM e lo stima molto. I rapporti con i francesi sono ottimi: Benatia è il ds, Longoria è un ex bianconero, e le sponde non mancano. Il problema? L’OM non vuole privarsene facilmente, ma si sa, nel calciomercato tutto può cambiare in un attimo. Comolli guarda con interesse anche al talento made in Italy. I nomi caldi sono Giovanni Leoni del Parma (piace anche all’Inter) e Pietro Comuzzo della Fiorentina, entrambi nei radar di diverse big e protagonisti di una crescita esponenziale. Sempre viva anche la pista Miguel Gutierrez del Girona: il terzino spagnolo è un profilo che piace per spinta e continuità, e in lista resiste anche ora che il mercato bianconero sta entrando nel vivo.
Milan: assalto a Maignan e Leao, Tare pensa a Kim, Xhaka, Rabiot e Vlahovic
Le big d’Europa continuano a fare shopping a Casa Milan, e stavolta sembrano decise a portarsi via più di un gioiello. Se l’operazione Reijnders-Manchester City è ormai ai dettagli finali (visite mediche fissate per oggi, 55 milioni più 15 di bonus), il club rossonero deve prepararsi a fronteggiare altri assalti che potrebbero cambiare profondamente il volto della squadra. Partiamo da Mike Maignan, che ormai guarda al futuro con occhi londinesi. Il portiere francese, protagonista di un braccio di ferro con la dirigenza per il rinnovo (promesso, abbozzato, poi scomparso nel nulla), sembra sempre più convinto di salutare Milanello. Il Chelsea si è fatto avanti con decisione, anche se la prima offerta da 20 milioni è stata rispedita al mittente. Il Milan chiede almeno 30, ma la sensazione è che le parti siano destinate ad avvicinarsi molto presto. Anche perché Maignan ha già deciso: vuole cambiare aria. Non finisce qui. Sul taccuino delle pretendenti ci sono anche Theo Hernandez (che piace tanto all’Al Hilal quanto all’Atletico Madrid) e soprattutto Rafael Leao. Il portoghese è la tentazione numero uno del Bayern Monaco, che pare pronto a mettere sul tavolo 75 milioni più una contropartita pesante: uno a scelta tra Kim, Coman o Goretzka. Una proposta da capogiro, che potrebbe far vacillare anche i piani rossoneri più resistenti. La clausola da 175 milioni inserita nel contratto (in scadenza 2028) resta lì, ma si mormora che davanti a un’offerta globale tra i 120 e i 130 milioni, la dirigenza possa anche iniziare a parlarne sul serio. E nel frattempo si guarda già avanti, perché se qualcuno parte, qualcuno dovrà pur arrivare. In attacco circolano i nomi di Mateo Retegui, Dusan Vlahovic e Santiago Gimenez, che potrebbe restare il perno offensivo del nuovo Milan. Ma il vero rebus riguarda il centrocampo, dove l’addio di Reijnders lascia un vuoto enorme. Dopo il colpo Modric, il Milan vuole aggiungere esperienza e qualità: nel mirino c’è Xhaka del Bayer Leverkusen, contratto fino al 2028 e ingaggio tutto sommato abbordabile (tra i 2 e i 2,5 milioni a stagione). Il cartellino? 15-20 milioni, trattabili. Non solo Xhaka. La lista della spesa comprende anche Adrien Rabiot, con il solito punto interrogativo sull’ingaggio, oltre a Samuele Ricci e Nicolò Rovella, che rappresentano alternative giovani ma già pronte per il salto.
Napoli, Osimhen verso l’Al Hilal di Inzaghi: pronte le offerte per Ndoye, Beukema e Chalobah
Il Napoli è pronto a mettere il turbo sul mercato. L’addio imminente di Victor Osimhen, ormai a un passo dall’Al-Hilal per una cifra vicina ai 70-75 milioni di euro, è destinato a scuotere l’intero piano estivo degli azzurri. Soldi freschi che il nuovo direttore sportivo Giovanni Manna intende reinvestire subito per accontentare il comandante in panchina, Antonio Conte, e costruire una squadra all’altezza delle sue ambizioni. I primi nomi sul taccuino sono già noti e tutti made in Serie A: Ndoye, Beukema e Chalobah. Un attaccante e due difensori per dare solidità dietro e imprevedibilità davanti, proprio come vuole Conte. Partiamo da Ndoye, gioiello del Bologna che Conte aveva già indicato a gennaio per colmare il vuoto lasciato da Kvaratskhelia, destinato al PSG. Il tecnico salentino lo considera perfetto per il suo 3-4-3: rapido, disciplinato tatticamente e con margini di crescita enormi. Il Bologna, però, non intende fare sconti: vuole almeno 40 milioni. La settimana prossima è previsto un incontro tra l’entourage del giocatore e il responsabile dell’area tecnica rossoblù, Giovanni Sartori, per discutere futuro e dettagli. Il Napoli è pronto a scendere in campo con decisione. Capitolo Sam Beukema: stesso club, stesso pressing. Il centrale olandese è uno dei pallini di Manna e ha già lasciato intendere di essere pronto al grande salto. “Se arriva il treno giusto, potrei salirci”, ha dichiarato a ESPN. Frase che sa tanto di apertura. Gli azzurri sono pronti a mettere 25 milioni sul tavolo, ma la trattativa non sarà semplice: il Bologna (e, soprattutto, Vincenzo Italiano), considerano Beukema centrale nel progetto. Infine, fari accesi anche su Chalobah del Chelsea, nome che piace per la sua duttilità e che rappresenterebbe una valida alternativa di spessore per la difesa.
Roma, i Friedkin danno il benvenuto a Gasperini: “È l’allenatore giusto”
La Roma si gode Gasperini. Una scelta che sa di svolta, di visione, di ambizione. L’ex tecnico dell’Atalanta porta in dote esperienza, carattere e una filosofia di gioco ben definita, fatta di pressing, intensità e valorizzazione dei giovani. Insomma, tutto ciò che a Trigoria si cercava per iniziare un nuovo ciclo. La proprietà americana non ha dubbi: Gasperini è l’uomo giusto per il presente, ma soprattutto per il futuro. “È il leader che ci guiderà verso un futuro entusiasmante e vincente”, si legge nel messaggio ufficiale della famiglia Friedkin, che ha voluto anche sottolineare la continuità interna rappresentata da Claudio Ranieri, che resterà come dirigente e senior advisor della proprietà. Un ponte tra passato e futuro, esperienza, passione e programmazione. E a proposito di futuro, la lettera della proprietà non si è fermata alla panchina. È tornato al centro anche il grande progetto extra-campo: il nuovo stadio della Roma. “Il nostro impegno non è mai stato così forte – scrivono i Friedkin – vogliamo dare alla Roma una casa vera, degna dei nostri tifosi. Un’eredità per le prossime generazioni. Un nuovo Colosseo, maestoso e moderno, che promettiamo di realizzare per questa Città Eterna.”