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La più grande miniera di rame degli ultimi 30 anni è in Sudamerica: ecco chi l’ha scoperta

Al confine tra Argentina e Cile sorge il giacimento di Filo del Sol, che contiene pure enormi quantità di oro e argento. Sulle materie prime dell’America Latina sta mettendo le mani la Cina, ma stavolta è arrivata prima BHP, in jv con la canadese Lundin

La più grande miniera di rame degli ultimi 30 anni è in Sudamerica: ecco chi l’ha scoperta

Una delle più grandi miniere a cielo aperto del mondo è stata da poco scoperta al confine tra Argentina e Cile, nel giacimento di Filo del Sol. A darne l’annuncio è il gruppo canadese Lundin Mining, che possiede e gestisce miniere anche in Svezia, Stati Uniti, Brasile e Portogallo ed è specializzato nell’estrazione di rame. È proprio di rame che la riserva trovata in Sudamerica è ricca: anzi è la più grande riserva di rame ad essere stata scoperta sul pianeta negli ultimi 30 anni, dato che secondo le stime fornite da Lundin contiene almeno 13 milioni di tonnellate del prezioso metallo. Non solo: Filo del Sol custodisce pure quantità considerevoli di oro (32 milioni di once, per un valore al prezzo di oggi di 70 miliardi di dollari) e argento (660 milioni di once, cioè il 70% di tutta la produzione globale stando agli attuali parametri). Ma in questi tempi di transizione energetica e di guerra tecnologica è soprattutto di rame che il mondo è ghiotto, in particolare la Cina che al momento è sul podio dei maggiori produttori, ma ha una domanda sempre altissima considerando peraltro che il rame è un minerale sempre più difficile da reperire.

Ma è invece un gruppo occidentale che ha già messo le mani su Filo del Sol, che si trova in piena cordigliera andina a circa 600 chilometri da Santiago del Cile: è BHP Group, la maggiore società mineraria al mondo, nata nel 2001 dalla fusione della società australiana Broken Hill Proprietary Company con la società inglese Billiton. BHP ha costituito insieme a Lundin una joint venture al 50%, dando vita l’anno scorso a Filo Corp. con un accordo da 3 miliardi di dollari che include anche il vicino giacimento di Josemaria.

“Questa prima stima delle risorse minerarie evidenzia il potenziale di uno dei progetti di estrazione di rame a cielo aperto non sviluppati e di qualità più elevata al mondo, nonché di una delle più grandi riserve globali di oro e argento”, ha commentato Jack Lundin, CEO di Lundin Mining. Oltre alle riserve già individuate, Lundin ha evidenziato il potenziale di ulteriore espansione dell’area. Le trivellazioni infatti stanno proseguendo sempre più in profondità, soprattutto nella zona di Flamenco, a Sud di Filo del Sol, e promettono molto bene. Si apre quindi un altro capitolo della corsa alle materie prime “critiche”, alle cosiddette terre rare che tanto fanno gola alle potenze economiche del pianeta. Al momento in Sudamerica, decisamente il continente più ricco di commodities, è in vantaggio la Cina in virtù di uno strettissimo asse col Brasile e dell’adesione formale di quasi tutti i partner dell’area alla Via della Seta, ma con la scoperta di Filo del Sol un gruppo occidentale come BHP mette a segno un importante colpo.

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