Condividi

Unicredit-Commerzbank: per Andrea Orcel un ritorno del 20% in un anno. E nel 2026 potrebbe arrivare una cedola di 748 milioni

A un anno dall’ingresso di Unicredit in Commerzbank il titolo della banca tedesca ha più che raddoppiato il suo valore e l’istituto ha presentato un piano industriale ambizioso

Unicredit-Commerzbank: per Andrea Orcel un ritorno del 20% in un anno. E nel 2026 potrebbe  arrivare una cedola di 748 milioni

Un anno fa, l’11 settembre 2024, da Piazza Gae Aulenti arrivò un annuncio che lasciò di sasso la finanza europea. Unicredit aveva acquistato per 1,5 miliardi il 9% di Commerzbank. Poi, col passare dei mesi, la quota si è irrobustita sempre di più, nonostante la forte avversione del governo tedesco  – anzi dei Governi, Scholz prima e Merz poi – che fin dal primo momento ha remato contro una scalata più volte definita “ostile e non amichevole”. Ad oggi la banca guidata da Andrea Orcel detiene il 26% di Commerzbank a cui bisogna aggiungere un altro 3% in derivati che sarà convertito in azioni fisiche “a tempo debito”, anticipa l’istituto.

Unicredit-Commerzbank: in un anno un ritorno del 20%

In attesa di capire cosa farà Unicredit nel prossimo futuro, si può già fare un primo bilancio di ciò che è accaduto nel corso di quello che può essere a tutti gli effetti definito un anno di fuoco. Soprattutto sotto il profilo finanziario.

Come calcolato da Mf – Milano Finanza, dall’11 settembre 2024 ad oggi, il titolo Commerzbank ha più che raddoppiato il suo valore, salendo da 14 a 32,2 euro per azione. “Sommando il capital gain potenziale e lo stacco di dividendi per circa 70 milioni, il ritorno dell’investimento per Unicredit è stato sinora del 20%”, scrive il quotidiano economico. 

Non solo, il rendimento potrebbe anche salire: se Unicredit decidesse di convertire l’intera posizione e se Commerzbank manterrà gli impegni prevedono un payout del 100% sugli utili stimati a 2,80 miliardi nel 2025, Piazza Gae Aulenti potrebbe incassare una cedola da 748 milioni nel 2026. “Una prospettiva che aumenterebbe ulteriormente il ritorno del deal, specie se il titolo continuasse ad apprezzarsi”, sottolinea Mf.

Commerzbank ha cambiato passo

Checché ne dicano i vertici della banca tedesca, bisogna ammettere inoltre che, a prescindere dalla loro opposizione all’operazione, da quando Unicredit ha cominciato la scalata di Commerzbank, quest’ultima ha cambiato passo. E non solo in Borsa. L’istituto ha presentato un piano industriale che prevede ricavi per 13,3 miliardi e un utile netto in crescita a 3,6 miliardi, rispetto ai 2,4 miliardi previsti per il 2024, con una redditività del 27% sui ricavi. Francoforte punta inoltre a un ritorno del 12,3% sul capitale e a una politica di remunerazione più generosa, con un buyback per un miliardo. Obiettivi impensabili fino a poco più di un anno fa.

“Il cambiamento in corso si riflette anche nella valutazione: il multiplo prezzo/patrimonio, fermo a 0,6 volte al momento dell’ingresso di Unicredit, è salito a 1,3 volte dopo un picco di 1,5 ad agosto. Si tratta di un livello che mette Commerzbank in linea con i principali gruppi continentali e la avvicina a Piazza Gae Aulenti”, spiega Mf che però evidenzia la permanenza di un forte divario operativo: i costi di Commerz rappresentano il 56% dei ricavi, mentre nella controllata tedesca di Unicredit, Hvb, sono scesi al 37% contro il 61% di fine 2020.

Commenta