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Ucraina-Russia: solo scambi di prigionieri. Kiev: “Da Mosca richieste inaccettabili”. Vertice dei volenterosi a Tirana ma Meloni non c’è

Terminati i primi negoziati diretti Russia-Ucraina dal 2022: Kiev denuncia richieste territoriali inaccettabili, ma intanto si accordano per uno scambio di mille prigionieri. Ci saranno nuovi incontri. A Tirana incontro dei “volenterosi” con Trump al telefono, ma senza Meloni

Ucraina-Russia: solo scambi di prigionieri. Kiev: “Da Mosca richieste inaccettabili”. Vertice dei volenterosi a Tirana ma Meloni non c’è

Dopo quasi due ore di discussione, si è conclusa a Istanbul la prima sessione dei negoziati diretti tra Russia e Ucraina, i primi dal marzo 2022. I colloqui, svoltisi nel palazzo Dolmabahçe con la mediazione turca, non hanno prodotto alcun passo avanti concreto. Lo confermano fonti diplomatiche russe e ucraine, oltre che il ministero degli Esteri turco.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Ria Novosti, la sessione è durata circa 1h40mn. Fonti ucraine parlano di richieste “inaccettabili” avanzate da Mosca, tra cui il ritiro delle truppe di Kiev da ampie porzioni di territorio sotto controllo ucraino in cambio di un cessate il fuoco totale.

Kiev accusa Mosca: “Proposte irrealistiche, un modo per sabotare i negoziati”

Un alto funzionario ucraino, rimasto anonimo, ha dichiarato all’Associated Press che la delegazione russa ha messo sul tavolo “proposte irrealizzabili“, mai discusse in precedenza, con l’obiettivo di far naufragare i colloqui senza assumersi la responsabilità del fallimento. “Le richieste russe sono scollegate dalla realtà e vanno oltre qualsiasi termine precedentemente discusso”, ha aggiunto la fonte.

Secondo Reuters, le condizioni imposte da Mosca comprenderebbero non solo il ritiro militare ucraino da vaste aree, ma anche altre precondizioni non dichiarate in fase preparatoria, giudicate “non costruttive” da Kiev.

Sul fronte ucraino, il ministro della Difesa Rustem Umerov ha reso noto che durante i negoziati è stata discussa la possibilità di uno scambio di prigionieri su larga scala, ipotizzando un meccanismo “mille per mille”. Umerov ha inoltre spiegato che si stanno valutando ulteriori modalità per facilitare questo accordo. “Stiamo anche potenzialmente preparando un incontro a livello di leader dei Paesi” ha detto il ministro della difesa.

Dal lato russo, invece, il capo delegazione Vladimir Medinsky ha dichiarato che entrambe le parti presenteranno “la propria visione di un possibile cessate il fuoco“. Medinsky ha sottolineato l’intenzione di proseguire i negoziati, definendo “opportuno” il continuo confronto diplomatico.

Le parti hanno concordato di scambiare 1.000 prigionieri di guerra ciascuna nei prossimi giorni, uno dei più grandi scambi di questo tipo dall’inizio del conflitto.

Possibile un nuovo round, ma nulla è stato programmato

Fonti ucraine citate da AFP hanno lasciato aperta la possibilità di una seconda tornata di colloqui entro la giornata, pur precisando che al momento “nulla è previsto”. “Le nostre squadre sono pronte a lavorare per tutto il tempo necessario”, ha detto un funzionario vicino alla delegazione di Kiev.

Non saranno in giornata i colloqui con la delegazione ucraina che lascerà Istanbul in serata ma in linea di principio le delegazioni si incontreranno nuovamente per negoziare un cessate il fuoco, ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan.

Nelle ore precedenti ai colloqui, si era tenuto un incontro trilaterale tra la delegazione ucraina e i rappresentanti di Stati Uniti e Turchia. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha aveva definito “positivo” il confronto con il Segretario di Stato americano Marco Rubio, l’inviato speciale Keith Kellogg e il ministro turco Hakan Fidan. “Siamo dalla stessa parte sulla necessità di avanzare il processo di pace – ha detto Sybiha – e abbiamo mandato a Istanbul una delegazione con un chiaro mandato e intenzioni serie”. Da parte statunitense, il presidente Donald Trump – oggi in visita ad Abu Dhabi – ha rilanciato la sua volontà di incontrare Putin “non appena possibile”.

Zelensky: “Delegazione russa senza potere, serve una reazione internazionale”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando da Tirana durante il vertice della Comunità Politica Europea, ha criticato la composizione e il mandato della delegazione russa, definendola “di basso livello e senza potere decisionale”. “Se i rappresentanti russi non riescono nemmeno ad accettare un cessate il fuoco, sarà chiaro che Putin continua a sabotare ogni possibilità diplomatica”, ha affermato.

Zelensky ha inoltre invocato “una reazione forte” da parte della comunità internazionale in caso di fallimento del processo negoziale, compresa l’adozione di nuove sanzioni contro la Russia, in particolare nel settore energetico e bancario.

Durante il suo intervento a Tirana, Zelensky ha ribadito la necessità di costruire un “livello minimo di fiducia” nei negoziati. Tra le prime misure proposte, la liberazione dei prigionieri di guerra, la restituzione dei bambini deportati dalla Russia e la scarcerazione degli ostaggi civili. “Bisogna anche chiarire chi, nella leadership russa, ha il potere reale di decidere. Noi lo sappiamo”, ha concluso il presidente ucraino.

Dal vertice della Cpe è intervenuto anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha sottolineato l’importanza di incoraggiare le parti “senza imporre nulla” per favorire una pace giusta e duratura.

A Tirana vertice dei “volenterosi”: ancora assente Giorgia Meloni

Parallelamente ai negoziati di Istanbul, a Tirana, durante il vertice della Cpe, si è svolto l’incontro dei cosiddetti “volenterosi”, a cui hanno partecipato anche Zelensky e via telefono il presidente americano Donald Trump. Assente, invece, la premier italiana Giorgia Meloni, che non ha preso parte alla discussione.

Alla riunione hanno preso parte il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer e il leader polacco Donald Tusk. Al centro del confronto c’è stata la situazione della guerra in Ucraina e i negoziati in corso a Istanbul.

Durante la telefonata con Trump, Zelensky e i leader europei hanno discusso le prospettive del dialogo diplomatico. Il presidente ucraino ha poi riportato su Telegram l’urgenza di compiere “i passi più rapidi possibili per il bene di una vera pace”, sottolineando l’importanza che la comunità internazionale mantenga una posizione ferma. “Se i russi rifiutano un cessate il fuoco completo e incondizionato, devono essere applicate sanzioni severe. La pressione sulla Russia deve continuare finché non sarà pronta a mettere fine alla guerra”, ha ammonito Zelensky.

“Abbiamo parlato telefonicamente con il presidente Trump per riassumere gli sforzi compiuti per negoziare con i russi. La parte russa non ha dimostrato buona volontà e ha posto condizioni inaccettabili. Continueremo a lavorare insieme. Il compito principale è mantenere l’unità dei partner europei e americani intorno alla questione ucraina”. Lo ha detto il premier polacco Donald Tusk in una dichiarazione congiunta alla stampa con Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Volodymyr Zelensky dopo il collegamento con Donald Trump. “La posizione russa – ha aggiunto – non può essere definita in alcun modo costruttiva”.

Ultimo aggiornamento ore 17,50

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