Nel 2019 i fumatori italiani dovranno fare i conti con un nuovo aumento del prezzo delle sigarette. Anzi, a ben vedere i rincari sulle accise saranno due.
Il primo è quello inserito dal governo nella legge di Bilancio per fare cassa. Il gettito aggiuntivo non sarà proprio siderale: nella manovra si parla di 132,6 milioni a partire dal prossimo anno. Sulle tasche dei consumatori, invece, l’aggravio rischia di farsi sentire in modo assai più significativo. L’entità dell’aggravio, infatti, sarà quella tradizionale: 10 centesimi in più a pacchetto.
A questo primo aumento, entro il primo marzo se ne sommerà un secondo – stavolta da 5 centesimi – legato a un meccanismo tecnico e non a una scelta politica: l’indicizzazione dell’onere fiscale minimo per le fasce di prezzo medio-alte. Questo aggravio non è stato introdotto per fare cassa, ma per risolvere un problema delle regole attuali sulla tassazione del tabacco e scongiurare una possibile perdita di gettito.
Non è però ancora detto che questo avrà conseguenze negative per i portafogli dei fumatori. La stessa amministrazione finanziaria, infatti, ipotizza che l’aumento delle sigarette possa essere assorbito direttamente dai produttori. Ma in caso di un ulteriore intervento in Parlamento, il rincaro colpirebbe direttamente i consumatori.
La manovra prevede anche una nuova stretta sui giochi, con un incremento del prelievo erariale unico (Preu) su new slot e videolotterie, che garantirà un maggiore gettito da 239,1 milioni nel 2019. L’intervento avrà conseguenze anche per i giocatori, perché porterà con sé una riduzione del payout, ossia delle somme erogate dagli apparecchi come vincite.
