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Monza, Andy Warhol e la Pop Art in mostra a Villa Reale

L’alchimista degli anni Sessanta è il titolo della mostra curata da Maurizio Vanni che si tiene a Monza fino al 28 aprile prossimo.

Monza, Andy Warhol e la Pop Art in mostra a Villa Reale


La rassegna presenta 140 opere del padre della Pop Art, dalle serie dedicate a Jackie e John Kennedy a quelle di Marilyn Monroe, attraverso la riproduzione seriale di oggetti di concetto consumistico, all’indagine di altri aspetti come la musica o la rivoluzione sessuale.

Andy Warhol ha rappresentato la figura di un moderno alchimista. L’artista capace di trasformre la materia in forma attraverso il colore e la superficie e la luce, fino alla bellezza suprema. Ecco che il pittore e l’alchimista è quello di trasformare la realtà nella sua espressione più straordinaria.

Questa esposizione – ricorda Piero Addis, Direttore Generale della Reggia di Monza -, rientra nell’ampio progetto di valorizzazione e promozione della Reggia di Monza

Andy Warhol agli inizi della sua carriera vedeva nell’oggetto di consumo di massa, il simbolo dell’immaginario popolare di cui si nutriva la Pop Art e qui l’idea dalle serigrafie delle lattine di zuppa Campbell, del detersivo Brillo, e delle banconote di dollari americani. Da qui l’esigenza di trasformare questa arte in “seriale” e perciò una ripetitività permessa dalla tecnica della serigrafia fotografica, un procedimento che modificò il suo approccio all’arte visiva.

Interessante è la sezione che si occupa dei Miti oltre il tempo. Warhol sfruttò al massimo le opportunità legate alla serigrafia fotografica dopo la morte di Marilyn Monroe nell’agosto del 1962; realizzò una serie di opere servendosi di una foto pubblicitaria in bianco e nero tratta dal film “Niagara” del 1953. A Villa Reale sono esposte alcune di queste serigrafie: la serie Jackie, ossia le immagini di Jacqueline Kennedy, colte durante il funerale del marito John Fitzgerald Kennedy. Il presidente degli Stati Uniti è inoltre il protagonista di Flash, undici serigrafie che raffigurano la rappresentazione mediatica dell’assassinio del 22 novembre 1963.

Mentre nei lavori degli anni Settanta, Warhol utilizzava procedimenti più neutri, anonimi e meccanizzati per arrivare ad avere una precisione inespressiva priva di qualsiasi intensità emotiva. Ciò che lo interessava era la verità e non la realtà, quale essenza del mondo e delle cose che può giungere all’uomo attraverso i mezzi di comunicazione di massa. In Personaggi celebri. A uso e consumo si trovano ritratti di Muhammad Alì, Mao Tse-Tung, la nuova serie di Marilyn e immagini di altre personalità quali Leo Castelli, David Hockney, Man Ray, Liza Minnelli, Truman Capote, Carolina Herrera.

La mostra vede anche una sezione che analizza la Rivoluzione sessuale di cui Warhol attraverso la famosa serie Ladies and Gentleman del 1975, dove i personaggi rappresentati, sono immortalati in modo eccentrico con colori innaturali ed esasperati come l’arancio, il lilla, il verde acido, il rosso acceso, il blu manganese, il giallo ocra, e inquadrature dove era evidente il travestimento.

Inoltre sono presenti le foto di Makos che ritraggono Warhol in abiti femminili e la proiezione del film Women in revolt del 1971, prodotto da Andy Warhol, girato nella New York e doppiato nella versione italiana da Vladimir Luxuria.

Infine a chiudere la mostra, gioielli di Armando Tanzini dal gusto pop africano, ideati e prodotti in collaborazione con Andy Warhol e la proiezione dell’ultimo film girato da Andy Warhol del suo viaggio da New York a Cape Code nel maggio del 1982

Immagine di copertina: Andy Warhol, Mildred Scheel, 1980, serigrafia su carta, 91.4×11.9 cm

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