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Mediaset-Vivendi: accordo vicino, udienza slitta al 29

Su richiesta delle parti il Tribunale di Milano aggiorna l’udienza Mediaset-Vivendi al 29 novembre perchè l’accordo sembra a un passo. Intanto il Biscione brilla in Borsa – Bene anche Diasorin, Tenaris, Cnh e Fineco.

Mediaset-Vivendi: accordo vicino, udienza slitta al 29

Piazza Affari chiude in lieve calo (-0,09%, 23.259 punti), una seduta priva di grandi spunti per tutti i listini europei, mentre Wall Street si muove contrastata, dopo un avvio in moderato rialzo. Fa eccezione Londra, che guadagna l‘1,2% con la sterlina in retromarcia, mentre si avvicinano le elezioni politiche del 12 dicembre. Francoforte sale dello 0,2%; Parigi +0,11%; più tonica Madrid +0,47%. A Milano i riflettori sono rimasti accesi su Mediaset, +2,49% e sulla ricerca di un accordo con Vivendi (+0,36% a Parigi). Finora l’intesa non è stata raggiunta, ma il giudice ha concesso un’altra settimana per cercare un punto d’incontro sulla nascita di MFE (MediaforEurope), la holding olandese che raggrupperà le tv di Mediaset in Europa.

Il Biscione ha convocato un’assemblea straordinaria il 10 gennaio per modifiche statutarie alla holding olandese, nel tentativo di avere il consenso anche di Bolloré. Secondo Radiocor l’intesa “totale” è vicina e si basa sulla cessione del 20% di Mediaset in capo a Simon Fiduciaria a un prezzo per azione di 2,77 euro più il pagamento di un dividendo. Vivendi terrebbe la restante quota del 9% in Mediaset. Per quanto riguarda i contenziosi l’orientamento sarebbe quello di escludere totalmente (o comunque in gran parte) i risarcimenti legati a Dailymotion, la piattaforma video del gruppo Vivendi già condannata dal Tribunale di Roma a pagare 5.5 milioni per la trasmissione illecita di contenuti Mediaset e con altre cause pendenti nei confronti del gruppo italiano.

A New York arretra Tesla, -6%, che zavorra il Nasdaq, dopo la presentazione, ieri, di Cybertruck, il suo primo pickup elettrico. Il sentiment globale resta incerto e perlopiù legato a filo doppio alla trattativa commerciale fra Stati Uniti e Cina. “L’accordo è molto vicino” dice oggi Donald Trump a Fox news, mentre il fronte di Hong Kong si mantiene incandescente e il presidente Usa garantisce che senza il suo intervento l’ex colonia britannica sarebbe stata annientata in pochi minuti. “Dobbiamo stare con Hong Kong ma io sto anche con il presidente Xi”, afferma dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Gli investitori sono cauti e soppesano anche i dati macroeconomici.

Le notizie sono relativamente buone per la Germania, dove il pil finale del terzo trimestre si conferma a +0,1% e l’indice Pmi manifatturiero di novembre, pur restando in area contrazione, sale a 43,8 da 42,1 di ottobre, ben oltre le attese (42,9); deludenti invece i Pmi servizi e composito. Per l’intera zona euro, l’indice Pmi manifatturiero a novembre sale a 46,6 dal precedente 45,9, sopra le attese, ma i servizi frenano la crescita dell’attività. Sono ben più brillanti gli Usa, dove il settore servizi a novembre sale a 51,5 punti e il Pmi manifatturiero a 52,2, raggiungendo i massimi da aprile. La fiducia dei consumatori, calcolata dall’Università del Michigan, è migliore delle stime.

In questo contesto l’euro si fa un po’ più piccolo contro il dollaro e il cross è intorno a 1,103. L’oro è piatto e al momento il lingotto scambia a 1,465,05 dollari l’oncia. Si sgonfia parzialmente il petrolio, con il Brent che cede quasi l’1% e scende 63,36 dollari al barile.Si riaccende intanto lo spread fra Btp e Bund decennali: 154 punti base (+2,5%), con il rendimento del titolo italiano in leggera salita a 1,18%. Al di là dei numeri in Europa si ricomincia a guardare alla situazione politica italiana con una certa preoccupazione, in attesa dell’Eurogruppo del 4 dicembre e di chiarimenti sulla riforma del fondo salva stati, dopo l’accordo raggiunto in estate.

L’obbligazionario oscilla in ogni caso in misura tollerabile, anche alla luce di quanto detto stamani da Christine Lagarde, presidente della Bce e cioè che la banca centrale continuerà a sostenere l’economia e a rispondere ai rischi futuri, monitorando comunque gli effetti della propria politica monetaria. Nella giornata, in Piazza Affari, si approfitta per andare all’incasso su qualche banca, come Bper -2,4%, reduce da una serie di rialzi. Scatta invece Ubi +1,43%. Bene anche Banco Bpm +0,97%. Fiat, -0,57%, fallisce il tentativo di rimbalzo. Al contrario di Exor, +0,99%. Perdite per Juventus -1,43%; A2a -1,24%; Recordati -1,27%; Hera -1,05%. Blue chip migliore di oggi è Diasorin, +3,21%. In evidenza anche Tenaris +1,59%; Finecobank +1,41%; Stm +1,35%; Cnh +1,17%.

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