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Iveco, battaglia per la divisione Defence: dopo Leonardo-Rheinmetall anche la spagnola Indra lancia un’offerta. Il titolo sale

Cresce l’interesse per le attività di difesa del gruppo Iveco, controllata dalla holding Exor della famiglia Agnelli-Elkann. Leonardo e Rheinmetall avevano messo sul piatto 1,5 miliardi, la spagnola, secondo indiscrezioni, circa la metà

Iveco, battaglia per la divisione Defence: dopo Leonardo-Rheinmetall anche la spagnola Indra lancia un’offerta. Il titolo sale

Sono due ora i pretendenti in pole position per Iveco Defence: da una parte la conferma dell’interesse da parte di Leonardo in jv con Rheinmetall, dall’altra si è fatta avanti la spagnola Indra che ha inviato un’offerta non vincolante per le attività di difesa del gruppo Iveco, secondo quanto riportato dal quotidiano El Economista, citando fonti di mercato.

Le due offerte hanno intanto fatto volare il titolo Iveco in Borsa che dopo un rialzo ieri del 4,5%, stamane ha ancora un +1,79% contro un Ftse Mib a +0,24%.

Indra, che appartiene per il 28% al fondo statale spagnolo SEPI, è destinata a beneficiare del piano del governo di aumentare la spesa per la difesa di oltre 10 miliardi di euro quest’anno. Iveco Defense Vehicles, che è controllata dalla holding Exor della famiglia Agnelli-Elkann e assembla veicoli militari blindati, è un fornitore del ministero della Difesa spagnolo, con alcune delle sue piattaforme più importanti in servizio e operative, come l’intera flotta di camion dell’esercito spagnolo.

Iveco Defence: Leonardo e Rheinmetall hanno messo sul piatto circa 1,5 miliardi

L’offerta di Indra segue quella di Leonardo e della tedesca Rheinmetall per l’unità di difesa di Iveco, annunciata la settimana scorsa dall’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani con una offerta di 1,5 miliardi di euro. Secondo quanto si apprende, l’offerta di Indra sarebbe circa la metà del valore proposto dalla cordata italo-tedesca. Per Iveco Defence Vehicles “abbiamo presentato un’offerta non vincolante insieme a Rheinmetall”, ha spiegato lo scorso 8 maggio l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, nel corso della conference call di presentazione dei risultati del primo trimestre 2025. “Intendiamo fare esclusivamente un investimento industriale non finanziario”, ha precisato il top manager. “Non siamo disposti a spendere di più rispetto al giusto prezzo per fare questa possibile acquisizione”, ha aggiunto.

Resta sul tavolo lo strumento del Golden Power

Sull’operazione in ogni caso resta il Golden Power, lo strumento in mano al governo per impedire di vendere pezzi pregiati (e con connotati tali da compromettere la sovranità del Paese) senza il necessario avallo di Palazzo Chigi. Per questo da mesi Elkann tratta col governo, considerando che c’è da pianificare un riarmo su larga scala dell’Italia all’interno del sistema di architettura europea che rischia, mai come prima, di essere priva dell’ombrello protettivo americano.

Goldman Sachs, la banca d’affari consulente di Iveco sul dossier in passato aveva ricevuto anche alri dosier, presentati dall’alleanza franco-tedesca Knds, il gruppo ceco Csg e il big britannico Bae Systems.

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