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Borse chiusura 19 maggio: il downgrade di Moody’s pesa sugli Usa e lo stacco cedole su Piazza Affari

Malgrado l’effetto ribassista dei dividendi Piazza Affari difende la trincea di 40 mila punti base sull’onda dei titoli bancari. L’effetto Moody’s porta invece al 5% il rendimento del T-Bond trentennale

Borse chiusura 19 maggio: il downgrade di Moody’s pesa sugli Usa e lo stacco cedole su Piazza Affari

Le borse europee chiudono oggi una seduta priva di una direzione precisa, innervosite dal taglio del rating degli Stati Uniti da parte di Moody’s (Aa1 da tripla A), che si riflette in un avvio debole di Wall Street e nella vendita di titoli di Stato Usa. Anche la Cina solleva nuove preoccupazioni, sia per i dazi imposti a Ue, Usa e Giappone sulle importazioni di plastica, sia per il deludente andamento dei consumi nel mese di aprile che provoca una fuga dai titoli del lusso.

Piazza Affari è oggi la peggiore nel “dividend day”, ma è in fondo solo un’illusione ottica. Il Ftse Mib perde infatti l’1,2% e arretra a 40.166 punti base, appesantito dal fatto che ben 23 blue chip hanno staccato la cedola, con un effetto negativo sull’indice dell’1,77%. Il future Ftse Mib scadenza giugno, che offre una prospettiva scevra da condizionamenti, guadagna lo 0,52%.

Nel resto d’Europa si apprezzano Francoforte +0,81%, Madrid +0,36% e Londra +0,17%, Parigi è piatta e Amsterdam cede lo 0,15%.

Tra le altre notizie del giorno, che possono aver influenzato l’umore degli investitori, c’è il fatto che Bruxelles ha tagliato le previsioni di crescita per la zona euro a causa dei dazi: +0,9% nel 2025 e +1,4% nel 2026, da +1,3% e +1,6% nelle previsioni d’autunno.

Inoltre nessuna grande novità è arrivata nel pomeriggio (prima della chiusura delle borse europee) dalle telefonate del presidente Usa Donald Trump con il leader russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Si registra invece una schiarita nelle relazioni tra Ue e Regno Unito, con il nuovo accordo quadro firmato oggi da Ursula von der Leyen, Antonio Costa e il premier britannico Keir Starmer, a cinque anni dalla Brexit. L’intesa comprende tre documenti che definiscono una cooperazione rafforzata su difesa, sicurezza e sfide globali.

Wall Street debole, salgono i  rendimenti dei T-Bond

Wall Street si muove debole nella mattina americana e vede al momento il Dj perdere lo 0,1%, lo S&P 500 lo 0,4%, il Nasdaq lo 0,54%.

A pesare sull’azionario è la crescita dei rendimenti nell’obbligazionario, dopo che Moody’s venerdì sera ha tolto la tripla A agli Usa per la prima volta dal 1919. A indurre la scelta è stata la preoccupazione per l’aumento del debito federale, raddoppiato in vent’anni fino a 36.866 miliardi di dollari.

Il Treasury decennale vede prezzi in calo e tassi oltre il 4,5%, mentre il trentennale è arrivato a superare il 5%.

Per il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, il downgrade degli Stati Uniti potrebbe avere un effetto a catena sull’economia, ma il mercato dei Treasury funziona bene e lui è propenso a un taglio dei tassi quest’anno. L’aumento dei tassi penalizza in primo luogo i titoli tech. 

Dollaro in calo

Effetti della retrocessione si vedono oggi anche sul dollaro, che arretra contro le principali valute. L’euro guadagna quasi lo 0,8%, per un cambio di 1,125.

La minor propensione al rischio fa convergere nuovi acquisti sull’oro, che si era recentemente indebolito dopo aver aggiornato i suoi massimi. In questi minuti lo spot gold sale dell’1%, per un prezzo 3234,90 dollari l’oncia.

I timori relativi allo stato di salute dell’economia Usa e di quella cinese, frena il greggio: il future Brent luglio 2025 perde lo 0,18, 65,29 dollari al barile; il future Wti, luglio 2025, cede lo 0,16%, 61,87 dollari al barile.

Piazza Affari, banche toniche nonostante i dividendi

In Piazza Affari sono tornati oggi gli acquisti sulle banche, che mostrano robusti guadagni, nonostante la maggior parte di loro abbia staccato la cedola questa mattina.

In particolare si apprezzano Bper +4,69%, Mps +3,85%, Banco Bpm +2,97%, Popolare di Sondrio +3,52%. Bene anche le big, Intesa, +1,15% (post stacco dividendo) e Unicredit, +1,27%, su cui Deutsche Bank ha alzato il target price a 61,5 euro da 50,6 euro precedente. La banca guidata da Andrea Orcel avrebbe chiesto alla Consob di sospendere i termini dell’Ops su Banco Bpm per chiarire le prescrizioni imposte dal governo con il golden power.

Arretra moderatamente Mediobanca (-0,54%), su cui Morgan Stanley ha tagliato il giudizio a ’Equal weight’ da ’Overweight’, pur alzando il prezzo obiettivo a 22 euro da 21 euro.  

Passando ad altri settori si apprezzano ancora Leonardo +2,09% e Tim +1,57%, bene Hera +2,02% e Buzzi +1,85%.

I cali più consistenti del giorno sono per titoli del lusso come Moncler -2,23%, Cucinelli -0,94%, Ferrari -1,12%, alla luce di dati cinesi deludenti. In particolare le vendite al dettaglio di aprile nel Celeste impero hanno segnato +0,24% mensile e +5,1% annuo, meno di quanto atteso.

Ribassi sul listino milanese anche per Stellantis -1,3%, Stm -1,138%, Campari -1,06%.

Spread stabile

La chiusura è poco mossa sul secondario, dove lo spread tra Btp decennale e Bund di uguale durata è indicato a 101 punti base, con tassi rispettivamente al 3,59% e 2,57%.

La Commissione europea nelle previsioni di primavera ha tagliato le attese di crescita del Pil italiano allo 0,7% nel 2025 e allo 0,9% nel 2026, contro  previsioni di autunno di +1% per quest’anno e +1,2% per il prossimo. Per la Germania però le cose andranno anche peggio quest’anno, poiché Bruxelles stima una crescita zero, anche se la crescita dovrebbe accelerare l’anno prossimo (+1,1%).

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