La paura dei dazi sembra passata visti i toni più concilianti degli ultimi giorni da parte di Trump, la maggior parte dei principali mercati azionari ha recuperato le perdite nelle sei settimane trascorse da quando il presidente degli Stati Uniti ha lanciato la sua bomba tariffaria, mentre tornano sotto i riflettori i big tech Usa. Ora gli investitori sono in attesa di vedere se seguiranno altri accordi commerciali a quelli che gli Stati Uniti hanno delineato con Cina e Gran Bretagna. Domani c’è il vertice di Istanbul sulla guerra in Ucraina, dove Zelensky chiede di incontrare con Putin che però si nega.
Le big tech tornano sotto i riflettori a iniziare da Nvidia e Amd
Le azioni tecnologiche tornano sotto i riflettori dopo che le aziende di chip statunitensi Nvidia e Advanced Micro Devices hanno annunciato enormi accordi nel campo dell’intelligenza artificiale in Medio Oriente, in concomitanza con la visita di Trump in Arabia Saudita nei prossimi giorni. L’impennata delle azioni Nvidia di ieri ha portato la valutazione dell’azienda produttrice di chip a 3 trilioni di dollari e il patrimonio netto del CEO Jensen Huang a 120 miliardi di dollari. È probabile che la performance degli Stati Uniti porti al rialzo anche all’indice azionario tecnologico europeo oggi che ha tra i suoi componenti di spicco anche la società olandese di chip ASML.
Gli accordi stanno prendendo forma e sono emerse notizie di aziende americane che stavano preparando progetti di espansione nella regione, riporta Bloomberg.
Nvidia, il più grande produttore di semiconduttori al mondo, fornirà i suoi chip più avanzati per l’intelligenza artificiale a Humain, l’azienda saudita creata per promuovere gli impianti infrastrutturali di intelligenza artificiale del Paese. Humain riceverà “diverse centinaia di migliaia” dei processori più avanzati di Nvidia nei prossimi cinque anni, a partire da 18.000 dei suoi prodotti all’avanguardia GB300 Grace Blackwell e dalla sua tecnologia di rete InfiniBand.
AMD, il principale concorrente di Nvidia nel campo degli acceleratori di intelligenza artificiale, fornirà chip e software per i data center “che si estendono dal Regno dell’Arabia Saudita agli Stati Uniti” in un progetto da 10 miliardi di dollari, hanno affermato Humain e AMD.
Anche Global AI, un’azienda tecnologica statunitense, prevede di collaborare con Human, in un accordo che si prevede valga miliardi di dollari, secondo una fonte vicina alla questione. Fondata da veterani del settore tecnologico statunitense, Global AI intende costruire un data center a New York che si baserà su chip sviluppati da Nvidia, e ha in programma di aprirne altri.
Amazon.com Inc. e Humain hanno dichiarato che investiranno oltre 5 miliardi di dollari per costruire una “zona di intelligenza artificiale” in Arabia Saudita. Tra gli altri progetti, Humain utilizzerà le tecnologie dell’unità cloud di Amazon Web Services per sviluppare un marketplace di agenti di intelligenza artificiale a disposizione del governo saudita. AWS ha annunciato lo scorso anno l’apertura di un cluster di data center in Arabia Saudita, nell’ambito di un investimento di 5,3 miliardi di dollari nel Paese.
Anche Cisco Systems Inc. , il più grande fornitore mondiale di apparecchiature di rete, sta collaborando con Humain. L’azienda ha affermato che combinerà la sua “competenza globale con le ambiziose ambizioni di intelligenza artificiale del Regno” per costruire infrastrutture. Ha inoltre esteso una partnership con G42, azienda di intelligenza artificiale di Abu Dhabi.
La società di venture capital saudita STV ha lanciato un fondo da 100 milioni di dollari per l’intelligenza artificiale con il sostegno di Google, di Alphabet Inc. Gli investimenti si concentreranno su startup in fase iniziale in Medio Oriente e Nord Africa e sosterranno lo sviluppo delle infrastrutture, secondo una dichiarazione. L’entità del capitale investito da Google non è stata rivelata.
L’amministrazione Trump sta valutando un accordo che consentirebbe agli Emirati Arabi Uniti di importare oltre un milione di chip Nvidia avanzati, secondo fonti a conoscenza dei fatti, una quantità che supera di gran lunga i limiti previsti dalle normative sui chip di intelligenza artificiale dell’era Biden, e che ha sollevato preoccupazioni sul rischio che l’hardware americano finisca nelle mani della Cina. L’accordo, ancora in fase di negoziazione, consentirebbe agli Emirati Arabi Uniti di importare 500.000 dei chip più avanzati ogni anno da qui al 2027.
OpenAI sta valutando la possibilità di costruire nuovi data center negli Emirati Arabi Uniti, il che potrebbe espandere notevolmente la sua presenza in Medio Oriente. L’accordo, che non è ancora definitivo e potrebbe subire modifiche, potrebbe essere annunciato in tempo per la visita di Trump negli Emirati Arabi Uniti di giovedì. Anche l’amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, si trova nella regione nell’ambito di un tour più ampio di leader del settore tecnologico.
L’amministrazione Trump intende rivedere le norme sull’esportazione di semiconduttori utilizzati per l’intelligenza artificiale, abbandonando l’approccio dell’ex presidente Joe Biden. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha annullato la cosiddetta regola sulla diffusione dell’intelligenza artificiale, il dispositivo che doveva entrare i vigore domani.
Wall Street beneficia di un Cpi moderato. Spiccano Nvidia (+5,6%) e UnitedHealth (-18%)
L’S&P 500 e il Nasdaq ieri hanno chiuso in rialzo ieri per il secondo giorno consecutivo, dopo che i dati sull’inflazione inferiori alle attese hanno aumentato l’ottimismo degli investitori iniziato lunedì, quando gli Stati Uniti e la Cina hanno annunciato una tregua commerciale: il S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,72%, il Nasdaq in rialzo dell’1,61% con Nvidia che ha chiuso con un guadagno del 5,6%. Il Dow Jones tuttavia ha chiuso in calo a -0,64% a causa del calo di ben il 17,8% delle azioni di UnitedHealth dopo che il colosso assicurativo ha sospeso le sue previsioni annuali e il suo CEO si è dimesso.
L’indice S&P 500 è tornato ad essere positivo rispetto le quotazioni di inizio d’anno per la prima volta dalla fine di febbraio, dopo che i dati hanno mostrato che i prezzi al consumo negli Stati Uniti hanno registrato un rimbalzo conenuto ad aprile, con l’inflazione complessiva in aumento dello 0,2% il mese scorso, mentre gli economisti si aspettavano un aumento dello 0,3% a causa dei dazi. L’indice dei prezzi al consumo è salito del 2,3% nei 12 mesi fino ad aprile, dopo essere cresciuto del 2,4% nei 12 mesi fino a marzo. Le azioni dell’operatore in criptovalute Coinbase Global è balzato di quasi il 24% dopo l’annuncio della sua adesione all’indice S&P 500 a partire dal 19 maggio.
Dopo la tregua tariffaria tra Usa e Cina, diverse società di intermediazione hanno abbassato le probabilità di una recessione negli Stati Uniti. Gli operatori scommettono ora sul fatto che la Federal Reserve statunitense potrebbe rinviare il taglio dei tassi fino a settembre, prevedendo comunque due tagli di 25 punti base entro la fine dell’anno. Il prossimo segnale per la salute economica degli Stati Uniti sono i dati sulle vendite al dettaglio di aprile, in uscita domani.
Asia, Cina positiva trascinata dai tech Alibaba e Tencent
Anche in Asia Pacifico, come ieri a Wall Street, sono i tech a guidare il rialzo delle borse. L’indice Hang Seng di Hong Kong guadagna l’1,5%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,3%. Taiex di Taipei +1,6%. Alibaba e Tencent, i due nomi di spicco dell’alta tecnologia cinese, guadagnano rispettivamente l’1,5% e il 2% alla vigilia della presentazione dei dati del trimestre. Intanto JD.com sale del 3,5% dopo aver presentato il trimestre con la crescita dell’utile più forte degli ultimi tre anni. Taiwan Semiconductor Manufacturing è in rialzo del 2% a Taipei.
Il settore tecnologico cinese non ha sofferto molto in borsa, in quanto è ritenuto indenne ai dazi, visto che la Cina continentale rappresenta il 90% delle entrate di Tencent.
Goldman Sachs e altre importanti banche d’affari hanno aumentato le loro previsioni sul 2025 per la Cina, citando nei loro report una migliore prospettiva per le esportazioni a seguito della tregua tariffaria con gli Stati Uniti. JPMorgan, ING hanno alzato le loro stime sul PIL al 4,6% o oltre, rispetto al 4% precedente. D’altro canto Pechino potrebbe anche evitare di portare avanti gli stimoli fiscali previsti.
La borsa di Tokyo è in ribasso con l’indice Nikkei a -0,7% e lo yen si rafforza. Sony, il gruppo giapponese del tech, ha registrato un utile record nell’anno fiscale appena concluso, trainato dal buon andamento della divisione musicale e dal settore dei videogiochi. Il titolo guadagna il 3%. Cautela invece sull’immediato futuro, avverte Sony, che si attende una riduzione di almeno 100 miliardi di yen sull’utile operativo a causa delle tensioni commerciali sollevate dall’amministrazione Trump.
Borse europee viste aprire attorno alla parità. A Piazza Affari occhio a Tim
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire attorno alla parità, il future EuroStoxx 50 è a -0,1%.
Germania. L’inflazione tedesca è scesa ulteriormente al 2,2% in aprile, ha detto oggi l’ufficio federale di statistica, confermando i dati preliminari. I prezzi al consumo tedeschi, armonizzati per il confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea, erano aumentati del 2,3% su base annua a marzo.
Eni ha avviato la produzione dal campo Merakes East al largo dell’Indonesia.
Inwit. Nel primo trimestre ha registrato un aumento dei ricavi e dell’utile netto, e ha confermato le attese di una crescita dei ricavi per l’intero anno nel range 1,07-1,09 miliardi di euro, con margini Ebitda e EbitdaAL superiori rispettivamente al 91% e 73%. In una intervista a Il Messaggero il Dg Diego Galli dice che l’azienda è concentrata sul core business ma guarda anche alle opportunità di crescita nei settori adiacenti, citando la possibilità di estensione del modello di business dalle torri ad apparati attivi.
Stellantis. Aggiornerà il mese prossimo il piano di rilancio della produzione di veicoli in Italia, ha detto il responsabile dell’Europa Jean-Philippe Imparato.
Prysmian. Via libera dal Cda a un’emissione subordinata perpetua ibrida da massimo 1 miliardo di euro, i cui proventi saranno destinati all’acquisizione di Channell Commercial Corporation.
TIM. Sta valutando di integrare il proprio oggetto sociale per inserire l’offerta di servizi assicurativi, pagamenti digitali ed energia, che in prospettiva avranno un ruolo crescente nel business della società. Lo dicono due fonti vicine alla situazione, spiegando che l’argomento sarà all’esame del consiglio fissato per il 23 maggio.
Unicredit. Banco BPM. Un primo incontro procedurale tra UniCredit e i funzionari governativi responsabili del ‘golden power’ si terrà domani 15 maggio, hanno riferito fonti a Reuters.
Media For Europe. Secondo La Stampa e Il Giornale, la società sta considerando di alzare la sua offerta per ProSieben. Non cambia progetto industriale su ProSieben e conferma la volontà di rafforzare la posizione di primo azionista, ha riferito una fonte vicina alla società, dopo l’offerta lanciata dal gruppo ceco Ppf sul 29,9% del broadcaster tedesco.
Geox ha chiuso il primo trimestre con un calo dei ricavi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea con le previsioni del piano industriale, e un significativo miglioramento dell’Ebit margin. Conferma le previsioni per il 2025, anche se “con la dovuta cautela” per il panorama internazionale.
Juventus. Jeep pagherà 69 milioni di euro per diventare lo sponsor di maglia del club calcistico fino al giugno 2028.
De Longhi. Mediobanca alza a Neutral