Il 2025 si conferma difficile per l’élite dell’auto europea. Quello che un tempo era un comparto sinonimo di margini stellari e crescita inarrestabile, oggi è sotto scacco. Il mix esplosivo di dazi americani, tensioni geopolitiche e una Cina sempre più tiepida verso i brand occidentali ha travolto i marchi dell’automotive premium, in primis quelli tedeschi.
E così, Mercedes e Porsche crollano, Aston Martin rivede le stime al ribasso, e solo Lamborghini mantiene la rotta. Il comparto, da sempre sinonimo di performance, eleganza e innovazione, si ritrova ora a fare i conti con un contesto macroeconomico radicalmente cambiato.
Ecco come stanno le grandi firme del motore europeo.
Mercedes: utile più che dimezzato, ricavi in caduta
Il gruppo Mercedes-Benz ha chiuso il primo semestre 2025 con un utile netto in calo del 55,8% a 2,68 miliardi di euro, contro i 6,08 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Anche il fatturato segna una flessione dell’8,6%, attestandosi a 66,4 miliardi di euro, dai 72,6 miliardi del 2024.
Il secondo trimestre ha visto un calo dell’EBIT adjusted del 56% a 1,99 miliardi, e una flessione ancora più marcata dell’EBIT reale, sceso del 68% a 1,27 miliardi. La società ha attribuito la contrazione alle nuove tariffe USA, alla debolezza della domanda in Cina (–19% nei volumi) e a oneri straordinari, tra cui 750 milioni di euro legati alla ristrutturazione in Argentina.
La guidance 2025 è stata rivista al ribasso. Il margine operativo atteso per Mercedes-Benz Cars scende al 4-6%, contro il precedente 6–8%. Le vendite totali, così come gli investimenti, saranno “chiaramente inferiori” rispetto al 2024. “Stiamo adattando la nostra strategia alle nuove realtà geopolitiche”, ha dichiarato il ceo Ola Källenius, sottolineando l’impatto stimato di 362 milioni di euro derivante dai dazi.
Porsche: utili in picchiata, pesa la Cina e la transizione elettrica
Anche Porsche registra un semestre difficile, con una flessione dell’utile operativo del 67% a 1,01 miliardi di euro, rispetto ai 3,06 miliardi del primo semestre 2024. I ricavi sono calati del 6,7% a 18,16 miliardi, e il margine operativo sulle vendite è crollato al 5,5%, dal 15,7% di un anno prima.
Le consegne globali sono diminuite del 6,1%, a 146.391 veicoli, di cui il 36,1% elettrificati (23,5% elettrici puri e 12,6% ibridi plug-in). In Europa la quota di veicoli elettrificati ha superato il 57%.
Le difficoltà derivano principalmente dal crollo della domanda in Cina, l’impatto dei dazi Usa (stimato in 400 milioni di euro) e il rallentamento della transizione elettrica, soprattutto lato supply chain.
Porsche ha sostenuto oneri straordinari per 1,1 miliardi di euro, legati anche alla riorganizzazione aziendale e a investimenti nella mobilità elettrica. Nonostante ciò, il gruppo conferma la guidance 2025 con ricavi attesi tra 37 e 38 miliardi di euro, ma nella fascia inferiore del range si prevede un ritorno sulle vendite limitato al 5%. “Questa non è una tempesta che passerà”, ha dichiarato l’Ad Oliver Blume, “ma un cambiamento strutturale nel panorama globale”.
Lamborghini resiliente nella tempesta
Tra le case di lusso europee, Automobili Lamborghini è l’unica a registrare un semestre stabile. I ricavi si attestano a 1,62 miliardi di euro, in linea con l’anno precedente, mentre il risultato operativo è pari a 431 milioni, in lieve calo a causa del cambio sfavorevole.
Le consegne sono salite del 2%, a 5.681 vetture, segnando il miglior primo semestre di sempre. L’area Emea resta il mercato principale (2.708 unità), seguita dalle Americhe (1.732) e dall’Asia-Pacifico (1.241). La redditività operativa rimane molto elevata, con un margine del 26,6%.
L’ibridizzazione della gamma, con il successo di Revuelto e Urus SE, è indicata dal ceo Stephan Winkelmann come la chiave della tenuta: “La visione è condivisa dai clienti. La nostra strategia si dimostra vincente anche in un contesto globale turbolento”.
Aston Martin: ricavi giù del 34%, stime tagliate
Il secondo trimestre è in chiaroscuro per Aston Martin, che riporta ricavi in calo del 34% a 220,5 milioni di sterline e una perdita pre-tasse di 61,2 milioni, seppur in miglioramento rispetto ai –77,9 milioni dell’anno scorso. I volumi di vendita sono scesi dell’8%, con 972 veicoli consegnati, mentre il prezzo medio è aumentato del 4% a 191.000 sterline.
L’azienda ha abbassato le stime sull’utile per l’intero 2025, anche a causa dell’andamento negativo dei tassi di cambio e dell’incertezza sui dazi. Si aspetta, però, un miglioramento sensibile nel secondo semestre, trainato dalle vendite dei modelli speciali attesi nel quarto trimestre.
L’auto di lusso europea sta vivendo una fase di forte incertezza. Marchi che fino a poco tempo fa erano simboli di crescita continua e profitti record si trovano ora a fronteggiare mercati più difficili, costi più alti e clienti più cauti. E anche il secondo semestre 2025 non promette nella di buono.