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Borse chiusura 22 luglio: l’incertezza sui dazi innervosisce i mercati. A Milano gruppo Exor a due facce: boom di Iveco, cade Stellantis

Borse per lo più in ribasso per lo stallo delle trattative sui dazi. Il rally di Iveco, che Exor sta per vendere, la sospensione di Consob sull’Ops Unicredit-Banco Bpm, e la scivolata di Stellantis e l’exploit di Poste animano Piazza Affari

Borse chiusura 22 luglio: l’incertezza sui dazi innervosisce i mercati. A Milano gruppo Exor a due facce: boom di Iveco, cade Stellantis

Le Borse europee archiviano una seduta debole e senza slancio, in un contesto dominato dall’attesa per gli sviluppi sui dazi Usa-Ue e dall’avvio della stagione delle trimestrali negli Stati Uniti. Piazza Affari recupera nel finale e chiude piatta, sostenuta dai conti record di Poste Italiane e da Iveco che vola grazie alle indiscrezioni su una sua possibile cessione. Oltreoceano Wall Street procede contrastata, frenata da risultati societari misti.

Sullo sfondo restano i negoziati commerciali tra Washington e Bruxelles, con la scadenza del 1° agosto per l’introduzione di nuove tariffe ancora sul tavolo. Il segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, ha assicurato che “nei prossimi giorni” saranno annunciati nuovi accordi mentre ha ribadito che “non c’è alcun motivo per cui Jerome Powell debba dimettersi”. Il presidente della Fed, da parte sua, ha evitato commenti sulla politica monetaria, limitandosi a sottolineare la necessità di un sistema bancario ben capitalizzato.

Listini europei deboli, Milano difende quota 40 mila

A fine giornata, il Ftse Mib chiude invariato a 40.165 punti (0,00%), difendendo quota 40mila. A guidare i ribassi è Francoforte, con un calo dell’1,09%, seguita da Amsterdam (-0,80%) e Parigi (-0,69%). Più resilienti Londra (+0,12%) e Madrid (+0,07%).

Oltreoceano, i listini americani viaggiano senza direzione chiara. A metà seduta, il Dow Jones cede lo 0,1%, lo S&P 500 è piatto e il Nasdaq perde lo 0,4%. I mercati digeriscono alcuni risultati deludenti dopo i massimi storici toccati nella sessione precedente, con gli occhi puntati sui conti di Alphabet e Tesla, in arrivo domani.

Tra i titoli più osservati, Lockheed Martin crolla dell’8,5% dopo risultati inferiori alle attese, mentre General Motors arretra di oltre l’8% nonostante ricavi migliori delle previsioni. Coca-Cola cede l’1,3% dopo aver registrato una crescita modesta del fatturato (e il ritorno dello zucchero di canna nella ricetta per gli Usa), mentre si distingue in positivo Verizon, che avanza sostenuta dalla revisione al rialzo delle stime per l’intero esercizio.

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Piazza Affari tiene grazie a Poste e Iveco

A sostenere il listino milanese sono stati driver interni. In vetta al Ftse brilla Iveco Group (+7,78%), spinta dalle indiscrezioni su un’intesa imminente con Tata Motors per la cessione della quota di controllo da parte di Exor. Bene anche Poste Italiane (+2,77%), dopo conti semestrali oltre le attese e la revisione al rialzo della guidance: i ricavi sono saliti a 6,5 miliardi (+4,8%), con performance positive in tutte le aree di business.

Tra i migliori titoli si segnalano anche Campari (+1,71%), Enel (+1,37%), in scia al rialzo del target price da parte di Jefferies, Amplifon (+1,25%), Banco Bpm (+1,23%) Bper e Snam, entrambe in rialzo di oltre l’1%

Sul fronte opposto, le peggiori performance sono di Prysmian (-2,15%), Stellantis (-1,92%), Ferrari (-1,50%), Brunello Cucinelli (-1,25%) e Interpump (-1,04%).

Restano sotto i riflettori Unicredit (-0,27%) e Banco Bpm (+1,23%), dopo la decisione della Consob di sospendere per altri 30 giorni l’offerta pubblica di scambio promossa da Piazza Gae Aulenti. La Commissione, alla luce della sentenza del Tar e di una lettera della Commissione Ue, ha giudicato incerta la situazione normativa, rendendo difficile per gli azionisti valutare l’operazione. Intanto nel risiko bancario in atto, il cda di Illimity si è dimesso per agevolare “una rapida e ordinata integrazione” con Banca Ifis.

Fuori dal paniere principale, bene GVS (+2,48%) e ERG (+2,44%. In calo invece De’ Longhi (-2,94%), Ariston (-2,25%), Banca Generali (-2,21%) e Cementir (-2,20%).

Spread invariato, petrolio in calo

Lo spread Btp-Bund chiude invariato a 87 punti base, con il rendimento del decennale italiano stabile al 3,37%.

Sul fronte delle materie prime, il petrolio è in calo: il Brent scivola a 68 dollari al barile e il WTI a 65 dollari, appesantiti dai timori sulla domanda e dalle tensioni commerciali. In lieve ribasso anche l’oro, che scambia a 3.385 dollari l’oncia, mentre il gas naturale ad Amsterdam si mantiene poco sopra i 33 euro al megawattora.

Sul mercato valutario, l’euro/dollaro resta stabile a 1,1687, mentre il cambio euro/yen si aggira attorno a 172.

Buone notizie per l’Italia. Il Fondo Monetario Internazionale ha rilevato che l’economia italiana ha mantenuto un ritmo di crescita moderato, con un Pil salito dello 0,7% nel 2024 e atteso in crescita dello 0,5% quest’anno, per poi accelerare allo 0,8% nel 2026.

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