Unicredit chiude il trimestre con risultati superiori alle attese grazie all’aumento delle commissioni, ai solidi risultati dell’attività di trading e al costo del rischio ancora molto basso, mentre aumenta la guidance. Ma sul tavolo del risiko bancario si muoverà solo se vantaggioso per l’istituto.
Il primo trimestre di Unicredit
È un altro record per Unicredit il trimestre chiuso a marzo e di nuovo sorprende gli analisti con risultati sopra le aspettative in tutte le aree finanziarie. L’utile netto è in rialzo del 8,3% a 2,8 miliardi, con un utile per azione salito del 18,2% a 1,79 euro e un dividendo per azione in crescita del 46,3% a 0,89 euro. Il Rote è stato tra i migliori del settore al 22%, o al 26% su un CeT1 ratio del 13%, anch’esso sopra le attese.
I ricavi sono saliti del 2,8% a 6,5 miliardi, trainati da commissioni in rialzo del 8,2% a 2,3 miliardi che hanno più che compensato la riduzione del margine di interesse a 3,5 miliardi (-2,9%). I proventi da negoziazione, principalmente derivanti dall’attività della clientela, hanno fornito ulteriore sostegno. Il rapporto costi/ricavi è al 35,4%, in calo di quasi un punto percentuale anno su anno con costi ancora in calo a parità di perimetro mentre continuiamo a investire e a crescere.
I numeri sembrano piacere al mercato, con il titolo che a metà giornata guadagna il 4% a 55,92 euro.
Orcel: porteremo avanti solo le operazioni più convenienti per la banca
Resta aperta la partita del risiko bancario, ma tenendo gli occhi bene aperti, ha detto l’ad di Unicredit, Andrea Orcel, quando ha commentato i risultati. “Siamo posizionati per una serie di possibilità inorganiche nei nostri mercati, ma perseguiremo soltanto quelle in grado di migliorare il nostro forte e resiliente caso d’investimento standalone” ha dichiarato, confermando così implicitamente le operazioni straordinarie in pista, cioè la scalata a Commerzbank e l’ops su Banco Bpm, smentendo le ipotesi circolate nei giorni scorsi su un possibile passo indietro della banca. “La crescita inorganica offre possibilità interessanti perseguite solo se in grado di migliorare l’eccezionale caso d’investimento standalone di Unicredit a beneficio di tutti gli stakeholders”, dice la nota di Piazza Gae Aulenti.
Il numero uno di Unicredit ha fatto riferimento anche a una terza partita, quella sul Leone, ribadendo in un’intervista a Class Cnbc che la partecipazione in Generali “per noi è finanziaria, vogliamo fare il bene della società e questo è quello che ispira le nostre scelte”.
Orcel su Banco Bpm: “Aspettiamo chiarimenti sul Golden Power”
Parlando dell’offerta su Banco Bpm, Orcel ha sottolineato: “Non abbiamo pressioni per chiudere le fusioni e acquisizioni perché la nostra traiettoria standalone è già ben al di sopra” dei concorrenti diretti”. “È nostro compito identificare le opportunità di M&A in ogni mercato in cui operiamo. Sappiamo quali sono. Perché non le chiudiamo? Quando saranno nell’interesse degli azionisti, le chiuderemo, altrimenti non lo faremo. Non abbiamo pressioni sull’M&A. Sono molto paziente e calmo – ha aggiunto Orcel – e il cda è completamente allineato”.
In particolare, nel corso della conference call con gli analisti, il manager ha citato tra le altre cose le incertezze e le modifiche nell‘acquisizione di Anima da parte della stessa Banco Bpm, che hanno portato a una “distruzione di valore tra 1 e 1,7 miliardi” e la “erosione del capitale in eccesso”, nonché la necessità di fare accantonamenti da 800 milioni “per allineare la qualità degli asset di Banco Bpm alla nostra in Italia”: tutti fattori che portano il banchiere a identificare nell’Ops di UniCredit “un premio tra il 40% e il 50% rispetto a dove erano prima dell’offerta’”
A complicare ulteriormente il quadro è arrivata poi la decisione del governo sul Golden Power. “Abbiamo il diritto di avere il tempo di valutare. Ci sono alcuni elementi del Golden Power che, secondo noi, non sono chiari e non voluti, stiamo cercando di chiarirli. Dobbiamo esaminarli prima di prendere una decisione definitiva. Se non otterremo un chiarimento, dovremo dare la nostra interpretazione. Quando avremo tutto questo, prenderemo una decisione. Ma per il momento – ha concluso – non abbiamo pressioni. Abbiamo pazienza e aspetteremo”.
Durante la conference call, Orcel ha fatto riferimento anche all‘uscita dalla Russia, su cui pesa una delle condizioni principali imposte dall’Esecutivo: Unicredit “continua nell’attuazione di una strategia chiara e disciplinata” di uscita dalla Russia, ha spiegato. Nelle slide di presentazione agli analisti, la banca di Piazza Gae Aulenti ha confermato un’esposizione cross border quasi azzerata, in Russia, a fine marzo, e un retail ridotto di circa il 60%, in procinto di uscire in modo ordinato entro il primo semestre 2026.
Guidance migliorata e dividendo maggiore
Unicredit ha anche alzato la guidance per il 2025 (con possibile upside): l‘utile netto è stimato superiore a 9,3 miliardi con un RoTE maggiore del 17%. È inoltre prevista una distribuzione di dividendi superiore a quelle a valere sul 2024 grazie alla più elevata crescita dell’utile netto, spiega una nota. I ricavi netti per il 2025 sono attesi a circa 23,5 miliardi, migliori rispetto a quanto anticipato inizialmente grazie a un primo trimestre più solido e a un costo del rischio più contenuto. Unicredit conferma inoltre le ambizioni per un utile netto pari a circa 10 miliardi nel 2027.
“Potremmo alzare ulteriormente la nostra guidance. Se non l’abbiamo già fatto è a causa dell’elevata volatilità e dell’incertezza” presenti sul mercato, ha dichiarato l’Ad di Unicredit, Andrea Orcel, nel corso della conference call sui conti del primo trimestre. “Se alcuni dei trend che abbiamo visto” nel primo trimestre “saranno mantenuti faremo meglio” del previsto, ha aggiunto.
Nonostante il clima incerto, investimenti positivi e sicuri
Orcel celebra con i dati di oggi i “migliori risultati della storia di Unicredit e il diciassettesimo trimestre consecutivo di crescita redditizia” ha detto. Inoltre l’istituto ha registrato una straordinaria serie di risultati nel primo trimestre, superando le attese in tutte le metriche finanziarie e ampliando il divario positivo rispetto ai concorrenti.
E non preoccupa più di tanto uno “scenario macroeconomico, diventato più complesso e incerto” perchè anche in questo contesto “presentiamo un caso d’investimento differenziato in positivo e resiliente, con un elevato grado di visibilità sugli utili e sulla distribuzione, a beneficio dei nostri azionisti e per la loro sicurezza” sottolinea Orcel. “Tali premesse ci rendono sia fiduciosi nell’aumentare la nostra guidance per l’utile netto e per la distribuzione del 2025, sia convinti della nostra ambizione per il 2027. Siamo impegnati a conseguire una performance sostenibile e di elevata qualità, e concentrati nel supportare i nostri clienti e le nostre comunità in particolare in tempi sfidanti”, ha concluso il ceo.