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La Borsa galleggia ma Mps crolla ancora e soffrono Popolari e Telecom

Dopo un buon avvio, Piazza Affari si spegne nel pomeriggio e chiude in sostanziale parità ma Mps perde di nuovo più del 6% – in forte ribasso Bper, Banco Popolare e Cnh e Telecom continua la sua caduta – Il ritardo nel raggiungimento di un accodo sulle banche tra Roma e Bruxelles innervosisce il mercato e alimenta la speculazione – In controtendenza Yoox, Mediaset, Mediobanca, Prysmian e Azimut.

Il rimbalzo dei listini europei riesce a metà, frenato sul finale dalle vendite sul petrolio. Piazza Affari, dopo una mattinata di acquisti, rallenta e chiude sulla parità. Guadagni più consistenti per le altre Borse europee: Parigi +0,89%, Francoforte +0,56% e Londra +1,56%, Madrid +1,03% nonostante la tegola arrivata da Bruxelles. Oggi la Commissione Ue ha aperto una procedura per deficit eccessivo nei confronti della Spagna e del Portogallo.

Pausa per l’oro che rintraccia dello 0,54% a 1356,41 dollari al barile. Lo spread Btp-Bund risale dell’1,5% a 141,9 e rendimento all’1,26%. A Wall Street Dow Jones e S&P500 sono deboli. Petrolio Wti e Brent cedono rispettivamente oltre il 2% rispettivamente a 47,52 dollari al barile e 46,21 dollari dopo il dato sulle scorte settimanali che ha evidenziato un calo di 2,223 milioni mentre gli analisti si attendevano una riduzione di 2,3 milioni.

Positivi invece i dati sul fronte dell’occupazione. Nel settore privato la crescita è stata sopra le attese con la creazione di 172mila posti di lavoro, mentre le stime erano per un rialzo di 151mila. Il dato anticipa il rapporto sull’occupazione che sarà pubblicato domani.

In ribasso allo stesso tempo le richieste di sussidi iniziali di disoccupazione che sono scese di 16.000 unità a 254.000. Il dato è migliore delle previsioni degli analisti e  si attesta in media sotto quota 300.000 da 70 settimane, la serie migliore dal 1973. Il cambio euro dollaro si attesta a 1,106105 in calo dello 0,3%.

A Piazza Affari si mette in evidenza Yoox +6,02% in scia alle previsioni di crescita del piano al 2020. Yoox è stato tra i titoli maggiormente sotto la lente in relazione ai contraccolpi legati alla Brexit. Bene anche Mediaset +3,93%, Mediobanca +3,44%, Saipem +2,48% grazie a commesse per 1,5 miliardi di euro.

Nonostante l’allentamento delle tensioni sui listini, le vendite continuano sulle banche. Mps non smette di soffrire -5,79%, anche se la Consob ha esteso il divieto delle vendite allo scoperto per tre mesi. A partire da oggi, fino al 5 ottobre, non saranno ammesse le posizioni corte. Analogo provvedimento è stato preso, dopo i forti ribassi di ieri, sul Credito Valtellinese -0,5% e su Telecom Italia che segna comunque -2,76% sulla scia sempre del disimpegno dell’imprenditore francese Xavier Niel che diventerà concorrente con Iliad.

Tra le banche giù anche Bper -4,51% e Banco popolare -2,5%. Morgan Stanley ha indicato che lo stress test della Bce (i cui risultati sono attesi a fine luglio) è a rischio per la banca futura sposa di Bpm. La banca ha replicato duramente indicando che sebbene non sia al momento possibile rendere noti i risultati dello stress test europeo, “può anticipare di aver condotto internamente un esercizio di stress test applicando le linee guida, le indicazioni e i criteri fissati dall’Eba e che tale esercizio, contrariamente al fuorviante rapporto di Morgan Stanley del 6 luglio 2016, conferma la resilienza del Banco Popolare a fronte dello scenario avverso”.

Intanto le minute della riunione della Bce del 2 giugno rendono noto che durante la riunione è stato chiesto che il problema dell’esposizione bancaria su Npl, i prestiti deteriorati venisse risolta in modo comprensivo e a tutti i livelli così da evitare un’ulteriore frammentazione dei sistemi finanziari dell’area dell’euro. Allo stesso tempo in sede di Consiglio è stato anche sottolineato come il processo di risanamento dei bilanci bancari fosse faticoso e richiedesse un’attenta gestione anche alla luce delle esigenze di stabilità finanziaria. Oggi intanto si è svolta l’assemblea della Popolare di Vicenza.

In una lettera ai quotidiani locali il presidente di Quaestio Alessandro Penati scrive che il fondo Atlante prenderà in considerazione eventuali manifestazioni d’interesse per un ingresso nel capitale della Banca Popolare di Vicenza “soltanto se provenienti da soggetti in grado di garantire un reale apporto di capitali e che abbiano come obiettivo l’Ipo”. Secondo il Corriere della Sera manifestazione di interesse è arrivata da quattro fondi americani (Atlas Merchant Capital, Warburg Pincus, Centerbridge e l’hedge fund Baupost)  per rilevare sia la popolare vicentina che Veneto Banca con l’idea di fondere i due istituti. In assemblea l’ad Francesco Iorio ha riferito di non avere notizie di fondi interessati. Per Iorio la priorità ora è “avviare un percorso di risanamento per rendere la banca più appetibile dal mercato”.

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