Le Borse europee chiudono la giornata in netto ribasso in attesa di possibili novità dagli Usa sui dazi e della resa dei conti sul governo in Francia. Nel frattempo l’Eurostat ha pubblicato la stima flash sull’inflazione, salita nell’Eurozona al 2,1% ad agosto. L’orizzonte si sposta ora su venerdì, giorno in cui saranno pubblicati sull’occupazione Usa.
In questo contesto, a Milano gli occhi dei mercati sono concentrati sulle banche dopo il rilancio da 750 milioni annunciato questa mattina da Mps su Mediobanca. Entrambi i titoli viaggiano in rosso, così come le azioni della Popolare di Sondrio. Male anche Leonardo dopo i rialzi delle sedute precedenti. Va giù Telecom Italia in attesa del parere dell’Antitrust sull’operazione con Poste. Le vendite colpiscono anche il risparmio gestito, con Banca Mediolanum, Finecobank e Azimut in ribasso.
Alla fine si spegne l’effetto dei titoli del lusso trainati anche dal balzo di Lvmh a Parigi e a Piazza Affari si salvano solo Ferrari, che beneficia della promozione di Deutsche Bank a “Buy” con target price a 520 euro, e Buzzi.
Wall Street riapre in rosso dopo lo stop di ieri per il Labor Day. Dominano le vendite anche nel resto d’Europa: Francoforte è la piazza peggiore, seguita a ruota da Amsterdam, Milano e Madrid. Giù anche Parigi dopo i ribassi dei giorni scorso, mentre fuori dall’Ue scende Londra.
Ma se l’azionario resta in ombra è l’oro a prendersi tutta la scena. Spinto dall’’indebolimento del dollaro e dalla crescente aspettativa su un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a settembre, il bene rifugio per eccellenza è volato a nuovo record, sfondando per la prima volta la soglia dei 3.500 dollari l’oncia. Il contratto spot ha toccato 3.508,50 dollari e poi ha rallentato agli attuali 3.492 dollari, il future ha toccato 3.563,40 dollari e vale ora 3.520 dollari. “Gli investitori aumentano l’asset allocation in oro, soprattutto in vista dei tagli dei tassi da parte della Fed, stanno spingendo i prezzi al rialzo”, spiegano gli analisti di Ubs, il cui scenario di base “è che l’oro continuerà a raggiungere nuovi massimi nei prossimi trimestri”. Alcuni esperti ritengono che potrà salire anche oltre 3.600 dollari.
Spostando lo sguardo sul valutario, il cambio euro/dollaro scende a 1,1634, mentre tra le materie prime il petrolio è in deciso rialzo, trainato dal dollaro debole e dal timore che l’intensificarsi degli scioperi russi in Ucraina possa portare a interruzioni dell’approvvigionamento.
Infine lo spread, che sale da 89 a 92 punti base. In rialzo il rendimento del BTp decennale benchmark, che si attesta al 3,71%, rispetto al 3,64% della vigilia. In vista del voto di fiducia in Francia, gli occhi sono puntati anche sullo spread tra Italia e Francia in rapporto al Bund sulla scadenza decennale indicato a 10 punti base, con il rendimento dell’OaT al 3,57%, in rialzo sul closing della vigilia.