Condividi

Utility manager, il valore aggiunto della certificazione

Davide Bussini, Direttore Generale di UMA (Utility Manager Academy) e membro del consiglio direttivo Assium, spiega in che modo l’utility manager certificato, secondo la norma UNI 11782, porti valore aggiunto nelle agenzie che si occupano della gestione dei contratti di energia elettrica, gas, telefonia e connettività Internet

Utility manager, il valore aggiunto della certificazione

L’Utility Manager è ormai una figura professionale normata e riconosciuta – con competenze certificate dalla norma UNI 11782 – e non è più solo un semplice venditore di contratti per l’energia, il gas e le telecomunicazioni. Grazie all’impegno dei soci dell’Associazione Italiana Utility Manager – Assium, infatti, nel 2020 è stata introdotta la figura del Utility Manager come ruolo certificato e riconosciuto a seguito di un percorso di formazione ed esami.

Il settore purtroppo, in Italia, ha sempre goduto di una reputazione bassissima, dovuto al fatto che troppo spesso venivano proposti ai clienti contratti non adeguati alle reali esigenze e l’assistenza post-vendita è pressoché inesistenze o quantomeno inefficiente.

La normazione è quindi nata come inevitabile e urgente conseguenza di una profonda trasformazione: ripensare tutto il modello mettendo al centro l’interesse del cliente (famiglia o imprenditore) e la sua necessità di trasparenza nell’assistenza post-vendita.

Davide Bussini, direttore generale di FBC Italia, co-fondatore e Direttore Generale di UMA Utility Manager Academy, membro del consiglio direttivo di Assium e coordinatore del Tavolo UNI 11782, ne è convinto: un’agenzia che si occupa di gestione di utenze di luce, gas o telefonia e connettività, oggi non può più limitarsi a fornire il servizio di mera gestione dei contratti relativi alle commodities. Deve rinnovarsi in termini di competenze, contenere al proprio interno figure preparate, capaci di analizzare dati – economici e non solo – relativi alla situazione geopolitica, e di fare sviluppi previsionali di spesa per i propri clienti.

“Il futuro del mercato è il servizio in cui all’interno vi è la gestione delle varie commodity e quindi dei contratti specifici – sostiene Bussini -. Per decenni gli operatori e le agenzie hanno vissuto sulla ricerca spasmodica di nuovi contratti di pura commodity, con logiche di acquisizione sopra quelle di mantenimento, portando il settore al collasso. Oggi il mercato rigetta interamente questo modello di business ed è necessario che tutte le agenzie si allineino a questa nuova esigenza”.

Quali sono i servizi che deve offrire un’agenzia che si occupa di utilities?

Secondo Bussini, i servizi che un’agenzia deve proporre ai clienti, sia nell’ambito delle forniture di telecomunicazioni sia in quello delle forniture di energia, sono: “analisi dei dati, report di benchmarking, assistenza operativa e commerciale, quale il ticketing, la verifica della corretta fatturazione e soprattutto lo sviluppo di previsionali di spesa, il budgeting”.

L’innegabile valore aggiunto di avvalersi della consulenza di un Utility Manager qualificato è senz’altro quella di distinguersi dall’oceano rosso in cui la maggior parte delle realtà non certificate si trovano. Le attuali strategie delle agenzie non riescono a costruire portafogli solidi perché i professionisti che operano per conto di queste agenzie o anche individualmente, non hanno un’identità precisa e le competenze sono acquisite direttamente sul campo a scapito dei loro clienti.

Per Bussini, insomma, è fondamentale che oggi un Utility Manager sia certificato ed “educato”a trasmettere sicurezza al consumatore finale. “La certificazione come strumento di tutela – aggiunge – è uno dei principali argomenti che hanno permesso la scrittura della norma UNI 11782 del 2020 ed è, insieme al percorso di formazione, un primo passo verso l’innalzamento generale del settore, il primo spartiacque rispetto al passato”.

Commenta