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Borse in attesa della Fed domani. La guerra commerciale diventa guerra valutaria

Le borse asiatiche al rientro dai festeggiamenti per la Golden Week, sono toniche. Gli investitori sperano in un disgelo tra Usa, Cina e India. Borse europee sono viste aprire poco variate. A Piazza Affari da seguire Intesa Sanpaolo e Banco BPM

Borse in attesa della Fed domani. La guerra commerciale diventa guerra valutaria

Dopo le roboanti dichiarazioni di guerra sui commerci tra Usa e gli altri paesi clpiti dai dazi del presidente Donald Trump, sembra calato il silenzio: in realtà come in ogni guerra è arrivato il momento dello studio delle tattiche e delle manovre diversive e una di questa è quella di spostare il fronte bellico dal commercio alle valute, a iniziare dall’Asia. Dal dollaro tailandese, il movimento si è spostato su Hong Kong, lo yuan e il ringgit malese, con le banche centrali che sono intervenute in più casi. Oggi il dollaro si è leggermente rafforzato, ma il movimento tellurico preoccupa gli analisti. Al termine della Golden week di vacanza, le borse asiatiche sono per lo più positive, mentre i merati confidano in un disgelo tra Usa da una parte e Cina e India dall’altra. I futures sulle azioni europee indicano un’apertura fiacca, con i mercati che prendono tempo in vista della decisione di politica monetaria della Federal Reserve domani.

La guerra commerciale diventa guerra valutaria

Il silenzio della guerra commerciale, dopo le urlate dichiarazioni e le feroci minacce di Trump contro i paesi parter da decenni, è solo apparente: nel background si stanno muovendo altre truppe, con la divisa delle valute locali asiatiche. Nelle ultime ore il movimento ha rallentato il passo e il dollaro prende fiato, ma grossi movimenti sotterranei stanno avvenendo.

In avanscoperta c’è il dollaro taiwanese che ha visto un’impennata nelle ultime sedute alimentando le speculazioni su una possibile rivalutazione delle valute estere regionali per ottenere concessioni commerciali da parte degli Stati Uniti. Il suo rialzo suggerisce che è in corso un grande riassorbimento e mette in luce un’economia tra le tante in cui anni di grandi eccedenze commerciali hanno creato grandi posizioni lunghe in dollari presso esportatori e assicuratori che ora sono mese in discussione creando non poca ansia, dicono gli analisti.

Oggi la situazione si è spostata su Hong Kong: l’Autorità Monetaria di Hong Kong (HKMA), la banca centrale della città, ha effettuato un intervento per la terza volta in quattro giorni per mantenere l’ancoraggio della valuta locale al dollaro Usa. Stanotte la HKMA ha venduto la cifra record di 60 miliardi di dollari di Hong Kong (7,74 miliardi di dollari) di valuta locale e ha acquistato 7,8 miliardi di dollari al tasso di cambio di 7,75 per dollaro Usa poiché la valuta locale si è rafforzata fino al limite superiore della sua banda per la quarta volta questo mese, secondo un comunicato dell’autorità.

“Oggi la vera azione è sul mercato valutario asiatico” dice Charu Chanana, responsabile degli investimenti presso Saxo a Singapore. “Se queste valute continuano a rafforzarsi bruscamente, potrebbe scatenare il timore di una ‘crisi valutaria asiatica inversa’, con potenziali effetti a catena sul mercato obbligazionario, nel timore che le istituzioni asiatiche riconsiderino la loro esposizione non coperta alle partecipazioni in titoli del Tesoro.”

Nella Cina continentale, lo yuan offshore si è rafforzato e ha superato il livello di 7,2 rispetto al dollaro statunitense, per la prima volta da novembre. Stamane il dollaro taiwanese si è attestato a quota 30 per dollaro statunitense, non lontano dal massimo di quasi tre anni di 29,59 toccato lunedì, con un balzo dell’8% in due giorni. Il recente guadagno del renminbi è stato in gran parte guidato dalle aspettative che gli Stati Uniti e la Cina inizieranno presto a negoziare, ha dichiarato Xu Tianchen, economista senior per la Cina presso l’Economist Intelligence Unit, aggiungendo che un impegno a livello operativo potrebbe essere già iniziato, o essere in procinto di iniziare. “Possiamo ragionevolmente aspettarci che i due Paesi riducano alcuni dei loro dazi l’uno contro l’altro, in quanto sono eccessivi e insostenibili”, ha affermato. Segnali incoraggianti sono arrivati da Washington, infatti, dove il Segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, ha dichiarato alla CNBC che si aspetta di vedere progressi nei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina nelle prossime settimane. Anche il presidente Trump nel weekend aveva assicurato che sono in corso colloqui commerciali con diversi paesi, Cina inclusa, con l’obiettivo di raggiungere un accordo equo con Pechino.

Come un’onda lunga, la manovra valutaria si sta spostando in altre aree asiatiche. Il ringgit malese, ad esempio, è salito di quasi l’1,5% lunedì, raggiungendo il massimo da ottobre. Da allora si è indebolito, ma rimane vicino al livello di riferimento.

Borse asiatiche positive al rientro dalla Golden Week

Riaprono alcuni mercati asiatici dopo i festeggiamenti per la Golden Week, il periodo di festività intorno al Primo Maggio. Restano ancora chiuse le borse del Giappone e della Corea del Sud.

Sale anche il mercato della Cina interna: indice chi 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +1%, mentre lo Hang Seng +0,7%. In occasione della sentitissima vacanza di privavera asiatica, tra il primo e il cinque di maggio, in Cina tra ingressi e uscite i viaggiatori sono arrivati a 10,9 milioni, ha fatto sapere stanotte l’Amministrazione nazionale dell’immigrazione. I viaggi in entrata e in uscita degli stranieri hanno raggiunto quota 1,1 milioni, con un aumento del 43,1% rispetto all’anno scorso. Invece peggiora più del previsto l’attività dei servizi in aprile. L’indice dei responsabili degli acquisti dei servizi della Caixin China è sceso a 50,7, il livello più basso degli ultimi sette mesi, ha detto oggi Caixin e S&P Global, contro attese di 51,8. Lo scorso mese, “il litigio tra Cina e Stati Uniti ha limitato i miglioramenti del mercato”, ha scritto Wang Zhe, economista senior del Caixin Insight nel comunicato. Sulla parità i mercati azionari dell’India e di Singapore.

Il petrolio rimbalza dai minimi, Brent +1,5% a 61 dollari il barile. Oro +1% a 3.365 dollari l’oncia, ieri +2,8%.

L’India ha proposto l’azzeramento dei dazi su acciaio, componenti auto e prodotti farmaceutici su base reciproca fino a una certa quantità di importazioni, nel contesto dei negoziati commerciali con gli Stati Uniti, secondo quanto riferito a Bloomberg da fonti a conoscenza del dossier. Oltre questa soglia, le merci importate sarebbero soggette ai normali livelli di dazi. L’offerta è stata avanzata da funzionari del commercio indiano in visita a Washington alla fine di aprile, con l’obiettivo di accelerare i negoziati per un accordo commerciale bilaterale previsto per l’autunno.

Wall Street chiude in leggero calo in attesa del verdetto della Fed domani

E’ prevalsa la cautela ieri in chiusura a Wall Street, mentre gli investitori spostano l’attenzione sul meeting della Fed domani. Il Dow Jones ha chiuso la seduta con un leggero calo dello 0,24% e sulla stessa linea, si è mosso al ribasso l‘S&P-500, che ha perso lo 0,64%, chiudendo a 5.650 punti. Leggermente negativo il Nasdaq 100 (-0,67%); sulla stessa tendenza, in rosso l‘S&P 100 (-0,82%). Da segnalare le perdite di Apple, che evidenzia una perdita del 3,15%, Nike che soffre un calo del 2,12%,Starbucks a -3,58%.

Le attese per le mosse di politica monetaria della Fed sono per lo più di un mantenimento dei tassi di interesse invariati, al 4,25-4,50%, ma saranno particolarmene seguite le dichiarazioni del presidente Powell dopo i numerosi attacchi all’indipendenza della baaca centrale da parte di Trump.

Borse europee poco variate. A Piazza Affari da seguire Intesa Sanpaolo e Banco BPM

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire attorno alla parità, con il future EuroStoxx 50 a -0,1%. In agenda i dati PMI di aprile per Francia, Germania, Regno Unito e zona euro.

Intesa Sanpaolo comunicherà i conti del primo trimestre. Gli analisti si aspettano un utile netto di 2,43 miliardi. Ricavi per 6,7 miliardi. Il margine di interesse (NII) è atteso a 3,66 miliardi, mentre le commissioni nette, che derivano dal risparmio gestito, sono attese a 2,42 miliardi.

Mediobanca, Banca Generali. Il presidente di Generali Andrea Sironi, ritiene che nel prossimo Cda della compagnia previsto per domani si discuterà anche anche dell’Ops lanciata da Piazzetta Cuccia sulla controllata del gruppo triestino, Banca Generali, la scorsa settimana.

Ferrari, Diasorin, Amplifon pubblicheranno i risultati del trimestre.

Unicredit, Banco BPM. Il governo italiano non è disposto ad ammorbidire le condizioni imposte a UniCredit nell’Ops su Banco Bpm, il che potrebbe portare l’istituto guidato da Andrea Orcel a ritirare l’offerta, secondo Bloomberg News.

Stellantis. Ford ha ritirato le sue previsioni sul 2025 a causa dei dazi, l’impatto della guerra commerciale vale circa 1,5 miliardi di dollari sugli utili operativi rettificati. John Elkann e Luca de Meo, rispettivamente presidente di Stellantis e amministratore delegato di Renault, hanno parlato insieme al quotidiano francese Le Figaro, al fine di sollecitare una profonda revisione della strategia industriale europea verso la decarbonizzazione. Se questo cambio di approccio non avverrà rapidamente, l’Europa perderà definitivamente il suo status di produttore manifatturiero e diventerà un mero mercato per altri, a differenza di tutte le altre nazioni leader, hanno detto i due.

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