Le Borse europee accelerano a metà giornata, con gli investitori su un accordo tra Usa e Ue sui dazi. A sostenere il sentiment è la proroga al 1° agosto concessa da Donald Trump per negoziare eventuali intense prima dell’entrata in vigore delle tariffe doganali, anche se il presidente Usa ha ribadito che non ci saranno ulteriori rinvii. Sullo sfondo, pesa la minaccia di dazi su vari settori, tra cui il rame (per cui Trump ha parlato di un dazio del 50%) e i farmaci (con possibili dazi fino al 200%) mentre si valuta anche l’ultima uscita verso l’Unione europea: “La Ue ora ci sta trattando molto bene”, ha dichiarato, annunciando che entro due giorni sarà inviata una lettera ufficiale a Bruxelles per chiarire l’entità delle tariffe sull’export europeo. Parlando al Consiglio europeo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto: “Saremo fermi, ma preferiamo una soluzione negoziata. Stiamo cercando un quadro chiaro, da cui continuare a costruire. Restiamo fedeli ai nostri principi, difendiamo i nostri interessi, continuiamo il lavoro (nel negoziato con gli Usa) in buona fede e ci prepariamo a tutti gli scenari”.
Ieri seduta debole per Wall Street: il Dow Jones ha chiuso in calo dello 0,37%, S&P 500, -0,07%, Nasdaq piatta, +0,03%. I future di oggi sono pressocché piatti.
Sul valutario, il dollaro resta forte vicino ai massimi delle ultime due settimane e mezzo: scambia a 1,1715 contro euro, a 146,98 contro yen. Oro in flessione: il future agosto a 3.299 dollari l’oncia (-0,53%). In lieve calo anche il petrolio: Wti a 68,14 dollari (-0,28%), Brent a 69,97 (-0,26%). In rialzo invece il gas naturale ad Amsterdam, che apre a 34,50 euro al megawattora (+0,88%).
Seduta mista in Asia: Tokyo chiude a +0,33%, mentre Shenzhen resta sulla parità. Giù Hong Kong (-1,08%), bene invece Seul (+0,6%). Mercati sostanzialmente fermi anche a Mumbai (+0,03%) e in calo a Sydney (-0,61%). Intanto, dalla Cina arrivano nuovi segnali di rallentamento: l’indice dei prezzi alla produzione è sceso del 3,6% a giugno, registrando il 33° mese consecutivo di contrazione. Dato che alimenta le attese di nuovi stimoli da parte di Pechino.
A Piazza Affari, l’attenzione si concentra su Unicredit, che in attesa della sentenza del Tar sul golden power, ha ufficializzato la salita al 20% dei diritti di voto in Commerzbank, diventandone così il principale azionista. La banca ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie e ha annunciato l’intenzione di convertire presto anche il restante 9% della sua posizione sintetica, con l’obiettivo di raggiungere una partecipazione del 29%. Gli analisti di JPMorgan hanno incrementato il target price a 70 euro per azione dai precedenti 68 euro, confermando la raccomandazione a “Overweight”. Riflettori puntati anche sulla italo-francese EssilorLuxottica che scatta a Parigi dopo che Meta ha acquisito una quota di circa il 3%, pari a un investimento da 3 miliardi di euro. L’operazione rafforza la collaborazione tra i due gruppi, già alleati nello sviluppo degli occhiali smart, e potrebbe preludere a un incremento della partecipazione fino al 5%.
Tornando a Milano, bene Azimut dopo la promozione di Deutsche Bank: gli analisti hanno migliorato titola da “hold” a “buy”. Sale Prysmian con gli annunci di Trump su dazi per rame, e le banche con Mediolanum e Intesa in testa. Giù il lusso e Leonardo che ha annunciato l’acquisizione del 100% della svedese Axiomatics allo scopo di rafforzarsi nella cyber security.
Lo spread sale a 92 punti base, in lieve aumento dello 0,76% rispetto alla seduta precedente. Il rendimento del decennale italiano si attesta al 3,55%.