Le Borse europee riprendono fiato dopo il rally di lunedì innescato dagli accordi tra Stati Uniti e Cina sui dazi. Gli occhi dei mercati sono puntati sui prezzi statunitensi. Nel primo pomeriggio è stato infatti pubblicato il dato sull’inflazione di aprile 2025. Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, i prezzi al consumo hanno registrato un aumento dello 0,2% su base mensile, dopo il -0,1% del mese precedente e inferiore al +0,3% atteso dagli analisti. Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata del 2,3%, in frenata rispetto al 2,4% del mese precedente e inferiore al 2,4% atteso dal consensus. Si tratta del più piccolo incremento su 12 mesi da febbraio 2021.
In questo contesto le principali Borse del vecchio continente viaggiano poco sopra la parità, compresa Londra, nonostante il rialzo della disoccupazione al 4,5% nel primo trimestre. Rialzo più convito a Madrid, mentre Milano torna sopra i 40mila punti, momentaneamente toccati nella seduta di ieri, salendo ai massimi dal 2007.
Contrastati i mercati azionari asiatici e dell’area del Pacifico. La Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dell’1,4% trainata dal settore navale e bancario, Shanghai ha archiviato la seduta con un +0,2%, Seul è salita dello 0,04%, mentre Hong Kong ha ceduto 1,9% e Mumbai è in calo dell’1,5%. Sono sotto la parità i future della Borsa Usa.
A Piazza Affari l’attenzione degli investitori è ancora sul risiko bancario, con Mps in cima al Ftse Mib e forti acquisti su Mediobanca e Banca Mediolanum. Sulla parità Unicredit che ieri ha registrato un rialzo superiore al 4% dopo i conti record presentati dal Ceo Andrea Orcel, spingendo molte banche d’affari ad alzare il target price sul titolo. Secondo le previsioni, in settimana la banca avvierà i colloqui con il Governo in merito al golden power sull’offerta su Banco Bpm.
Riflettori puntati anche sull’auto, con Stellantis ancora in rialzo in vista della nomina del nuovo Ceo. Sugli scudi Iveco in scia alle nuove indiscrezioni di stampa emerse sulle offerte presentate da Leonardo e Rheinmetall da un lato e dalla spagnola Indra dall’altro sulla sua divisione Defence. In coda al Ftse Mib ci sono invece Nexi, Campari e Buzzi.