Le Borse europee proseguono la seduta sotto la parità, nonostante i record di Wall Street e il nuovo massimo del Nikkei a Tokyo. Gli investitori guardano alla revisione del rating della Francia da parte di Fitch dopo le recenti turbolenze politiche e le difficoltà del governo guidato da François Bayrou. Londra si muove invece in controtendenza, pur a fronte del brusco calo della produzione industriale di luglio e del peggioramento della bilancia commerciale. Intanto i future di Wall Street risultano contrastati, con il Dow Jones e l’S&P 500 in lieve calo, mentre il Nasdaq registra piccoli guadagni.
L’attenzione resta rivolta alla Federal Reserve: l’inflazione americana ad agosto è leggermente salita al 2,9% su base annua, mentre l’inflazione “core” resta stabile al 3,1%. Nonostante questo, i dati deboli sull’occupazione spingono gli operatori a scommettere su un ciclo di quattro tagli consecutivi dei tassi a partire dal 17 settembre. In Europa, la Bce ha lasciato i tassi invariati: la presidente Christine Lagarde ha migliorato le stime di crescita e definito i rischi “più bilanciati”, pur mantenendo un approccio dipendente dai dati.
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A Piazza Affari scattano Mps e Mediobanca, nonostante Standard & Poor’s abbia posto sotto osservazione con implicazioni negative il rating “Bbb+” a seguito dell’acquisizione del controllo da parte di Rocca Salimbeni. Bene anche le utility, mentre i titoli del lusso, sulla scia delle indiscrezioni relative al futuro dell’impero Armani e a una possibile quotazione nei prossimi anni. Vendite sull’automotive, con Stellantis in calo dopo che la cinese Byd ha smentito le parole del ceo Antonio Filosa sulla Germania, pubblicando i dati di vendita da gennaio ad agosto 2025. Giù anche Ferrari.
Fuori dal listino principale, Avio è in rally dopo i conti e l’annuncio di un aumento di capitale da 400 milioni per finanziare il nuovo piano industriale e potenziare la capacità produttiva nei settori spazio e difesa. In calo anche Ferragamo, dopo l’uscita del cfo Pierre La Tour, sostituito ad interim da Paolo La Morgia.
Sul fronte delle materie prime, l’oro resta vicino ai massimi storici (sopra i 3.682 dollari l’oncia), il petrolio arretra per i timori sulla domanda e sull’eccesso di offerta (con Brent a circa 66 dollari al barile e Wti a 62 dollari), mentre il gas europeo resta stabile a 32 euro al megawattora sulla piazza di Amsterdam. Sul valutario, l’euro consolida i guadagni sul dollaro (a 1,1727), sostenuto dalla fiducia della Bce nelle prospettive dell’Eurozona.