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Non solo Pil: arrivano 12 “indicatori di benessere”

Non solo Pil. Per valutare la qualità della vita dei cittadini non è sufficiente stabilire il peso dei beni e dei servizi prodotti dal Paese in un anno. Servono altri indicatore di benessere da associare al prodotto interno lordo. Se ne parla da anni in diverse sedi internazionali – dall’Ocse all’Onu – ma finora è mancato l’accordo su quali debbano essere questi indicatori della serenità popolare. Nell’incertezza generale, è stata l’Italia a raccogliere la sfida.

Come previsto dalla legge di Bilancio 20016, un comitato di esperti ha individuato 12 “Indicatori di benessere equo e sostenibile”, basandosi sul lavoro svolto negli anni da Istat e Cnel. Lo schema di decreto del ministero dell’Economia con gli indicatori è stato inviato in estate alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, che hanno dato parere favorevole. In attesa del decreto del Tesoro, nel frattempo il governo ha inserito nel Def in via sperimentale i primi quattro indicatori.

Eccoli:

1) Reddito medio disponibile.

2) Indice di diseguaglianza del reddito.

3) Tasso di mancata partecipazione al lavoro.

4) Emissioni di CO2 e di altri gas che alterano il clima.

Il Mef, entro il 15 febbraio, valuterà per la prima volta che impatto abbiano avuto le misure della legge di bilancio rispetto a questi parametri. Dopo di che, con il Def 2018, saranno introdotti gli altri otto indicatori:

5) Indice di abusivismo edilizio, per misurare il deterioramento del suolo e del paesaggio.

6) Indice di povertà assoluta, per determinare l’efficacia delle politiche contro l’esclusione sociale.

7) Speranza di vita in salute, per valutare la qualità della sopravvivenza, in una fase in cui la popolazione sta invecchiando.

8) Occupazione femminile, che aiuta a valutare l’efficacia dei servizi di welfare per la conciliazione casa-lavoro.

9) Sovrappeso e obesità, un fattore di rischio rilevante per varie patologie croniche.

10) Uscita precoce dall’istruzione, cioè la percentuale della popolazione fra i 18 e i 24 anni con al massimo il diploma di terza media.

11) Criminalità predatoria, che misura l’incidenza di furti in abitazioni, borseggi e rapine per valutare la sicurezza personale, con l’obiettivo di considerare gli effetti della microcriminalità.

12) Efficienza giustizia civile, scelto per valutare il rapporto fra cittadini e Stato.

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