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Al fondo L Catterton la maggioranza dei cosmetici di Kiko

Imagoeconomica

Il fondo L Catterton, specializzato in investimenti nel settore consumer, ha rilevato la maggioranza di Kiko Milano, gruppo della cosmetica da oltre 800 milioni di euro di ricavi. La famiglia Percassi, che ha fondato Kiko nel 1997, manterrà una “partecipazione significativa” nella società. “Ci siamo aperti a una partnership con un investitore di rilevanza internazionale come L Catterton, che riteniamo potrà contribuire ad accelerare la crescita di Kiko a livello globale, mettendo a disposizione una vasta esperienza ed un ampio network nel settore della cosmetica”, dichiara Antonio Percassi, che resterà presidente di Kiko.

L Catterton e Kiko, operazione top secret

I termini dell’operazione sono top secret, ma, in base a fonti prossime al dossier, alla società è stato attribuito un enterprise value attorno a 1,4 miliardi di euro.

Fondata a Bergamo nel 1997 da Antonio e Stefano Percassi, Kiko è uno dei più grandi marchi indipendenti di cosmetica al mondo, che vanta una rete di vendita al dettaglio di oltre 1.100 negozi in 66 mercati e a un’efficiente piattaforma di e-commerce. L’azienda ha clienti di tutte le età con un solido e fidelizzato rapporto.

Nik Thukral, managing partner del Flagship Buyout Fund di L Catterton, ha dichiarato: “Siamo profondamente onorati di collaborare con Antonio e la famiglia Percassi per rafforzare ulteriormente il posizionamento globale di questo marchio, insieme a John Demsey, grande esperto del settore e senior advisor di L Catterton”. Arabella Caporello, partner di L Catterton Europe, ha rassicurato che rimarrà alla plancia di comando l’ad, Simone Dominici. “Non vediamo l’ora di lavorare a fianco del ceo e del suo team per sfruttare l’incredibile potenziale dell’azienda”, ha commentato.

L Catterton vanta una significativa esperienza negli investimenti a livello globale in oltre trenta marchi nel settore beauty in tutto il mondo, tra cui Intercos, Elemis Etvos, Maria Nilla e Oddity.

L Catterton è stato assistito dallo studio Bonelli Erede e da PriceWaterhouseCoopers, mentre la famiglia Percassi è stata assistita da BofA Securities, Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas, Studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici e Deloitte.

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