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Effetto Grecia sui bond ma in Borsa Deutsche Bank pesa sulle banche

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Seduta fiacca per le piazze europee che chiudono in leggero calo, dopo un peggioramento d’umore a seguito dell’opening bell stonata di Wall Street. I listini a stelle e strisce risentono del boom dei dati sul lavoro di venerdì e delle conseguenti probabilità ridotte di un allentamento monetario da parte della Fed (si stima ancora un taglio dello 0,25% per fine luglio), mentre l’attenzione si sposta adesso all’intervento che il governatore della Banca centrale, Jerome Powell, terrà al Senato e alla Camera a metà settimana e alla pubblicazione delle minute dell’ultima riunione. Il tutto condito dal pessimismo di Morgan Stanley sull’andamento dell’azionariato mondiale nei prossimi mesi, dal calo della lira turca (ridimensionato al momento a -1,73% contro il dollaro) dopo che Erdogan ha cacciato i governatore della Banca centrale, Murat Cetinkaya e dall’Iran che annuncia “da oggi arricchiamo l’uranio al 5%”.

Piazza Affari bilancia vendite e acquisti e si ferma a 21.976 punti, -0,04%. Sostengono il listino Pirelli +3,06%, con gli analisti di JpMorgan che ne hanno alzato il prezzo obiettivo; Juventus +2,45%, animata dal calciomercato; Tenaris +2,23% e Saipem +1,68%, con i rialzi del petrolio; Recordati +1,76%. Sono in rosso molti titoli finanziari, con l’eccezione di Mps (+3,71%), al nono balzo consecutivo, dopo il recente collocamento di un bond da 500 milioni. In maglia nera Finecobank -3,6%, seguita da Banco Bpm -2,53%, Unicredit -1,77%; Ubi –1,53%. Il settore, a livello europeo, soffre il crollo di Deutsche Bank, -5,32% a Francoforte, -0,2%. Il colosso bancario teutonico perde progressivamente terreno con l’annuncio della maxi ristrutturazione che prevede il taglio di 7 miliardi di costi e l’uscita di 18mila dipendenti entro il 2022. Chiusura in frazionale perdita per Madrid -0,46%, senza emozioni Parigi -0,08% e Londra -0,07%. Brilla il rosso di Atene -2,15% dopo la vittoria della destra alle elezioni. 

Euro-dollaro poco mosso in area 1,121. Petrolio in ascesa con il Brent a 64,61 dollari al barile (+0,59%); l’oro non trova per ora slancio per riagganciare quota 1400 dollari e si muove poco sopra 1396 dollari l’oncia.

Il secondario italiano cambia più volte segno nel corso della seduta: alla fine il rendimento del decennale è all’1,78%, complice l’effetto Grecia, e lo spread con il Bund sale a 216,4 punti base (+1,93%). Per il ministro Giovanni Tria bisogna continuare lo sforzo di aggiustamento strutturale anche per il 2020, mentre il taglio delle imposte dirette come l’Irpef dovrebbe essere bilanciato aumentando quelle indiretta come l’Iva.

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