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Borsa chiusura 25 aprile: Pil e inflazione Usa pesano su Wall Street (giù Meta) e deludono l’Europa. Milano in calo, arretra il lusso

Photo by David Vives on Unsplash

Le pazze spese di Meta per l’intelligenza artificiale, il Pil deludente del primo trimestre e l’inflazione più forte del previsto negli Stati Uniti, pesano oggi su Wall Street (Nasdaq -1,7%) e si riflettono sui listini europei, che chiudono in calo valutando anche una lunga serie di trimestrali di importanti società del Vecchio Continente.

Europa in rosso, tranne Londra spinta dalla maxi offerta per Anglo American

Nel rosso panorama europeo si salva Londra, +0,49% che ha aggiornato in seduta i propri massimi storici sulla scia di Anglo American (+16,1%) che ha ricevuto un’offerta di acquisto per 31,1 miliardi di sterline (oltre 36 miliardi di euro) dal gruppo minerario Bhp.

Piazza Affari perde lo 0,97% e arretra a 33.939 punti base, in una seduta dai volumi ridotti nel giorno della Festa della Liberazione. Si salva Stm (+0,98%), nonostante la trimestrale abbia deluso, mentre cade Iveco (-3,14%) e soffre il lusso.

A pesare sulle grandi firme oggi è anche il rosso di Hermes (-2,38%), dopo quello di Kering di ieri, su numeri trimestrali deludenti nella divisione orologi. Il principale listino di Parigi arretra così dello 0,93%, anche se i risultati sostengono la banca francese Bnp Paribas (+1,57%). Nel settore vola a Francoforte (-0.87%) la tedesca Deutsche Bank (+8,06%) su conti trimestrali positivi e così Banco de Sabadell (+11%) a Madrid (-0,41%). Zurigo cede l’1,01%, appesantita da Nestlè -2,28%, che ha mancato le stime di crescita delle vendite organiche del primo trimestre.

Wall Street in ribasso, tra dati macro e crollo di Meta

Wall Street viaggia in ribasso, allarmata dai dati macro, senza riuscire a scaldarsi alla stagione degli utili.

Sul fronte macro delude il Pil del primo trimestre, che è aumentato a un tasso annualizzato dell’1,6%, contro attese di un aumento del 2,4% e dopo una crescita del 3,4% nell’ultimo quarto 2023. La notizia non sembra utile neppure a modificare le attese sui tempi della Fed per un allentamento monetario, perché a quanto pare l’inflazione non molla: il dato Pce nei primi tre mesi dell’anno è al 3,4% e l’inflazione di fondo è al 3,7%, contro attese più basse e soprattutto un balzo rispetto al trimestre precedente (+1,8% e +2%).

A pesare sull’umore degli investitori sono anche i conti presentati ieri da Meta (-11%). La trimestrale non ha deluso, ma quello che preoccupa è il mix di vendite più deboli del previsto nel trimestre in corso unitamente alle maggiori spese in conto capitale soprattutto in intelligenza artificiale. Male Ibm (-9,56%) dopo i numeri.

Nel settore tech presenteranno i loro conti più tardi anche Alphabet (-3,5%), Microsoft (-3,59%), Intel (+0,65%).

S’indebolisce il dollaro

I dati deludenti sulla crescita economica Usa pesano oggi sul dollaro, che si sgonfia leggermente consentendo all’euro di recuperare un cambio intorno a 1,07. Tenta di riprendere leggermente quota lo yen (che resta in ogni caso in zona minimi da 34 anni a 155,52), mentre è in corso la riunione di politica monetaria della BoJ.

Tra le materie prime è in leggero calo il petrolio, mentre l’oro si apprezza. Corre il rame.

Piazza Affari, banche miste

Sono solo sei oggi le blue chip in guadagno e tra queste ben due sono banche, vale a dire Bper +1,92% e Monte Paschi +0,56%. Popolare di Sondrio cede invece lo 0,93%, nonostante la promozione di Fitch che ha alzato il rating a ’BBB-’, con outlook stabile.

Sono in lieve calo anche le big, Intesa -0,4% e Unicredit -0,57%.

Si conferma tra le migliori azioni del giorno Stm, che aveva sbandato stamani a seguito di una trimestrale sotto le attese, con un taglio delle stime annuali 2024 (ricavi tra 14 e 15 miliardi di dollari, contro la precedente forbice tra 15,9 e 16,9 miliardi). A dare una spinta positiva sono state le parole dei vertici sulle prossime strategie.

Completano il quadro delle big cap in rialzo Erg +0,83%, Hera +0,83%, Eni +0,12%.

Le perdite del giorno maggiori sono di Iveco, Nexi -2,98%, Prysmian -2,71%, Leonardo -2,56%.

Il lusso arretra: Cucinelli -2,02%, Moncler -3,05%. La regina dei piumini soffre, nonostante i conti del trimestre che Equita definisce “eccezionali” in particolare per i ricavi retail e in scia ai quali JP Morgan, Jefferies e Rbc hanno migliorato il loro prezzo obiettivo sul titolo.

Spread stabile, ma i tassi salgono e il Btp si avvicina al 4%

Lo spread rimane stabile, ma i tassi salgono sul secondario. Il differenziale di rendimento tra decennale italiano e decennale tedesco chiude a 138 punti base, ma il rendimento del Btp si avvicina sempre di più al 4% ed è indicato in chiusura al 3,98%, mentre il Bund è al 2,6%.

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