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Vino, Mantovani (Veronafiere): l’export tira, in arrivo investitori esteri

Chi fosse alla ricerca di un settore che ha non ha mai sofferto la crisi degli ultimi anni sa di poter far centro con un’eccellenza del Made in Italy: il vino. I numeri possono indicarci la forza di questo prodotto all’interno del settore agroalimentare: in Italia si contano circa 380mila aziende vitivinicole che rappresentano il 23% totale delle imprese agricole del nostro Paese. E sono tantissimi i prodotti di eccellenza in Italia. Si contano, infatti, 73 tipologie docg (denominazione di origine controllata e garantita), 332 doc (denominazione di origine controllata) 1 118 tipologie di igt (indicazione geografica tipica).
L’occasione per fare il punto su un settore-chiave che ha garantito esportazioni per 5 miliardi nel 2014, è l’avvicinarsi di Vinitaly, il salone internazionale del vino giunto alla 49esima edizione, in programma a Verona dal 21 al 25 marzo. Quest’anno arriveranno a Verona oltre 4.000 espositori, confermando la vitalità del settore. I produttori si confrontano con l’obiettivo, ambizioso, lanciato dal premier Matteo Renzi di incrementare l’export del 50% entro il 2020. Ed è proprio su export e investimenti che abbiamo parlato con Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, società che organizza il Vinitaly, l’importante salone internazione del vino, giunto quest’anno alla sua 49esima edizione.

In una vostra ricerca tra i primi 30 produttori italiani è emerso che il fatturato delle cantine italiane intervistate è cresciuto del 5% lo scorso anno rispetto al 2013. La crisi sembra non aver colpito il settore vinicolo italiano, siamo il primo esportatore al mondo con 2 milioni di ettolitri. E’ così?

Il settore sta tenendo molto perchè sono cresciute tutte le realtà di esportazione. Siamo in crescita negli Stati Uniti e nel Nord Europa. Il dato relativo al Nord Europa è interessante e riguarda la fascia che comprende l’Inghilterra, i Paesi scandinavi e la Germania. Siamo i primi esportatori in Regno Unito, negli Usa e in Germania. Bene anche la Russia, nonostante le vicende geopolitiche mentre in Cina si registra una fase nuova perchè lentamente i cinesi stanno scoprendo il vino italiano.

L’export è sicuramente il traino per il settore del vino ma ci sono anche timidi segnali di ripresa nel mercato interno. Torneremo ai consumi di qualche anno fa?

Ci sono stati due-tre anni in cui si è registrato un po’ di affanno ma nell’ultimo anno ci sono stati dei segnali di recupero. Tuttavia credo sia difficile tornare ai consumi di qualche anno fa in Italia. La difficoltà non è relativa ai problemi economici ma è legata a una variazione degli stili di vita, non solo in Italia ma anche negli altri Paesi storicamente grandi consumatori di vino come Francia e Spagna.

Spostandoci sul fronte degli investimenti, si è parlato dell’interesse di gruppi esteri. Sono in arrivo investitori stranieri?

Sì. C’è un grande fermento. Ci sono alcuni soggetti esteri interessati al mercato italiano ma al momento non ci sono ancora notizie ufficiali. Quello degli investimenti internazionali è un tema importante e sarà approfondito nell’evento di dicembre Wine2Wine. Sarà quello il momento in cui si potranno raccontare le prime storie reali di investimenti internazionali, anche di accessi in Borsa perchè ci sono alcune aziende che stanno valutando quest’ipotesi.

A Expo 2015 un padiglione sarà dedicato al vino. E’ la prima volta nella storia delle Expo fin qui realizzate. Vinitaly ha avuto l’incarico da parte del Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina di curarne la realizzazione. Come sarà strutturato il padiglione Expo “VINO – A taste of Italy”?

Il padiglione che stiamo preparando per Expo sarà dedicato esclusivamente al vino italiano e sarà per metà dedicato a un primo approccio al vino offrendo un’esperienza emozionale. Puntiamo da una parte a raccontare cos’è il vino partendo dai vitigni fino ad arrivare alle denominazioni e lo vogliamo fare cercando di coinvolgere i visitatori del padiglione attraverso l’utilizzo di quattro dei cinque sensi: tatto, vista, olfatto e udito. Al quinto senso, il gusto, sarà dedicata la parte superiore del padiglione dove si accederà con una tessera di accredito attraverso la quale si potrà avere diritto a un massimo di sei degustazioni da 30 centilitri.

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