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Unicredit e Sace, accordo per le imprese creditrici della P.A.

Le divisioni factoring di Unicredit e Sace hanno raggiunto un accordo finalizzato al rafforzamento del sostegno alle imprese, in primo luogo Pmi, che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione.

In base a questo accordo Unicredit Factoring metterà a disposizione di Sace Fct una linea di credito dedicata ai fornitori della PA per un importo massimo di 500 milioni di euro. Il plafond messo a disposizione verrà utilizzato soprattutto per operazioni che Sace gestirà in pool con Unicredit Factoring qualora queste siano compatibili con le linee guida fissate nell’accordo.

L’accordo è stato presentato in un incontro, tenutosi questo pomeriggio presso la sede di Unicredit, ed ha visto la presenza oltre ai responsabili delle divisioni che hanno dato vita all’accordo, Ferdinando Brandi A.D. di Unicredit Factoring, Alessandro Decio Responsabile Divisione F&SME di Unicredit e Federico Mongelli D.G. di Sace Fct, anche i rappresentanti delle due società capogruppo, Roberto Nicastro D.G. di Unicredit e Alessandro Castellano A.D. di Sace.

Nel corso della presentazione, più volte, i rappresentanti di entrambe le società hanno dato risalto all’importanza del lavoro di gruppo ed alla capacità di “fare sistema” che Sace ed Unicredit hanno messo in campo.

L’accordo, infatti, permette di sfruttare al meglio e per uno scopo unico le caratteristiche peculiari delle due società, da una parte Unicredit metterà a disposizione la sua capillarità territoriale e la prossimità alle imprese, dall’altra Sace potrà garantire un rapporto migliore con la PA.

Mongelli e Brandi, dimostrando grande soddisfazione per il raggiungimento dell’accordo, hanno dichiarato l’avvio di una partnership fra le due società che testimoni la volontà di agire in sinergia per aiutare concretamente il rilancio e la crescita del sistema produttivo italiano.

Sono stati individuati due problemi chiave la cui risoluzione permetterebbe agli operatori del settore factoring che operano su crediti vantati verso la PA di agire in maniera migliore. Il primo riguarda la certificazione dei crediti, tema sul quale è possibile un intervento legislativo che secondo Nicastro agirebbe come moltiplicatore dei volumi di crediti smobilizzati; il secondo problema, sul quale è più difficile intervenire, riguarda l’eccessiva concentrazione geografica o nei confronti di alcuni enti pubblici, nello specifico regioni con termini di pagamento molto lunghi (fino ai  925 giorni di media per la Calabria) e Asl. Dal 2009 al 2011 solo sei regioni hanno accorciato i tempi di pagamento e la performance migliore è stata fatta registrare dalla Regione Puglia con un accorciamento dei tempi medi di 92 giorni.

Le cifre in ballo sono notevoli, si stima infatti che i crediti delle imprese verso la PA siano compresi in un range che va dai 70 ai 100 miliardi di euro. Un’accelerazione in quest’ambito sarà data dall’entrata in vigore in Italia della direttiva europea sui tempi di pagamento della Pa. L’intenzione del Governo sembra essere quella di approvare prima degli altri Paesi Europei, già entro Settembre, la direttiva che imporrà il termine massimo per i pagamenti della PA a 30 giorni (appare probabile una dilazione a 60 giorni per gli enti sanitari) dall’attuale media di circa 300.

L’accordo permetterà quindi di dare una boccata d’ossigeno in termini di credito immediatamente disponibile per le imprese, soprattutto medio piccole, per finanziare la produzione o per avviare progetti di investimento. Castellano, infine, ha evidenziato i risvolti negativi che i ritardi nei pagamenti hanno sulla finanza pubblica in relazione all’aggravio degli oneri relativi al debito con una naturale ricaduta sulla collettività dei taxpayers.

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