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Export Made in Italy: la guerra Russia-Ucraina manda in fumo 13 miliardi di euro, moda e auto i più colpiti

Pixabay

La chiusura del commercio in Russia si è abbattuta sull’export Made in Italy, colpendo le 130 aziende italiane attive nel Paese, per una perdita complessiva di 13 miliardi di euro. Solo con la chiusura dei marchi in territorio russo, l’export europeo ha rinunciato a 63 miliardi di euro in beni di lusso. Il conflitto ha portato a un netto ridimensionamento delle previsioni di crescita su scala mondiale. Secondo il Centro Studi Confindustria, anche il PIL italiano vedrà un ribassamento delle previsioni di crescita, che nel 2022 sarà pari solo al +1,9%.

Battuta d’arresto per l’export online del Made in Italy

La vendita online dei prodotti italiani è stata una diretta conseguenza del turismo russo, dal momento che spesso i turisti appassionati tendono a comprare on-line i prodotti che hanno conosciuto in vacanza direttamente in Italia. Ecco allora che la battuta d’arresto nel settore dell’e-commerce per quanto concerne l’export online riguarderà principalmente il settore moda, che in Italia rappresenta il 53% dell’export on-line di beni di consumo, per un valore di circa 7,1 miliardi di euro. Ma non soltanto il fashion verrà colpito, anche alimentare e arredamento, che in Italia pesano rispettivamente il 14% e l’8% sul valore complessivo dell’export digitale dei prodotti di consumo. In totale le perdite si stimano tra i 700 e gli 800 milioni di euro, pari al 5-6% del valore totale dell’export digitale in Italia.

L’export Made in Italy totale verso Russia e Ucraina

Secondo i dati Istat, l’export verso la Russia e l’Ucraina vale nel complesso 9,8 miliardi di euro, rispettivamente con una quota di 7,7 miliardi per la Russia e di 2,1 miliardi per l’Ucraina, dei quali la quasi totalità riguarda il settore manifatturiero. In questo panorama, il comparto dell’automotive pesa per il 4% dei beni esportati a Kiev, pari a circa 91 milioni e per il 6% per quelli esportati in Russia, pari a oltre 421 milioni. Per quanto riguarda invece il comparto degli autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, il settore vale 86,1 milioni di prodotti esportati verso l’Ucraina e 315,7 milioni verso la Russia, mentre le vendite di altri mezzi di trasporto sono pari a 105,5 milioni di export verso la Russia e 5 milioni verso l’Ucraina.

Le Regioni più danneggiate

Da evidenziare che tra le Regioni italiane maggiormente danneggiate dalla guerra risulta al primo posto l’Emilia-Romagna, con i suoi 114,2 milioni di beni esportati verso la Russia, seguita dal Piemonte con 111,1 milioni e da Lazio e Lombardia che vedono in pericolo rispettivamente 57,9 e 55,3 milioni. In particolare, la Lombardia rileva vendite verso l’Ucraina per un valore di 38,7 milioni. Tra i maggiori esportatori verso Kiev troviamo anche l’Abruzzo, che vede compromessi 19,6 milioni di export, seguito dal Piemonte con 14,8 milioni e l’Emilia-Romagna con 12,6 milioni.

Un focus sull’automotive

Tuttavia, l’impatto del conflitto sul comparto automotive non riguarda solo il profilo delle vendite. Anche la reperibilità di materie prime per l’approvvigionamento rappresenta una seria problematica per l’intero settore. Infatti, va considerato che l’Ucraina è al 9° posto per produzione di acciaio e al 10° per l’export mondiale di cablaggi per auto, pari al 3,4% della produzione mondiale. La Russia è invece il 3° produttore mondiale dopo Indonesia e Filippine di nichel, indispensabile per veicoli elettrici, pari al 10% del totale prodotto a livello globale. Particolare l’impatto per le batterie al litio destinate ad auto elettriche e, in parte minore, per quelle ibride: il costo delle materie prime è cresciuto già di oltre il +20%.

Alla luce di questo scenario, S&P Global Mobility ha rivisto al ribasso le stime sulla produzione automobilistica globale per il 2022 e il 2023, con -2,6 milioni di veicoli rispetto alle precedenti stime quest’anno. Nello specifico, ci saranno -1,7 milioni nel 2022 e 480 mila veicoli prodotti in meno negli USA nel 2022 e -549 mila nel 2023. Nel complesso, nel 2022 si produrranno nel mondo 81,6 milioni di veicoli e 88,5 milioni nel 2023.

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