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Bce: inflazione bassa, ripresa a rischio

FIRSTonline

La Banca centrale europea conferma la prospettiva di “ lento recupero” per l’economia dell’Eurozona, ma ribadisce che “la disoccupazione resta elevata” e “i necessari aggiustamenti di bilancio nei settori pubblico e privato continueranno a pesare sul ritmo della ripresa: i rischi per le prospettive economiche continuano a essere orientati al ribasso”.

Per queste ragioni, nel suo ultimo bollettino mensile la Bce ribadisce che manterrà i tassi d’interesse bassi ancora a lungo: “Le recenti indicazioni avvalorano appieno la decisione del Consiglio direttivo di mantenere un orientamento accomodante di politica monetaria finché sarà necessario; ciò sosterrà la graduale ripresa dell’economia nell’area dell’euro”. La scorsa settimana l’Eurotower ha confermato il costo del danaro al minimo storico dello 0,25%.

INFLAZIONE, TAGLIATE STIME 2014 E 2015

I previsori della Bce hanno tagliato le stime di inflazione per l’area dell’euro, portandole all’1,1% per il 2014 e all’1,4% per il 2015, con una correzione al ribasso rispettivamente di 0,4 e 0,2 punti percentuali. E’ quanto risulta dalla Survey of professional Forecasters relativa al primo trimestre di quest’anno, pubblicata nel bollettino e redatta sulla base delle risposte di 53 previsori tra i 16 e il 24 gennaio. Quanto alle attese di inflazione a più lungo termine, la previsione puntuale media è rimasta all’1,9%, malgrado un ulteriore lieve calo a livello del secondo decimale. 

Le aspettative di crescita del Pil in termini reali nel 2014 e nel 2015 rimangono stabili, rispettivamente all’1% e all’1,5%. La crescita attesa per il 2016 si colloca all’1,7%, indicando una ripresa continua, benché graduale, dell’attività economica nei prossimi anni. In base ai commenti qualitativi, i partecipanti si attendono un recupero della domanda interna continuo ma moderato.

IN AUMENTO INCERTEZZE SU MERCATI OBBLIGAZIONARI

“L’incertezza circa gli andamenti futuri dei mercati obbligazionari è aumentata su entrambe le sponde dell’Atlantico”, scrivono ancora gli economisti della Bce, spiegando che all’inizio di febbraio la volatilità implicita si collocava attorno al 5,6% nell’area dell’euro e al 6,1% negli Stati Uniti. La Bce segnala, peraltro, che “a gennaio e nei primi giorni di febbraio i rendimenti dei titoli di Stato sono diminuiti nell’area dell’euro e negli Stati Uniti per effetto della pubblicazione di dati economici contrastanti l’economia mondiale, nonché della turbolenza in alcuni mercati emergenti”. I differenziali di rendimento fra titoli sovrani nell’area dell’euro sono “diminuiti nella maggior parte dei Paesi”.

ALLARME DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

“Il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato in maniera particolarmente marcata nei paesi soggetti a tensioni di mercato – si legge ancora nel bollettino –, portandosi nel 2013 su valori compresi fra il 50 e il 60% in Grecia e in Spagna e raggiungendo livelli prossimi al 40% in Italia, Portogallo e Cipro e al 30% in Irlanda”. L’andamento della disoccupazione giovanile mostra “notevoli differenze fra paesi: in Austria e a Malta l`incremento è stato moderato e in Germania si è persino registrato un calo”.

In generale, gli ultimi dati sul mercato del lavoro dell’area euro “mostrano una certa stabilizzazione”, ribadisce la Bce: lo scorso dicembre “il tasso di disoccupazione è stato pari al 12%, invariato rispetto ai due mesi precedenti. Tale stabilità, che cela una flessione del numero dei disoccupati, segue il calo mensile di 0,1 punti percentuali registrato a ottobre, che a sua volta ha segnato la prima riduzione del tasso di disoccupazione in oltre due anni e mezzo”.

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