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Pil: da manovre Governo +0,5% nel 2014

La manovra e la legge di Stabilità approvate dal governo produrranno un aumento del Pil pari allo 0,5% nel 2014. E’ quanto si legge nel rapporto di previsione sulle prospettive di breve-medio termine dell’economia internazionale e italiana presentato oggi da Prometeia.

“La misura degli effetti potrebbe apparire elevata (pur essendo inferiore alle stime del governo) se rapportata all’esperienza storica – scrive l’associazione –, ma non va dimenticato che essa tiene conto anche dell’accelerazione dei pagamenti dei debiti delle Pa”.

Secondo Prometeia, la riduzione del Pil nel 2013 si conferma poco sotto il 2% (-1,8), con il quarto trimestre che dovrebbe mostrare un primo segno positivo di crescita. Nel 2014 la ripresa procederà a un ritmo di poco inferiore all’1% (0,8). Consumi e investimenti in costruzione, comunque, ritorneranno a crescere solamente nel 2015. 

Il debito pubblico continuerà a espandersi in valore assoluto di 65 miliardi di euro, dopo essere cresciuto di 82 nel 2013, raggiungendo il 134% del Pil nel 2014. Il collocamento del nuovo debito pubblico il prossimo anno dovrà trovare spazio prevalentemente nei portafogli delle famiglie, in modo diretto o indiretto, oppure in quelli esteri. 

L’associazione sostiene che difficilmente il sistema bancario potrà assorbire un tale ammontare di debito pubblico nei propri portafogli dopo averne assorbiti circa 100 miliardi nel corso del 2013. Anzi, potrebbe ridurre lo stock di titoli pubblici detenuto. Se così non fosse, ne soffrirebbe la possibilità di aumentare i finanziamenti al settore privato, in un contesto nel quale le sofferenze sono ancora crescenti e la raccolta sull’estero molto più difficile.

“In sintesi, anche se non vi saranno più incertezze politiche (poco probabile) – scrive ancora Prometeia –, anche se si eviterà il passaggio di testimone nell’attenzione degli operatori finanziari dal rischio di interazione negativa banche- debiti sovrani al rischio di interazione negativa banche-debito delle imprese (probabile), anche se la nostra deviazione dal sentiero di riduzione del debito previsto dal Fiscal Compact non avrà effetti sui mercati finanziari (molto probabile se non si materializzano i rischi precedenti), i prossimi cinque trimestri per l’economia italiana procederanno sul filo del rasoio. Il verificarsi simultaneo di prolungata instabilità politica e, eventualmente, anche di tensioni crescenti sullo stato patrimoniale del sistema bancario sottoposto a stress test spingerebbe la nostra economia lungo un sentiero di progressiva asfissia”. Ma questa è una ipotesi che Prometeia continua a ritenere “abbastanza remota”.

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