X

Il segreto del navigatore Soldini in barca: la pentola a pressione

Cucinare in barca, soprattutto quando si sta navigando a vela, non è assolutamente, come si può ben immaginare, una cosa facile. Ma l’andar per mare, essendo strettamente legato all’idea di vacanza, non può essere davvero sinonimo di privazione! Con qualche piccolo accorgimento e una buona pianificazione, si possono preparare piatti che almeno nei sapori, tralasciando l’aspetto visivo dell’impiattamento, potrebbero davvero rivaleggiare con le medesime preparazioni “terrestri”.

Ma a chi rivolgersi per conoscere i segreti più reconditi della cucina in navigazione? Difficile immaginare chef stellati, allora si può puntare più decisamente su un marinaio che le stelle le usa solo per orientarsi: l’oceanico e solitario Giovanni Soldini, un velista che ha navigato (e cucinato), da solo e in equipaggio, su tutti gli Oceani del mondo. Ha sempre stupito tutti per la qualità dei suoi piatti, e se riesce a mangiar bene un solitario impegnato in regata, è evidente che ogni diportista può farcela. I Social hanno poi amplificato questa sua “arte” ed in molti si sono stupiti, e continuano a farlo, della qualità dei piatti che vengono preparati e postati da Giovanni Soldini. Ma come fa, si sono chiesti in molti, a governare una barca in solitario e contemporaneamente preparare piatti così appetitosi?

“Il segreto – spiega Giovanni – è semplice. Usare la pentola a pressione.La trovo geniale e la consiglio vivamente a tutti, perché a me in barca ha cambiato la vita. Elimina tutti i rischi legati alla cucina, perché è chiusa e il suo contenuto non può rovesciarsi. Io cucino proprio tutto con la pentola a pressione, a partire dal risotto giallo alla milanese che, ovviamente, è il mio piatto preferito. Specie nelle navigazioni in solitario, la usavo per tutto, evitando anche di sporcare altre pentole e i piatti. Fa risparmiare tempo. Basta preparare una pasta con il sugo per capirlo”.

A bordo della sua ultima barca, il Mod 70 Maserati, Giovanni si è anche cimentato in ricette veloci per tutto l’equipaggio, inviando dei video con la ricetta della settimana che sono diventati dei veri e propri cult in rete. La sua pasta con la bottarga è tra le più gettonate.

“Nella pentola a pressione faccio un soffritto con uno spicchio d’aglio schiacciato e lascio la buccia, perché a me piace. Poi calo la pasta con il doppio dell’acqua rispetto al volume della pasta, usando metà acqua di mare (così evito il sale) e metà acqua dolce, aggiungendo subito una scatoletta o più di tonno. Chiudo e fisso la pentola alla parete e al fornello con una cima ignifuga. Dopo due minuti di “fischio” apro e inserisco la bottarga grattugiata, mescolo per un altro minuto e poi non resta che mangiarla”.

Ovviamente a bordo di barche così sofisticate ed estreme la pianificazione è importante. Cosa e quanto mangiare è quasi una scienza esatta e il cibo liofilizzato e porzionato sotto vuoto è una parte importante della cambusa. Ma questo aspetto, seppur diverso, non è certo meno importante per i diportisti perché, una volta staccati gli ormeggi, ci si ritrova esattamente con gli ingredienti che abbiamo stivato. Nulla di più e sempre qualcosa di meno ogni giorno che passa, senza possibilità, molte volte, di poter integrare con una veloce puntatina al supermercato del porto più vicino. Ahimè… nonostante si parli tanto di “Autostrade le Mare”, esse sono ancora prive di Autogrill. Dobbiamo farcene una ragione!

Fare “cambusa” è, quindi, una delle cose più importanti quando si deve affrontare una navigazione. Di cosa tener conto? Della dimensione della barca, del numero dei fuochi e disposizione ed, ovviamente, del numero delle persone a bordo

Innanzitutto va trovato un compromesso per i cibi freschi. La frutta più deperibile in particolare va comprata solo per massimo di due/tre giorni. Stessa cosa per il pesce, ma qui avete la possibilità di pescarlo. Un ottimo escamotage per le lunghe traversate è quello di farsi confezionare monoporzioni di cibi deperibili in sottovuoto, per poter consumarne interamente il contenuto. Ma la via maestra per una buona cambusa è quella di partire da una buona base, fatta di pasta, riso, pelati o sughi pronti, olio in lattina, sale, zucchero, tonno in scatola, latte UHT, biscotti. Il pane è meglio averlo secco, ed i grissini e i cracker sono da preferire ai morbidi pan carré pieni però di alcool che ne garantisce la conservazione. Oltretutto in caso di mal di mare è il grissino l’alimento più indicato da masticare. Per il vino la scelta è lasciata al gusto del singolo, anche se è un prodotto che occupa uno spazio maggiore del proprio volume al contrario delle lattine di birra. Attenzione all’acqua! Questa sì che è un bene prezioso. Non va sprecata, nemmeno quella che si usa per cucinare la pasta. Può essere sempre riutilizzata per fare delle uova sode, bollire le patate o perfino per lavare i piatti senza detersivo, grazie alle proprietà sgrassanti degli amidi.

Il “cuciniere” di bordo dovrà poi usare tanto buonsenso. Banditi in navigazione i banchetti luculliani, che vanno rimandati una volta in porto, perché anche una bella caprese fa star bene un equipaggio se il mare non consente equilibrismi.

Related Post
Categories: Food News