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Caso Renzi e Quirinale, il nuovo Presidente lo eleggerà Rondolino?

Se un marziano scendesse in questi giorni sulla terra e arrivasse in Italia non capirebbe in che mondo è finito. Dovrebbe dedicare giorni e giorni per comprendere l’origine e la ragione della violenta offensiva giudiziaria e mediatica che ancora una volta investe l’ex premier e leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

Tutto nasce dalla lunga indagine della Procura di Firenze sui finanziamenti della Fondazione renziana Open, quella che a fine settimana organizzerà la nuova edizione della Leopolda, ma si allarga ai mille aspetti della vita politica e personale di Renzi, dalle sue controverse ancorché legittime conferenze all’estero ai demenziali progetti mediatici suggeriti da qualche suo collaboratore in vena di facezie, ma mai presi in considerazione e men che mai realizzati. I magistrati fiorentini mettono insieme 92 mila pagine per cercare di incastrare Renzi anche se finora non si intravedono profili penali, ma l’apoteosi della campagna antirenziana viene raggiunta quando quelle pagine finiscono nelle mani di giornali compiacenti e populisti come Il Fatto Quotidiano e La Verità che non si fanno scrupolo (sarebbe una notizia il contrario) di perlustrare e spiattellare aspetti anche molto privati della vita del senatore Renzi, raccolti senza alcuna autorizzazione parlamentare e in aperto spregio della Costituzione, come quelli del suo conto corrente bancario o delle sue mail.

Di Renzi si può pensare tutto il male possibile e combatterlo politicamente, fa parte della normale dialettica, ma la campagna in corso non è politica: questa è barbarie allo stato puro che punta a distruggere l’avversario senza andare troppo per il sottile e nel disprezzo più assoluto delle regole democratiche e dei diritti costituzionali di tutti, avversari compresi.

Un marziano non capirebbe il perchè di questa truculenta campagna antirenziana, ma la ragione è molto semplice e si spiega con l’avvicinarsi dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica del prossimo inizio d’anno. Non è la prima volta che la vigilia di un appuntamento tanto importante per la democrazia del Paese è costellata di colpi bassi, manovre, intrighi e chi ha qualche capello bianco ricorda perfettamente scontri, tradimenti e sgambetti tra i capicorrente della Dc dagli anni ’50 in poi. A prima vista la durezza della campagna antirenziana, accompagnata dall’imbarazzante silenzio dei garantisti a giorni alterni di destra e di sinistra, sembrerebbe addirittura sproporzionata se si considera che la stella politica di Renzi è in evidente fase calante dopo la sconfitta del referendum del 2016 e che il suo partito, Italia Viva, fatica a raccogliere il 2% dei consensi e non sembra avere un luminoso futuro davanti a sé. Ma i suoi avversari sanno che Renzi è un osso duro e non dimenticano e non perdonano che l’elezione in poche battute di Sergio Mattarella al Quirinale nel 2015 fu principalmente merito suo, alla faccia dell’inconcludenza del suo predecessore alla segreteria del Pd, Pierluigi Bersani che nella battaglia quirinalizia del 2013 riuscì a bruciare due galantuomini come Romano Prodi e Franco Marini. E ancor meno perdonano a Renzi il successo solitario d’inizio d’anno che valse a defenestrare Giuseppe Conte e ad aprire la strada di Palazzo Chigi a Mario Draghi.

In un’elezione quirinalizia nella quale nè il centrodestra nè il centrosinistra hanno i numeri per eleggere da soli il nuovo Capo dello Stato si comprende benissimo che l’astuzia e la spregiudicatezza tattica di Renzi allarmino i suoi avversari che non sopporterebbero mai che anche stavolta l’ex premier diventasse, con la cinquantina di parlamentari di Italia Viva, l’ago della bilancia. Rottamare preventivamente Renzi e spaccare Italia Viva diventa così l’imperativo categorico degli avversari del senatore fiorentino. Ma oltre al rispetto delle regole democratiche e costituzionali, troppo spesso calpestate, i pasdaran della lotta a Renzi dovrebbero forse tener conto del senso del ridicolo.

C’è un episodio tra i tanti squadernati dall’offensiva giudiziario-mediatica contro Renzi che definire grottesco è dire poco ed è quello che fa riferimento a un delirante piano anti-M5S elaborato dalla fertile mente di un inaffidabile mattacchione come Fabrizio Rondolino (divenuto ultrà di Renzi dopo essere stato il portavoce a Palazzo Chigi di Massimo D’Alema) che suggerì al leader fiorentino di fare quello che la Lega e i Cinque Stelle hanno fatto per tanto tempo e cioè organizzare un’opera di sputtanamento preventivo dei suoi avversari attraverso una sorta di macchina del fango. Una riedizione della Spectre? Forse più semplicemente un delirio che ovviamente Renzi si guardò bene dal fare proprio.

Ma allora dove sta il grottesco? Nel fatto che gli attuali detrattori di Renzi non si curano della bocciatura del piano Rondolino da parte dell’ex premier, ma menano scandalo come se quel fantomatico piano fosse diventato realtà. Stupidità, malafede, disprezzo del senso del ridicolo? Fate voi, ma forse nemmeno Rondolino avrebbe mai immaginato che il suo piano, pur finendo giustamente in un cassetto, sarebbe diventato combustibile per la prossima elezione del Presidente della Repubblica. Ma al peggio, come si sa, non c’è mai fine, specialmente quando l’odio politico annebbia la realtà.

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  • Caro signor Zaffaroni, i fatti sono fatti. E' vero o non è vero che il fantomatico piano Rondolino è rimasto lettera morta? Lei obietta: ma Renzi ha girato la mail di Rondolino a Carrai. E allora? Cosa cambia? Ripeto: il piano Rondolino ha avuto seguito? No. Quanto alla gestione delle elezioni presidenziali del 2013 possiamo anche fingere di risolvere tutto addossando ogni colpa ai franchi tiratori di incerta origine, ma la gestione di Bersani fu un po' approssimativa e poco accorta nella ricerca del preventivo consenso sui candidati e i risultati si sono visti. I fatti sono questi, il resto è fantasia.

    • Dr.Locatelli, la ringrazio per la cortese replica. Diciamo allora che io, nel trade off “intelligenza politica-etica pubblica” , a quello adottato da Renzi preferisco quello di Bersani. Mi sembra un trade off più equilibrato. Un cordiale saluto e complimenti per FIRSTonline, che seguo quotidianamente.

  • ...aggiungo che, da quanto compreso a Otto e mezzo, il sig. Renzi prende la mail delirante di Rondolino e la cestina? No, la invia a Carrai due minuti dopo. Renzi, l'ex Presidente del Consiglio della Repubblica. Dalle mie parti si dice "robb de matt".

  • Non leggo il Fatto. Leggo il Corriere e Domani. Ho allergia per il M5S. Eppure questo articolo mi lascia di stucco. Questo Rondolino (giornalista!) sarebbe solo un mattacchione, la sua una goliardata o giù di lui. Pierluigi Bersani quasi un allocco, visto che non aveva previsto 101 "traditori" (tra cui Renzi e sodali? chissà?). Un mondo a rovescio, quello che leggo nelle parole di Locatelli. Non me l'aspettavo proprio.