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Capitale italiana della cultura 2025: ecco le dieci le città finaliste. La proclamazione il 21 marzo

Vittoria Alata prima del restauro _ Archivio fotografico Civici Musei di Brescia - Fotostudio Rapuzzi

La lista delle città candidate a Capitale italiana della cultura per il 2025 è pronta: Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia. Sono le città tra le quali il 20 e 21 marzo prossimi a Roma sarà assegnato il titolo. Una prima selezione ne contava quindici, ridotte poi a dieci in base al Regolamento del Ministero della Cultura. A marzo la giuria ascolterà i rappresentanti dei Comuni con i loro progetti. Da anni, ormai, le proposte sono degne di un evento nazionale ma che ha ripercussioni in tutto il mondo. Si riesce a mettere insieme cultura e business in un ottica sempre più avanzata che coniuga arte, tecnologia, efficienza, sostenibilità, accoglienza. Un’ esperimento ben riuscito dal 2014 che vuole “promuovere progetti e attività di valorizzazione del patrimonio culturale italiano, sia materiale che immateriale, attraverso una forma di confronto e di competizione tra le diverse realtà territoriali“. La città vincitrice, potrà mettere in mostra i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale. Tra gli elementi più in vista nelle proposte i temi dell’ambiente e della solidarietà.

Brescia e Bergamo, Capitali del 2023. Mattarella ricorda Procida 2022

Da pochi giorni sono iniziati gli eventi per Brescia e Bergamo Città capitali del 2023, poi sarà la volta di Pesaro nel 2024. La storia del titolo di Capitale italiana è legata all’assegnazione del titolo di Matera Capitale europea della cultura nel 2019. Le città allora candidate erano sei, ma l’esclusione delle altre cinque- Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena- convinsero il Governo a proclamarle Capitali Italiane della Cultura 2015. Dal 2016 partì poi il bando arrivato fino ai giorni nostri. La cultura, in tutte le sue espressioni, con obiettivi di compatibilità ambientale e di crescita economica locale diventa così un’industria open. Per dodici mesi le città assegnatarie del titolo non solo si impadroniscono di spazi e risorse urbani, ma generano nuove attività che coinvolgono interi settori della vita cittadina. Nel passaggio di testimone da Procida a Brescia e Bergamo sono stati rese note le cifre di un primo bilancio di Procida Capitale. Il fatturato medio delle imprese dell’isola nel 2022 ha toccato i 386 mila euro con un salto del +32%. Le presenze con punte da record e tutto esaurito, in particolare nei mesi estivi, sono cresciute del 140% su base annua. Per non dire del traffico passeggeri su navi, traghetti ed aliscafi e dei milioni di contatti web in occasioni di mostre ed altri eventi artistici. Ed era la prima volta che una piccola isola veniva designata Capitale italiana della cultura. In precedenza il titolo era andato a Mantova (2016); Pistoia (2017); Palermo (2018); Parma (2020-21). Dopo tutto il governo si fa carico di sostenere la città solo con 1 milione di euro. Tutto ciò che è parte del progetto vincente deve fare leva su risorse locali, sponsorizzazioni, interventi degli Enti locali. “Nell’anno appena concluso un forte segnale di unità e innovazione è stato lanciato da una piccola isola, incantevole, Procida. La cultura non isola, hanno proclamato.ha detto a Brescia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La cultura unisce e moltiplica. È una forza dei campanili quella di saper unire e non dividere le energie“.  Ad ascoltarlo 200 sindaci riuniti intorno alle due città che hanno sopportato il peso maggiore della pandemia. Qui la cultura da celebrare per un anno intero riscatta il dolore e le pene per un’aberrante calamità: La presenza di tanti sindaci ha rappresentato quello spirito di comunità e di intrapresa civile e sociale che nelle prossime settimane sicuramente tutti i territori delle città finaliste per il 2025. In attesa del verdetto del 21 marzo.

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