X

ACCADDE OGGI – Enzo Biagi, 12 anni fa l’addio al popolare giornalista

Wikipedia

“Ho sempre sognato di fare il giornalista, lo scrissi anche in un tema alle medie: lo immaginavo come un “vendicatore” capace di riparare torti e ingiustizie […] ero convinto che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo”. Queste parole sono state scritte da quello che poi giornalista lo sarebbe diventato, e anche uno dei più popolari della seconda metà del Novecento in Italia: Enzo Biagi, nato nel 1920 in un borgo alle porte di Bologna e ricordato come uno dei volti più noti del giornalismo televisivo dagli anni ’60 in poi, è morto esattamente 12 anni fa, all’età di 87 anni. La sua lunga e prestigiosa carriera è stata storicamente legata alla Rai, nella quale entrò il 1° ottobre 1961, diventando direttore del telegiornale, del quale fu anche conduttore. Si dimise nel 1963 ma tornò protagonista sulla rete ammiraglia in diverse occasioni nel corso degli anni, fino agli anni ’90 quando iniziò a condurre Il Fatto, un programma di approfondimento dopo il TG1 sui principali fatti del giorno, di cui Biagi era autore.

Fu proprio Il Fatto a consacrarlo come uno dei più importanti giornalisti della sua generazione, al punto che nel 2004 il fortunato format è stato proclamato da una giuria di critici televisivi come il miglior programma giornalistico realizzato nei primi cinquant’anni della Rai. Ma, suo malgrado, il successo de Il Fatto fu per Biagi anche l’inizio del suo declino, visto che nell’aprile del 2002 il giornalista – insieme ad altri – fu colpito dal cosiddetto “editto bulgaro”: l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, commentando la nomina dei nuovi vertici Rai, si augurò che “la nuova dirigenza non permettesse più un uso criminoso della televisione pubblica”. Fu l’inizio, per Enzo Biagi, di una lunga controversia fra lui e la Rai, con numerosi colpi di scena e un’interminabile serie di trattative che videro prima lo spostamento di fascia oraria de Il Fatto, poi il suo trasferimento su Rai 3 e infine la sua cancellazione dai palinsesti. Rescisse con la Rai alla fine del 2002, dopo 41 storici anni di collaborazione.

Ma quello con la televisione pubblica non fu il solo sodalizio vincente per Biagi: dopo essersi dimesso da direttore del TG1 nel 1963, tornò a Milano dove diventò inviato e collaboratore dei quotidiani Corriere della Sera e La Stampa. Nel 1967 entra nel gruppo Rizzoli come direttore editoriale. Firma i suoi pezzi sul settimanale L’Europeo e trasforma il periodico letterario Novella in un giornale di cronaca rosa. Nel 1971 fu nominato direttore de Il Resto del Carlino con l’obiettivo di trasformarlo in un quotidiano nazionale. Nel 1974, pur senza lasciare il Corriere, collaborò con l’amico Indro Montanelli alla fondazione de Il Giornale.

Related Post
Categories: News