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Sace: l’intervento del presidente Castellaneta al Forum dell’Internazionalizzazione del Nord Est

Al Forum dell’Internazionalizzazione per le imprese del Nord Est, due giornate di incontri organizzati da Finest per un confronto tra imprese e istituzioni del Triveneto, il presidente di SACE Giovanni Castellaneta nel suo intervento ha fatto il punto dei rapporti fra Sace, Finest e territorio del Nord Est.

Il territorio del Nord Est rappresenta una delle più importanti realtà produttive italiane, con forte propensione all’export. Nel biennio 2010-2011 – caratterizzato da forti incertezze dei mercati finanziari – i volumi di export hanno fatto registrare un’inversione di tendenza (con € 63,4 mld nel 2010 e € 69,6 mld nel 2011), nella direzione del recupero dei livelli pre-crisi (€ 70,7 mld nel 2007). SACE è partner dell’eccellenza del Made in Italy. Nel 2011 la Sede Territoriale di Venezia ha servito 220 aziende del Nord Est, area che da sola rappresenta, storicamente, il 20-25% del portafoglio complessivo di SACE.

SACE ha avviato una proficua collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e Finest. Negli ultimi anni SACE ha intensificato i rapporti con le istituzioni e le associazioni di categoria per diffondere e migliorare il grado di conoscenza dei prodotti offerti da SACE a supporto degli esportatori/investitori italiani. E’ stato aperto, a novembre 2011, un SACE Point a Pordenone presso la sede di Finest, per offrire in sinergia strumenti necessari alle aziende del Friuli Venezia Giulia per presidiare i mercati dell’Europa Centrale e Orientale e dell’area CSI.

Da anni SACE ha attivato un programma di collaborazione con il sistema bancario per sostenere i progetti di internazionalizzazione delle PMI italiane, mettendo a loro disposizione credit facility garantite (le c.d. “Garanzie finanziarie per l’internazionalizzazione”) per finanziare i loro piani di sviluppo all’estero. Il plafond delle convenzioni in essere ammonta a € 2,1 miliardi: per accedervi, le imprese con fatturato non superiore a 250 milioni di euro, con sede legale, direzione e parte delle attività produttive in Italia devono presentare un “progetto di internazionalizzazione”, in cui precisano come intendono utilizzare nei mesi successivi i fondi ricevuti. La gamma degli investimenti finanziabili è variegata e include costi di impianto e ampliamento, costi promozionali e pubblicitari, investimenti in ricerca e sviluppo, spese per diritti di brevetto e tutela del marchio, partecipazioni in imprese estere e spese per consulenze specialistiche per joint venture; e ancora, in una certa misura, le spese per l’approntamento di beni e/o servizi o per l’esecuzione di lavori per conto di committenti esteri.

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