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Nomine: ore decisive per Rai e Ferrovie

Imagoeconomica

Sono ore decisive per le nomine Rai. Le trattative fra Lega e Movimento 5 Stelle sono andate avanti a oltranza per tutta la notte, nel tentativo di chiudere l’accordo prima del Consiglio dei ministri di questa mattina ed evitare così un clamoroso rinvio dell’assemblea dei soci, prevista per oggi pomeriggio. Ma la partita sulla tv pubblica s’intreccia con quella su Ferrovie dello Stato, dopo l’azzeramento del Cda di nomina renziana annunciato nei giorni scorsi – con strascico di polemiche – dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. E proprio il doppio binario rende difficile la quadra. Tanto più che sulla vicenda FS piomba ora il braccio di ferro M5S-Lega sulla Tav.

Secondo le indiscrezioni, giovedì sarebbe andato in scena un vertice a Palazzo Chigi fra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. L’incontro, inizialmente confermato da fonti della Presidenza del Consiglio, è stato poi smentito dal leader leghista: “Ho parlato con Giorgetti – ha detto Salvini – nessun vertice su Rai, Authority, Ferrovie, nomine, Arera, Gse e tutte le sigle di cui leggo. Non mi sono occupato di queste cose. Abbiamo parlato di economia, del Decreto Dignità ma anche in prospettiva di manovra, flat tax e pace fiscale. Ho visto Di Maio, ma lo vedo tutti i giorni, e Conte che stava andando al Quirinale per il giuramento del giudice costituzionale”.

Il braccio di ferro fra i due partiti di maggioranza riguarda soprattutto due poltrone: quella del direttore del Tg1 e quella dell’amministratore delegato Rai, che – con l’entrata in vigore della riforma della governance varata dal governo Renzi – sostituirà la vecchia figura del direttore generale e avrà molti più poteri.

Per l’ad, Di Maio punta su Fabrizio Salini, ex direttore di La7 ed ex Fox. Salvini si oppone, accusando Salini di essere troppo legato al mondo renziano, in quanto socio della società di produzione “Stand by me” di Simona Ercolani. Ma è possibile che quella del leader leghista sia semplicemente una strategia volta a ottenere carta bianca sulla nomina al telegiornale della rete ammiraglia.

In alternativa a Salini, gli altri nomi sul tavolo sono quelli di Andrea Castellari di Viacom e di Marcello Ciannamea, attuale direttore dei palinsesti.

In casa Rai c’è da decidere anche chi occuperà la presidenza. L’obiettivo è trovare un candidato alternativo a Giovanna Bianchi Clerici, considerata ormai fuori dai giochi, che possa avere i due terzi nella commissione di Vigilanza, convocata per mercoledì.

Martedì prossimo, 31 luglio, si terrà invece l’assemblea di Ferrovie. Dopo che i 5 Stelle hanno piazzato Fabrizio Palermo alla guida della Cdp, sembra scontato che la nomina del successore di Renato Mazzoncini spetti alla Lega. Il problema è capire chi sarà, perché i nomi in lizza sono ancora diversi: da Massimo Sarmi, ex amministratore delegato di Poste, a Maurizio Gentile, attualmente alla guida Rfi, passando per Orazio Iacono, oggi al vertice di Trenitalia, e Stefano Donnarumma, ad di Acea.

Gentile sembra il più gradito ai grillini per il lavoro svolto sul fronte della sicurezza della rete ferroviaria regionale, ma su di lui pende l’indagine per il deragliamento del treno a Pioltello, costato la vita a tre persone. Se la scelta ricadesse su di lui, Toninelli avrebbe difficoltà a giustificare il licenziamento di Mazzoncini, che ufficialmente è stato mandato a casa proprio perché indagato.

Anche per questo nelle ultime ore ha guadagnato terreno un altro candidato, molto gradito a Davide Casaleggio: si tratta di Alfredo Altavilla, l’ex responsabile delle attività europee di Fca che si è recentemente dimesso perché il gruppo gli ha preferito Mike Manley come successore di Sergio Marchionne.

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