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Movimprese: saldo di +26 mila unità produttive tra aprile e giugno (+0,4%)

Il sistema delle imprese avanza, ma ha il fiato decisamente corto. Nel secondo trimestre dell’anno, il saldo tra aperture e chiusure di imprese fa segnare un bilancio positivo, con 26.084 unità in più. Tuttavia è il risultato meno brillante nella serie degli ultimi dieci anni di rilevazioni, con riferimento al periodo aprile-giugno.

Il dato è contenuto in Movimprese – la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle imprese condotta da InfoCamere – diffuso oggi da Unioncamere nel corso del convegno “Programmazione 2014-2020: Un nuovo dialogo per una politica di coesione condivisa”, svoltosi a Roma alla presenza del Ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia.

A un risultato così stringato hanno concorso il basso numero di iscrizioni (100.448, il secondo peggior risultato del decennio) e l’elevato livello di cessazioni (74.364, il terzo valore più elevato della serie dei secondi trimestri).
A livello complessivo – al netto dell’agricoltura che ha chiuso il trimestre con 5.195 unità in meno – tutti i settori evidenziano un saldo positivo tra aperture e chiusure.
La crisi ha però causato un sostanziale stallo (-113 unità) tra iscrizioni e cessazioni di aziende artigiane, principalmente per la forte riduzione dell’apertura di nuove attività, piuttosto che per un incremento delle chiusure. A incidere maggiormente sull’andamento del comparto artigiano sono stati i bilanci negativi dei settori: costruzioni (-828 imprese), trasporti e magazzinaggio (-568) e attività manifatturiere (-506).

Per le crisi d’impresa, il dato relativo ai primi sei mesi del 2013 certifica un aumento del 5,9% delle aperture di procedure fallimentari (corrispondenti a 6.456 imprese che hanno portato i libri in tribunale) rispetto allo stesso periodo del 2012, con un +72,5% nelle procedure di concordato.

“Il Paese si rilancia se riusciamo a rilanciare le imprese – ha detto, commentando i dati, il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – perché è solo dalle imprese che viene il lavoro. Serve una forte iniezione di fiducia e di risorse. A sei mesi dalla chiusura del ciclo 2007–2013, abbiamo davanti la sfida ad accelerare la spesa per utilizzare i quasi 30 miliardi di euro di risorse disponibili. Le Camere di commercio sono pronte a dare il proprio contributo, sia per individuare progetti prioritari per le imprese sia per cofinanziarli. E ancora di più vogliamo fare in vista del ciclo di risorse 2014-2020. Da poche settimane, infatti, Unioncamere ha lanciato una “cabina di regia nazionale” interamente finanziata dal sistema camerale per sostenere le Camere locali nella fase di negoziato con le istituzioni territoriali per la predisposizione delle misure della prossima programmazione”.

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