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Mario Draghi: “Whatever it takes” per salvare l’Italia

Forse è proprio vero che nei momenti peggiori l’Italia sa dare il meglio di sé. Solo in un’ora drammatica come quella che stiamo vivendo poteva arrivare l’idea del governo del Presidente e il sogno di affidare la guida dell’Italia a una personalità di grandissimo prestigio e di altrettanta competenza come Mario Draghi, un uomo che in tutto il mondo ci fa sentire orgogliosi di essere italiani.

Whatever it takes, fare tutto il possibile: con solo tre parole Mario Draghi è già nella storia per aver salvato l’euro e l’Europa in uno dei momenti più difficili dei nostri tempi. Ora è chiamato a ripetere il miracolo per salvare e ricostruire l’Italia, assediata dalla pandemia, dalla recessione, dalla crisi sociale e da una crisi politica che fino a ieri è parsa inestricabile.

Per approfondire: Accadde oggi – Draghi, 8 anni fa il “whatever it takes” che salvò l’Europa

La sua designazione alla guida dell’Italia è frutto di tutto questo ma è soprattutto frutto della determinazione e della lungimiranza di un Presidente della Repubblica come Sergio Mattarella, che ancora una volta ha messo al primo posto gli interessi dell’Italia e solo quelli, fischiando la fine degli impresentabili giochini di palazzo della maggior parte delle forze politiche. Ed è anche il frutto – questo va riconosciuto senza spirito di parte – del coraggio e della tenacia del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, le cui mosse spiazzanti non erano il frutto di un capriccio personale ma il risultato di un disegno lucido volto a interrompere il connubio perverso di populismo e immobilismo e ad aprire un nuovo scenario politico per rilanciare il Paese e rimetterlo in piena sintonia con l’Europa.

Mario Draghi non ha nessuna bacchetta magica ma è l’uomo giusto al momento giusto. Ha l’esperienza, la competenza, il prestigio, l’autorevolezza, la capacità di fare e di fare velocemente tutto quello che serve per salvare, ricostruire, riformare e rilanciare il nostro Paese ricollegandolo pienamente all’Europa, che ci offre un’occasione storica con il Next Generation Eu ma che si aspetta finalmente un’altra Italia.

L’ex Governatore della Banca d’Italia ed ex Presidente della Bce ha davanti a sé tre sfide da far tremare i polsi:

  1. dominare l’emergenza della pandemia;
  2. affrontare la recessione economica;
  3. gestire la crisi sociale.

Ma è l’uomo delle missioni impossibili e non si spaventerà di fronte alle difficoltà. Di sicuro le affronterà con risolutezza e intelligenza unendo la professionalità alla passione civile. Sbaglia chi pensa che Draghi sia un algido tecnocrate. Al contrario, è un civil servant che ha un’anima e un’indubbia capacità politica nel senso nobile della parola. E soprattutto ha lo sguardo lungo sul futuro e sulle nuove generazioni che, come ebbe a scrivere qualche mese fa sul Financial Times, hanno bisogno di studio e di lavoro e non di mance e sussidi. Per centrare questi obiettivi si può anche fare nuovo debito pubblico ma, come ha già avuto modo di spiegare, deve essere debito “buono”, non destinato alla spesa corrente improduttiva ma agli investimenti e alle riforme.

Dopo anni di impazzimento politico, finalmente l’Italia ha con Mario Draghi l’occasione di svoltare e di ripartire avviando una nuova stagione di riforme e ridando a tutti noi l’orgoglio di essere italiani ed europei. Ed è perfino imbarazzante ricordare che nell’eccezionalità dell’ora non c’è più spazio per gli inqualificabili giochini di potere che hanno fin qui dominato la scena politica. Whatever it takes. Forza SuperMario.

L’enigma Draghi, chi è veramente l’uomo che ha salvato l’euro

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