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Manovra, Pensioni: blocco rivalutazioni solo dopo 2.300 euro

Si apre una speranza per chi incassa pensioni medio-basse: il tetto del 45% alla rivalutazione sugli assegni potrebbe scomparire dalla manovra finanziaria. Il decreto è stato pubblicato solo ieri in Gazzetta ufficiale, ma pare che il Governo sia già al lavoro per un emendamento ad hoc in tema di previdenza. L’idea sarebbe di scaricare tutto l’onere del provvedimento (un miliardo di euro nel biennio 2012-2013) sulla fascia delle pensioni più alte, garantendo il 100% di rivalutazione alle pensioni fino a 2.300 euro (vale a dire cinque volte il minimo Imps).

La norma attuale prevede che le pensioni oltre questa soglia godano di una rivalutazione del 100% per i primi 1.402 euro, del 45% per la parte tra i 1.402 e i 2.337, e nulla per la quota eccedente. Con l’emendamento allo studio, invece, tutti gli assegni superiori a quota 2.300 resterebbero invariati, senza recuperare nulla del potere d’acquisto perso. Un’apertura alla modifica era già arrivata ieri dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: “Verificheremo il modo di produrre un effetto finanziario analogo, ma diversamente da come è disposto oggi”. Anche il titolare dell’Economia, Giulio Tremonti, si era detto disponibile ad accettare nuovi suggerimenti in materia, purché i saldi restassero invariati.

Sul fronte sindacale, le reazioni all’ipotesi del Governo sono positive, ma prima di esprimersi le parti sociali vogliono vedere le carte: “Spero lo facciano davvero, ma vorremmo vedere il testo prima di dire che ci fidiamo degli impegni”, ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, si è detto “contento, prima si fa e meglio è. Chiariamo subito un aspetto: sarà un segnale senza dubbio positivo, ma è bene a questo punto andare subito alla verifica”.

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