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Letta, “Impegno 2014”: ecco il nuovo piano di Governo

Cinque punti  fondamentali per le riforme economiche, altri quattro per le riforme istituzionali. E’ questa la strada indicata oggi dal premier Enrico Letta, che ha tenuto un nuovo discorso programmatico alla Camera per chiedere la fiducia al Governo in seguito alla ridefinizione della maggioranza con l’uscita di Forza Italia.

Ecco le misure fondamentali del progetto “Impegno 2014” lanciato dal Presidente del Consiglio.

RIFORME ECONOMICHE

1) Riduzione di debito, deficit e spese di parte corrente.

2) Per l’anno prossimo  si punta a una crescita del Pil pari all’1%, che dovrà crescere al +2% nel 2015, con una parallela aggressione alla disoccupazione, in particolare giovanile.

2) Rilancio degli investimenti pubblici spendendo al meglio fondi europei.

3) Aggiornamento delle politiche di sostegno alle imprese, per rilanciarne la competitività.

4) Creazione un clima più favorevole agli investimenti sul fronte della burocrazia, della giustizia civile e delle liberalizzazioni. 

RIFORME ISTITUZIONALI

1) Riduzione numero dei parlamentari.

2) Abolizione delle Province dalla Costituzione.

3) Fine del bicameralismo perfetto: con un’unica camera che faccia le leggi.

4) Riforma articolo V della Costituzione che metta ordine fra potere centrale e poteri decentrati.

“UN NUOVO INIZIO”

“Oggi ci sono e condizioni per definire un nuovo patto di governo, che chiamerò Impegno 2014 – ha detto Letta ai parlamentari –. Il nuovo inizio è oggi. Gli approfondimenti che faremo nella maggioranza non serviranno a rimettere in discussione i punti su cui oggi vi chiedo la fiducia. Il grande obiettivo è avere istituzioni che funzionino: le riforme istituzionali occupano il primo posto. La sentenza della Consulta ci impone di trovare soluzioni al più presto sulla legge elettorale. Chi proverà a far saltare il banco ne dovrà rispondere ai cittadini, che saranno comunque chiamati con un referendum a esprimersi su queste riforme”.

“SIAMO LA PIU’ GRANDE TRASFORMAZIONE DALLA NASCITA DELLA SECONDA REPUBBLICA”

“Nella  vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi non sono entrato in questi mesi e non entro oggi. Ma avevo detto che il mio non sarebbe stato un governo a tutti i costi, che la separazioni fra i poteri era un limite da non oltrepassare. Non è stato un governo a tutti i costi, quel limite non è stato superato. La trasformazione di questi mesi è di gran lunga la più radicale della Seconda Repubblica. 

LEGGE ELETTORALE DEVE ESSERE MAGGIORITARIA, ABOLIZIONE FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI ENTRO L’ANNO

“La nuova legge elettorale deve evitare l’eccesso di frammentazione, dobbiamo orientarci verso un sistema maggioritario. Finalmente sono state abolite le liste bloccate. Sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, troppi sono i mesi passati: confermo la mia volontà a completare la vicenda entro l’anno”. 

DISMISSIONI

“Il primo blocco presentato vale tra i 10 e i 12 mld di euro, che andranno a riduzione del debito. Troppi errori sono stati fatti nel passato, nessuno si sogna di svendere per fare cassa, credo profondamente nel ruolo dello stato. Ma credo anche che lo stato per essere credibile e funzionante non possa fare di tutto. L’arrivo di capitali privati può essere il momento di svolta per iniettare risorse fresche, rilanciare la produzione e garantire lo sviluppo delle aziende coinvolte: il caso è quello di Fincantieri e di Sace”. 

L’ATACCO A GRILLO

“Si tenta di immiserire questa Aula con parole e azioni illegittime, figlie di una cultura politica che mette all’indice i giornalisti, avalla la violenza e vuole fare maceria degli edifici stessi della democrazia rappresentativa. Si arriva a incitare all’insubordinazione le forze dell’ordine, che invece io voglio ringraziare per la fedeltà ai valori repubblicani che dimostrano ogni giorno. Questo Parlamento repubblicano e le istituzioni esigono rispetto in periodi così amari”. Il riferimento è ad alcune esternazioni di Beppe Grillo, che – in merito alla protesta dei “Forconi” – ha incitato la Polizia a non difendere questa classe politica. 

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