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La bocciatura Ue e le banche colpiscono la Borsa

FIRSTonline

Anche oggi la febbre dei dazi fa tremare le borse europee, che chiudono in calo dopo un peggioramento pomeridiano a seguito dell’apertura negativa di Wall Street. 

Piazza Affari perde lo 0,89% e scende a 21.219 punti, con finanziari e petroliferi in calo. Risale lo spread fra carta italiana e tedesca a 261.70 punti base (+2,23%); il rendimento del Btp 10 anni è 2,59%. L’obbligazionario si piega sotto il peso delle stime di primavera della Commissione europea, riviste al ribasso dello 0,1% rispetto a tre mesi fa sia per il 2019 sia per il 2020. L’Italia resta ultima in classifica nell’Unione e le sua anemica economia stenta a risollevare la testa, fiaccata da conti pubblici in squilibrio, mentre si riaffaccia lo spettro dell’apertura di una procedura per debito eccessivo nei prossimi mesi. 

Nel resto d’Europa: Francoforte -1,58%, Parigi -1,6%, Madrid -1,03%, Londra -1,62%.

Wall Street si muove in netto calo, in attesa che la delegazione cinese sbarchi a Washington giovedì. Dopo i tweet di Trump sui dazi l’incertezza domina sovrana e alla mezzanotte americana di dopodomani scatteranno tariffe al 25% dal 10% su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. A fronte della notizia, ieri, i listini Usa erano riusciti a contenere i danni, recuperando nel finale. Può darsi che oggi si ripeta lo stesso schema, ma al momento il clima non autorizza buone previsioni. Dazi a parte pesano anche i commenti di Richard Clarida, numero due della Federal Reserve che ha escluso un taglio dei tassi a sostegno di un’inflazione che sembra frenata da “fattori temporanei.

In questa situazione l’euro-dollaro è stabile in area 1,1185.

Fra le materie prime il petrolio tipo Brent cede l‘1,56% e scende a 70,13 dollari al barile. Ora ben intonato oltre 1284 dollari l’oncia. 

In Piazza Affari la seduta è positiva per una serie di titoli illuminati dalle trimestrali come Amplifon, +9,95%; Ferrari, +3,89%; Campari +2,2%, che ha toccato in seduta i massimi storici. Bene Diasorin +2,4%

Pioggia di vendite su Finecobank, -7,45%, nella prospettiva di un distacco da Unicredit, -3,2%. Fra le banche pesanti ribassi per Banco Bpm -4,25% e Ubi -3,4%. Intesa, -2,75%, con l’utile trimestrale giù del 16%, ma meglio del consensus.

Petroliferi in picchiata: Saipem, -4,1%; Eni -2,57%. Calo frazionale per Generali, -0,38%, nel giorno dell’assemblea. Il leone triestino esclude grandi operazioni di aggregazione nel settore assicurativo e punta piuttosto all’acquisto di piccole compagnie.

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