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Hot Pot: l’antica zuppa cinese dei Mongoli si può gustare a Roma scegliendo il piccante in sette tonalità

ph emanuela rizzo

Le sue origini sono remotissime, risalirebbero ai tempi della dinastia Jìn, (265 al 420 d.C) quando veniva consumata nei mesi invernali per trovare conforto dal freddo. La pratica culinaria si diffuse poco tra i cavalieri mongoli che avevano invaso la Cina, un fiero e indomito popolo di guerriglieri nomadi che durante le loro incursioni militari usavano la pratica di cucinare la loro zuppa servendosi di elmetti e scudi da combattimento. Più tardi con la dinastia Qing l’Hot pot si diffuse in tutta la Cina, adattandosi ai gusti e agli ingredienti dei diversi luoghi. Infine la pratica dell’Hot Pot travalicò i confini del celeste impero per trovare larga diffusione, nell’arco dei secoli, in Vietnam, a Taiwan, in Thailandia, in Giappone e in Corea.

I cavalieri mongoli la cucinavano negli elmetti o negli scudi

Il principio culinario originario è abbastanza semplice si basa su una casseruola posta a centro tavola in cui i commensali posti a cerchio, possono cuocere in comune ogni tipo di vivande, soprattutto scarti di verdure e parti meno nobili della carne di allevamento o selvaggina. Il successo nel tempo dell’Hot pot sta nel fatto di essere un piatto poco costoso molto gustoso perché i vari componenti, verdure, carne o pesce arricchiscono costantemente di sapore il brodo di cottura che viene sorbito, intriso di importanti elementi nutrizionali, sia durante il pranzo sia a fine pasto. Ma soprattutto ciò che più ha segnato la fortuna nei secoli di questo antico metodo di cucina è la sua capacità aggregante, di saper coinvolgere familiari e amici, diventando il momento di ritrovo a fine giornata della famiglia, ma anche dei responsabili del villaggio per trattare i problemi della comunità, e infine anche per fare affari o appianare controversie.

Da piatto povero l’hot pot nel tempo si è evoluto e oggi è un piatto apprezzato dai gourmet

Nel tempo l’umile Hot Pot si è evoluto e oggi è un piatto “nobile”, apprezzato dai gourmet, composto da materie prime di qualità e molto apprezzato proprio per la sua caratteristica di condivisione sociale. Ufficialmente si possono distinguere 3 tipi di hot pot: il primo prevede una zuppa dal gusto leggero nella quale si cuoce il cibo crudo al momento (tipicamente il montone), nel secondo il cibo nella casseruola è già cotto e la fiamma è usata solo per mantenere il piatto caldo e per cuocere le verdure, infine il terzo tipo prevede l’intera cottura sia della carne che delle verdure prima che la casseruola venga servita. Nel secondo tipo vengono precotti principalmente gamberi, cervo, pollo e pesce, sempre poco speziati. La zuppa di funghi invece viene consumata simultaneamente alla cottura degli altri ingredienti. Per la carne c’è l’imbarazzo della scelta che va dal manzo al montone, alla pancetta di maiale ma può comprendere anche frattaglie di pollo, coniglio. E lo stesso si può dire per il pesce, i molluschi, i crostacei. I condimenti tipicamente utilizzati sono salsa di soia, aglio, scalogno, germogli di soia, foglie di crisantemo,  uova, olio di sesamo e peperoncino.

Nell’antichità gli attribuivano funzioni benefiche, oggi sono accertate le proprietà benefiche del peperoncino per l’organismo

All’Hot Pot sono state attribuite fin dall’antichità funzioni benefiche in quanto si ritiene che , tramite i suoi brodi bollenti e spesso piccanti, si  liberi il corpo dell’umidità trattenuta, soprattutto nelle stagioni calde.

Il piccante resta dunque fondamentale, si sa che il peperoncino è altamente salutare per il nostro organismo. Uno studio della fondazione Veronesi attesta che Il consumo frequente di peperoncino può ridurre il rischio di morte per cause cardiovascolari. Inoltre, il peperoncino avrebbe un’azione antibatterica e vasodilatrice. Ma non solo. Contribuirebbe infatti anche a tenere sotto controllo i valori del colesterolo e della pressione sanguigna. E, sulla base delle conclusioni di uno studio pubblicato nel 2017 sull’International Journal of Food Sciences and Nutrition, sarebbe un elemento di cui non privarsi mai nel corso di una dieta dimagrante (grazie al suo potenziale effetto positivo sul metabolismo). Elementi, questi ultimi, che messi assieme potrebbero spiegare la riduzione del rischio cardiovascolare. I benefici del peperoncino derivano da un mix di sostanze antiossidanti presenti al suo interno: vitamina C, carotenoidi, polifenoli. Ma il merito principale del suo valore è da ascrivere alla capsaicina, la principale molecola contenuta nella bacca e responsabile della sua piccantezza.

12-36-45-65-75: i gradi di piccantezza brevettati dal ristorante De Zhuang all’Esquilino

Se si parla di piccantezza e di fedeltà all’origine di questo storico piatto c’è da segnalare che una grande catena cinese di Hot pot, oltre mille ristoranti, è sbarcata a Roma nel quartiere Esquilino  con il ristorante De Zhuang che propone l’Hot pot autentico cinese con una esclusiva: gli avventori possono scegliere prima del pasto il grado di piccantezza del piatto, una scelta quasi scientifica: 12° Mild Spicy, 36° Little Spicy, 45 Medium Spicy,  52Hot Spicy, 65 Extra Spicy, 75 Bomb Spicy, ovviamente le ultime due categorie sono riservate a uomini e donne in cerca di forti sensazioni, come camminare a piedi nudi sulle braci ardenti.

Fedeli al significato originale del piatto Giorgia Chen e suo marito Claudio,  entrambi cinesi e da tempo residenti in Italia, hanno puntato a conquistare la clientela della capitale con un locale di tono che punta sull’alta qualità della materia prima, sulla varietà degli accostamenti delle numerose portate che si possono scegliere, ben 120, sulle salse realizzate in cucina per arricchire dei  sapori più disparati i piatti e  soprattutto sulla  convivialità.  Nel loro locale dagli spiccati arredi orientali e nei toni del rosso che ospita fino a 80 coperti distribuiti per 20 tavoli si trovano postazioni a due, a quattro, a otto posti. Tutti tavoli sono caratterizzati da uno spazio al centro dove viene collocata la pentola del brodo di cottura mantenuta a bollore differenziato dal personale di sala che controlla costantemente l’andamento delle temperature per una cottura ottimale degli alimenti variandolo di tanto in tanto sulla base delle scelte e dei gusti degli avventori.  Per l’esattezza nella pentola che viene posta sul fornello che si trova in un incavo del   centro tavola sono ricavati tre spazi di ebollizione, al centro c’è sempre un brodo di funghi porcini  poi per una metà c’è il brodo piccante realizzato con una base segreta che viene direttamente dalla casa madre in Cina a base di vegetali insaporiti con olio di bue ai differenti livelli di piccantezza che vanno decisi al momento dell’ordinazione e per l’altra metà un brodo solitamente di ossobuco o di pomodoro  molto delicati per far riposare all’occorrenza  la bocca o un delicato brodo vegetale realizzato ogni giorno in cucina per chi ama sapori tenui.

Gli ingredienti poveri di un tempo sostituiti da materie prime di qualità fra verdure, pesci e carni

Attorno al pentolone centrale si disseminano quindi i piatti con le componenti da cuocere. Protagonista indiscussa dell’Hot pot è la carne – sakura – di agnello o manzo, interiora (coda e intestino di maiale, sanguinaccio) ma anche pesce, verdure e pasta (spaghetti di soia, gnocchi con patate rosse cinesi). Oltre la carne la scelta può ricadere su funghi ping gu, cavolfiori cinesi, alghe, zampe di gallina e anatra, lingua di anatra, trippa pregiata ma anche, gamberi, pesce, chele di granchio reale e tofu affumicato. Tutti ingredienti di qualità da abbinare seguendo solo il proprio gusto o la propria voglia di sperimentare.

In pratica ognuno dei commensali può seguire un percorso gastronomico a proprio piacimento ma il momento di cottura è comune, come da tradizione, così come il brodo iniziale arricchito dalle varie cotture può essere condiviso da tutti. E’ quello il momento più aderente al significato dell’Hot pot, un momento di aggregazione attorno al tavolo così come avveniva per i cavalieri mongoli quando la cena era l’occasione per raccontare le proprie gesta.

Per la cronaca va riferito che il menu alla carta propone anche piatti tradizionali della cucina cinese come involtini, riso saltato con manzo o uova, ravioli e dolci, fra cui una orinale gelatina con frutta cinese. Ma francamente in un locale come questo si va per vivere una esperienza originale non consuetudinaria

De Zhuang Hotpot

Via di San Vito 15/16 Roma

beltroadhotpot@outlook.it

TEL. 06 57297420

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